Il primo a studiare il mondo vegetale fu Teofrasto che spiegò oltre a cinquecento piante ed il rispettivo impiego in ambito medicinale. Poi fu la volta di Dioscoride e Plinio il Vecchio che scrissero di questo mondo, in particolare quest’ultimo, fu autore della Naturalis Historia, un’enciclopedia scientifica che riassumeva oltre duemila opere edite fino a quel tempo. Nella metà del 1500 la botanica si stacco in modo definitivo dalle altre scienze attraverso la creazione dei primi orti botanici e dall’inizio delle raccolte di erbe essiccate. Si cominciarono a differenziare e a classificare le piante in base ai frutti e ai fiori e a delinearne la specie. Un passo avanti riguardo alla classificazione delle piante fu fatto da Carlo Linneo, ... continua
Uno strumento molto importante per il botanico è l’erbario, una raccolta di campioni ben conservati in base ai quali molte volte si può risalire alla distribuzione di piante ormai estinte oppure di nuove per un determinato territorio. I campioni che costituiscono l’erbario sono circa duemila e distinti per famiglia e genere; esistono anche raccolte di campioni conservati in apposito liquido, di gemme, alberi ed arbusti della regione Emilia-Romagna.
Le specie botaniche presenti in Italia sono innumerevoli: dall’abete all’acero di monte, dall’acetosa all’aglio montano, dall’agrifoglio all’albicocco, dall’asparago al bagolaro, dalla calendula alla catalpa, dal castagno al ciclamino, dall’edera all’erica, dal fico al finocchio, dal frassino al giglio, dal larice al leccio, dal melo al mirtillo, dall’olivo al pero e potremmo andare avanti quasi all’infinito.