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La grifola frondosa è un fungo commestibile appartenente alla famiglia delle meripilaceae. Cresce nei boschi di latifoglie, specie sotto i castagni. Il suo hatibat di diffusione sono i boschi del Giappone, dell’Appennino Tosco-Emiliano, delle pre- Alpi marittime del Piemonte e della Sila in Calabria, per quanto riguarda l’Italia. La grifola frondosa compare da fine agosto e fino al mese di ottobre. Non si tratta di una specie molto diffusa e spesso la si ritrova a stagioni alterne ogni due o quattro anni. Il fungo presenta un carpoforo alto fino a mezzo metro, molto frastagliato e con cappelli a forma di ventaglio o cresta di gallo. Il colore del cappello è compreso tra il bruno e il grigio. Il peso del fungo può raggiungere anche gli otto chili. Il margine del cappello è abbondantemente ondulato. I pori sono bianchi e rotondi, piccoli nelle specie giovani e più grandi in quelle più mature. Il gambo è di colore bianco, molto ramificato e posto lateralmente ai cappelli. La carne è delicata, fragile, bianca e non cambia colore al tocco o a contatto con l’aria. L’odore della stessa è molto intenso e aromatico, ma non si può descrivere facilmente. Il sapore è delicato, ma comunque buono. Le spore sono bianche e massive.
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La grifola frondosa è un ottimo fungo commestibile. Contiene infatti importanti sostanze nutritive quali potassio, calcio, magnesio, vitamina B2, D2 e PP, amminoacidi e fibre, oltre a una certa dose di beta-glucani, composti che stimolano il sistema immunitario e controllano l’assorbimento di zuccheri e i livelli di colesterolo nel sangue. Il fungo è ottimo fritto, oppure sott’olio. La frittura di grifola frondosa si prepara con gli stessi ingredienti previsti per altri funghi. I cappelli di questo fungo sono ottimi anche impanati con mollica, formaggio e uovo. Questo fungo non è adatto a chi è allergico a questo particolare alimento.
La grifola frondosa, oltre a essere un fungo commestibile, possiede anche proprietà officinali e terapeutiche. Le sue proprietà derivano dalla presenza di beta-glucani, sostanze che controllano i livelli di colesterolo cattivo nel sangue e i livelli di assorbimento degli zuccheri. Per queste proprietà il fungo è indicato per prevenire la sindrome metabolica, fastidiosa condizione clinica che si manifesta con alti valori di glicemia, colesterolo e trigliceridi. Il consumo regolare di grifola frondosa tiene sotto controllo questi valori impedendo patologie quali diabete, ipertensione e danni cardiovascolari. Dalla grifola frondosa si estraggono proprio i principi attivi usati per curare la sindrome metabolica. Questi principi vengono commercializzati sotto forma di capsule. La dose ideale di capsule è da una a tre al giorno, secondo prescrizione medica. La grifola frondosa si trova anche in vendita nei supermercati, ma il migliore assorbimento dei suoi principi attivi sembra avvenga attraverso le capsule.
Recenti studi, alcuni compiuti nel 2009, rivelano anche che la grifola frondosa avrebbe proprietà antitumorali. La combinazione di nutrienti ( sali minerali, amminoacidi, vitamine e betaglucani) svolgerebbe un importante ruolo di stimolazione del sistema immunitario attivando i linfociti T e nel cellule NK, ovvero le Natural Killer. Si tratta di cellule che attaccano quelle tumorali fagocitandole e uccidendole. Questo naturale processo di eliminazione delle cellule tumorali viene detto “apoptosi”. Alcuni esperimenti hanno dimostrato che gli estratti di grifola frondosa attiverebbero le cellule NT contro alcune tipologie di tumori, tra cui quello alla prostata e al seno. Altri studi stanno testando l’efficacia degli estratti del fungo anche su altri tipi di tumore. L’assorbimento dei principi del fungo è anche favorito dalla contestuale assunzione di vitamina C. La grifola frondosa stimolerebbe anche l’ovulazione nelle pazienti affette da policistosi ovarica, una sindrome che può causare anche sterilità. L’assunzione di estratti di grifola frondosa va evitata in caso di allergia ai funghi e in caso di assunzione di farmaci ipoglicemizzanti, i cui effetti sarebbero ulteriormente potenziali da quelli del fungo. La grifola frondosa o gli integratori a base dei suoi estratti vanno evitati anche in caso di trapianto di organi.
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