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Il ferro, in natura, è presente nel suolo in forma insolubile e, dunque, non facilmente assimilabile dalle piante, che catturano tutti gli elementi nutritivi di cui necessitano assorbendoli tramite l’apparato radicale. Per consentire alle piante di assorbire correttamente la giusta quota di ferro, bisogna somministrarlo in forma insolubile, tramite concimi da diluire in acqua. La somministrazione regolare di ferro impedisce i fenomeni di carenza e dona alla pianta un’ottima colorazione verde nelle foglie e un colore luminoso nei fiori. In genere, la concimazione ferrosa viene detta proprio di rinverdimento e serve a prevenire o a ripristinare i fenomeni di ingiallimento e scolorimento delle foglie.
Le piante manifestano la carenza di ferro quando iniziano a ingiallirsi lungo il margine delle foglie, che possono scolorire o imbiancarsi del tutto o in parte. Il fenomeno viene chiamato “clorosi fogliare” e si manifesta nelle piante coltivate su terreni calcarei. Il calcare, infatti, rende il ferro meno solubile, impedendone l’assimilazione da parte delle piante. La somministrazione di concimi ferrosi nei terreni calcarei va fatta periodicamente e con regolarità, perché una sua interruzione porterebbe le piante ad accusare nuovamente i sintomi della clorosi. L’ingiallimento fogliare impedisce alle piante di compiere la fotosintesi. Ne consegue che il destino delle foglie scolorite o stinte sarà quello di seccarsi e cadere prematuramente.
Molti neofiti del giardinaggio, per rinverdire le proprie piante, preferiscono affidarsi a rimedi empirici, come la somministrazione di lamine o pezzettini di ferro all’interno del terriccio del vaso. Questa operazione è inutile e dannosa per le piante poiché queste assimilano il ferro solo in forma solubile. La soluzione ideale per fornire alle piante tutto il ferro di cui hanno bisogno, è la concimazione ferrica, ovvero il ricorso a fertilizzanti contenenti una giusta percentuale di questo minerale. I concimi ferrici possono essere a base di chelati ferrici e a base di sali di ferro. Questi ultimi sono sconsigliati per la concimazione dei terreni calcarei, che tendono a rendere il ferro troppo insolubile. I chelati, invece, mantengono inalterata la loro solubilità, consentendo delle operazioni di rinverdimento sicure ed efficaci.
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