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Come già accennato al precedente paragrafo, lo zolfo è un elemento che assume una certa utilità per le nostre piante. Si tratta di un mesoelemento che non è importante come i macroelementi, ovvero azoto, fosforo e potassio, e nemmeno come i microelementi, ma la sua presenza permette di migliorare la composizione chimico fisica del terreno rendendolo più fertile. I batteri del suolo usano lo zolfo per dare vita ad altri composti sulfurei che facilitano l’assorbimento dei macro e dei microelementi da parte delle piante., specie dell’azoto e del fosforo. Per la presenza di due aminoacidi, lo zolfo permette anche la formazione delle proteine.
I sintomi da carenza di zolfo non sono facilmente distinguibili nelle piante, anche perché sono spesso confusi con altre patologie vegetali. In ogni caso, quando sussiste una carenza di zolfo, le piante crescono poco, maturano in ritardo, sono più piccole, le foglie si ingialliscono e le radici diventano bianche e molto ramificate.
Lo zolfo è uno dei composti che assieme al rame viene utilizzato per combattere malattie fungine delle piante, come l’oidio e la fumaggine, ma anche per combattere alcuni parassiti vegetali come gli acari. I prodotti a base di zolfo vengono venduti in formulazioni polverizzabili, bagnabili e colloidali. Questi ultimi sono zolfi ridotti in particelle molto sottili. Le polveri di zolfo sono tossiche, specie quelle più sottili, ecco perché alcune formulazioni in polvere sono state vietate in agricoltura biologica. Per ridurre al minimo la fitossicità dei prodotti a base di zolfo bisogna usarli nel periodo di riposo vegetativo della pianta, quando le gemme sono chiuse, in giornate non troppo ventose e a distanza di un mese tra un’applicazione e l’altra. Lo zolfo non va applicato contestualmente ad altri pesticidi, agli oli minerali e ad antiparassitari a reazione basica o alcalina.
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