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Il dormiente è un fungo strano e molto originale: cresce in inverno e solo gli appassionati di escursioni invernali possono davvero riuscire a trovarlo. Non tutti, però, amano le escursioni in montagna sotto il gelo o la neve, ma sono proprio questi fattori climatici che stimolano lo sviluppo del dormiente, fungo raro e difficile da trovare, ma molto apprezzato dagli estimatori. Il dormiente si presenta con un cappello di circa dieci centimetri di diametro, a volte tredici, con una cuticola di colore grigio chiaro e dalle macchie biancastre. Questa colorazione è presente negli esemplari giovani che rimangono nascosti sotto il terreno, mentre quelli adulti o che riemergono dal suolo, tendono ad assumere una colorazione più scura, grigio antracite o quasi nera. La cuticola è sottile, difficilmente distinguibile dal cappello, mentre le lamelle sono larghe, ben divise, ad arco, inframmezzate da lamelle più piccole e con colori che vanno dal bianco al grigio. Il gambo del dormiente è cilindrico, lievemente ingrossato alla base, con un diametro di due, tre centimetri, ed un’altezza compresa tra quattro ed otto centimetri. La carne del fungo è bianca, un po’ grigia sotto la cuticola, inodore e con un sapore che molti giudicano quasi impercettibile. In realtà il dormiente è un fungo commestibile e molto gustoso, ma solo se viene preparato con i condimenti giusti. Il suo habitat ideale sono le zone di montagna e foreste con abeti e faggi, alberi che solitamente si ricoprono di neve durante i mesi invernali.
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Il dormiente ha un sapore quasi impercettibile e nessun odore. Nonostante la sua riconosciuta commestibilità, non viene apprezzato da tutti, ma solo dai veri estimatori di questa specie. La carne del dormiente è molto delicata e sottile e bisogna fare attenzione a non rovinarla durante la raccolta. Per evitare che le parti del fungo si spezzino, bisogna maneggiarlo delicatamente, preferibilmente usando un bastone appuntito che rimuova le foglie e i resti di neve. Il dormiente tende a “frantumarsi “ di più nei terreni secchi; è pertanto consigliabile raccoglierlo quando il suolo è ancora umido e fresco, perché la secchezza rende la carne del fungo ancora più fragile e delicata. Con questa specie, le mani vanno usate poco, anche se è difficile pensare di non toccarla, perché il fungo, a causa dell’umidità e dell’abitudine di crescere nascosto sotto il terreno, tende ad essere molto sporco e pieno di terriccio. Per riconoscerlo, servono abilità e colpo d’occhio: alcuni esemplari, singoli o a gruppi, possono nascondersi, infatti, anche nei boschi di faggi e castagni. Il dormiente tende a mimetizzarsi molto bene con la natura e per individuarlo bisogna spostare frequentemente i resti vegetali dal suolo. I più esperti conoscono bene queste tecniche e durante la stagione micologica riescono a fare razzie dei pochi esemplari di fungo rimasti. Per aumentare le probabilità di raccolta, è dunque, consigliabile frequentare zone o boschi poco frequentati dagli altri cercatori. La raccolta del dormiente, per via dei paesaggi in cui viene praticata, è un’esperienza davvero unica e indimenticabile. In caso di difficoltà nel riconoscere i funghi commestibili da quelli velenosi, si consiglia sempre di farsi accompagnare da micologi esperti.
Il dormiente, conosciuto anche come Hygrophorus Marzuolus, per la sua comparsa nel mese di marzo, e come fungo alpino o di montagna, edule e primaverile, si può preparare in tanti modi, tutti molto gustosi. La ricetta più frequente e quella del “cotto”, ovvero del fungo lavato, salato, tritato e saltato per dieci minuti in padella con un po’ di olio. Poco prima della cottura, si aggiunge una noce di burro e un tritato di aglio e prezzemolo e lo si porta in tavola. Il dormiente è spesso usato nella ristorazione come ripieno di pasta sfoglia o di pasta fatta a mano.
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