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Il Pitosforo andrà di preferenza collocato in spazi aperti, quali parchi e aiuole, ma non disdegnerà affatto una sistemazione in vaso, anche all'interno degli edifici. Di crescita regolare e non fulminea, in piena terra potrà giungere con facilità a dimensioni di qualche metro. La terra di coltura dovrà essere fertile e poco compatta, nonché dotata a sufficienza di sostanze organiche. Importante sarà assicurarne l'efficace drenaggio, attraverso l'aggiunta di materiali sabbiosi e torbacei. L'opera di potatura sarà importante: annualmente occorrerà, con l'arrivo dei primi tepori, eliminare le ramificazioni invecchiate e quelle cresciute in maniera disordinata, al fine di modellare il complessivo portamento del sempreverde. Ciò avverrà innanzitutto per le piante disposte a siepe ovvero a barriera.
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L'arbustivo ornamentale esprimerà comuni e non esorbitanti bisogni di essere concimato, onde poter assumere i corretti nutrienti. La fertilizzazione, difatti, dovrà eseguirsi soltanto nella stagione primaverile e estiva, ogni 20-25 giorni circa, con stasi completa nella restante parte dell'annualità. All'uopo potrà essere impiegato fertilizzante di natura liquida, opportunamente disciolto nell'acqua di annaffiamento, specifico per Pitosforo o anche generico per piante verdi. In alternativa, si adopererà quello solido, pellettato o granulare dal graduale e progressivo rilascio, alla fine dell'inverno e in pieno periodo autunnale. Il fertilizzante prescelto dovrà preferibilmente prevedere la lieve predominanza delle componenti azotate e potassiche a discapito della restante macrocomponente fosforata.
Il rustico sempreverde andrà posizionato in un habitat notevolmente luminoso e soleggiato, senza temere la diretta esposizione agli irradiamenti solari. Dotato di buona resistenza e adattabilità, tollererà condizioni termiche avverse, sino a qualche grado sottozero, e solo in presenza di freddi particolarmente insistenti andrà protetto e coperto con teloni e tessuti idonei. Il Pitosforo, in conclusione, assai difficilmente sarà colpito da patologie crittogamiche, nondimeno potrà essere oggetto di attacchi di insetti e parassiti, come l'oziorinco. Trattasi di un piccolo insetto che agisce di notte, nutrendosi abitualmente di fogliame e di germogli dell'arbusto. Il contrasto si baserà sull'utilizzo di accorgimenti impeditivi e di trappole specifiche oppure, nei casi gravi, di efficace insetticida.
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