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La vescia maggiore, nome scientifico Calvatia maxima è un pregiato fungo commestibile dalle dimensioni ragguardevoli. Un esemplare può pesare, infatti, anche più di 5 chili e il diametro del cappello può superare anche il mezzo metro. La vescia maggiore cresce nei pascoli di montagna e nei prati. La si può trovare sia in estate che in inverno. Il fungo si presenta con un cappello dalla forma tondeggiante e piuttosto regolare, senza gambo e con una colorazione bianca. La gleba ( polpa interna) è sempre bianca negli esemplari giovani, mentre diventa gialla in quelli adulti. La vescia maggiore si deve e si può consumare solo quando presenta una colorazione bianca, mentre non è più commestibile quando il cappello e la gleba assumono una colorazione giallastra o bruna. Questa colorazione compare negli esemplari vecchi, che emettono anche un odore sgradevole. Gli esemplari maturi presentano anche una carne troppo molle, carne che in quelli giovani è bianca, soda e compatta. La vescia minore, nome scientifico Lycoperdon gemmatum è un fungo appartenente al genere Lycoperdon e volgarmente conosciuto come vescia, vescia gemmata o “vescia minore”. Gli esemplari si trovano in qualsiasi tipo di bosco e crescono sovente sopra i detriti vegetali. Il fungo si presenta con un cappello bianco, a forma di pera e unito al gambo, che sembra quasi invisibile. La cuticola è ricoperta di aculei sempre di colore bianco. La vescia minore è considerata un fungo di mediocre commestibilità, tanto che gli esemplari giovani si consumano misti ad altri funghi. La vescia minore tende ad assumere una colorazione giallastra o più scura quando è più adulta. In questa fase non bisogna consumarla e nemmeno raccoglierla, perché la cuticola diventa polverosa ed emette le spore per la riproduzione. Tagliare la carne di una vescia matura significa rischiare di respirare le spore, che possono essere irritanti o causare allergie con sintomi bronchiali o polmonari. Da adulta, anche la vescia maggiore tende a liberare le spore. Il nome vescia si riferisce proprio alla capacità di questi funghi di emanare la polvere contenente le spore di riproduzione. Altra similitudine, tra la vescia maggiore e minore, è nel periodo di maturazione: entrambe si sviluppano dall’estate all’autunno.
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La vescia maggiore e minore, come già detto, sono due funghi completamente diversi, ma per alcuni aspetti simili. Entrambi vanno consumati quando sono giovani e tendono ad assumere una colorazione scura in età adulta. La vescia più grande è però considerata un ottimo commestibile, mentre quella minore, un mediocre commestibile. Queste due specie di funghi, come accade per gli altri, possono essere scambiate con specie simili, sia commestibili che velenose. In realtà, ad essere scambiata è la vescia minore, perché quella maggiore, proprio per le sue ragguardevoli dimensioni, non viene facilmente confusa con altri funghi. Tuttavia, gli inesperti devono sempre farsi accompagnare da chi possiede una certa abilità nel distinguere le specie commestibili da quelle velenose. La vescia minore può essere facilmente confusa con gli ovuli dei funghi del genere Amanita. Per distinguerli, basta sezionare il carpoforo ( corpo fruttifero) e vedere se vi è una carne uniforme oppure la fase embrionale del cappello. La vescia minore si può confondere anche con il Lycoperdon pyriforme, fungo senza aculei sulla cuticola e commestibile solo se la carne è bianca, e Altre specie simili sono il Lycoperdon candidum, il Lycoperdon echinatum e il Lycoperdon saccatum, tutti commestibili.
La vescia maggiore è un ottimo commestibile. Si può consumare cruda a insalata, cotta ai ferri, alla piastra, fritta e impanata. Anche la vescia minore si può consumare fritta e impanata. Questo fungo, per via dell’odore sgradevole della sua carne, simile al fenolo, non viene ritenuto un buon commestibile. In realtà, se consumato quando la carne è ancora bianca, ha un sapore molto gustoso. La vescia minore è eccellente ai ferri oppure impanata e fritta. Il fastidioso odore della carne viene, infatti, completamente eliminato con la cottura. La vescia minore va consumata subito dopo la raccolta, perché la gleba ( carne o polpa interna) tende a deperire e a diventare pulverulenta dopo pochissimo tempo.
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