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Il piede di capra è un fungo commestibile che vive nelle zone umide dei boschi di latifoglie. Viene ed è classificato come una specie saprofita perché si nutre del legno degli alberi morti. I saprofiti, infatti, sono tutte quelle specie che sopravvivono nutrendosi proprio di materia organica non vivente.
Il piede di capra si presenta con un cappello subcircolare e irregolare, tubuliforme e lungo da quattro a dodici centimetri. La cuticola, cioè la superficie esterna dello stesso, è ricoperta da squame ed è di colore scuro o bruno. Il margine è invece regolare, intero e sottile. Il fungo presenta anche dei tubuli di colore bianco e poi giallo che decorrono sul gambo. La loro lunghezza è di circa cinque millimetri. La struttura del fungo è caratterizzata anche da pori ben evidenti di colore bianco e poi giallo negli esemplari vecchi. Larghi fino a due millimetri, questi pori sono a forma di poligono e tendono a macchiarsi di giallo se vengono toccati. Il gambo, invece, molto eccentrico, grosso, a forma di cilindro o di clava, misura tra tre a cinque centimetri di diametro ed è lungo da uno e mezzo a tre centimetri. La sua colorazione va dal bianco giallo, al giallo rossastro. Le spore sono massive e non amiloidi, bianche e a ellisse.
Il piede di capra ha una carne solida e compatta che va dal bianco al giallo chiaro. Il sapore è di nocciola, mentre l’odore è assente. Si tratta di un fungo commestibile che può essere conservato sott’olio. Gli usi principali del piede di capra sono proprio nella conservazione con olio e sale.
Il nome del fungo deriva dal latino pes-caprae, che significa proprio piede di capra. Altri nomi volgari del fungo sono lingua di brughiera, barbone e fungo di pietra. Gli ultimi due nomi sono rispettivamente usati in Veneto e in Calabria. Il piede di carpra appartiene al genere Albatrellus e alla famiglia della albatracellare, ma in tempi lontani veniva anche assimilato al genere boletus, lo stesso dei porcini. Uno dei nomi obsoleti del fungo è infatti Boletus Pes-carpae.
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