La veccia

L'irrigazione

La veccia è una pianta poco impegnativa, tuttavia teme i terreni asciutti, leggeri. Occorre quindi procedere a annaffiature regolari, ma non abbondanti. In caso di siccità, se non piove o fa troppo caldo, prima dell'inizio della fioritura, bassi flussi di acqua permettono alla veccia di continuare a crescere. Dopo la semina si irrigherà per aspersione, mantenendo in seguito il terreno umido. Alla fine della fioritura, l'assunzione di acqua compenserà lo stress idrico, che può ridurre la produzione di sementi. La veccia tollera precipitazioni tra i 350 e i 1650 mm l'anno, ma cresce meglio con più di 750 mm l'anno. Durante la stagione delle piogge può soffrire di umidità in eccesso, che promuove lo sviluppo di malattie. Non è una pianta adatta per i climi tropicali, umidi.
Veccia

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La coltivazione

Caratteristiche veccia La coltura della veccia richiede una certa preparazione del terreno. Una buona aratura permette lo sviluppo delle radici e rimuove tutte le erbacce presenti nel suolo. Per finire, il letto di semina deve essere eseguito molto finemente. La semina della veccia avviene tra marzo e aprile e ad agosto, sino a settembre. La dose di semina è di 15 gr al metro quadro, o 9 gr al metro quadro se mista, con 60% di veccia e 40% di cereali. Se seminata in primavera, la fioritura avverrà a giugno, luglio. Il raccolto sarà estivo o invernale. Se sarà seminata a fine estate, la raccolta avverrà la primavera successiva. Si può piantare la veccia insieme ad un cereale, come avena o segale. Le differenti piante saranno complementari e ottime come sovescio. La veccia viene seminata a getto: i semi sono distribuiti sul suolo e coperti con 1 cm di terreno. La terra è quindi compattata con un rullo o con il retro di un rastrello. Durante il ciclo di sviluppo, la veccia è insensibile alla concorrenza delle erbe aggressive. Un semplice diserbo sarà invece necessario al momento della nascita delle piantine.

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La fertilizzazione

Campo veccia La veccia non richiede alcuna cura. Come tutte le piante della sua famiglia botanica, la veccia ha la capacità, grazie a dei batteri che ospita nelle radici, i nodi, di catturare l'azoto atmosferico e di restituirlo al suolo. Si stima che la veccia arricchisca il terreno nel quale cresce, di 120 kg di di azoto per ettaro all'anno. Ciò spiega il suo utilizzo come concime naturale. Essa aggiunge azoto sufficiente per rispondere quasi a tutti i bisogni delle colture successive. Rende anche il potassio più assimilabile dalle nuove coltivazioni. La crescita rapida della veccia, che alcuni qualificano anche come aggressiva, perché predomina sui vegetali vicini, permette di limitare efficacemente la presenza delle erbacce. Inoltre, il suo sistema radicale si estende a 20 cm. di profondità e struttura bene il suolo.


La veccia: Esposizione e malattie

Piante erbacee La veccia richiede un'esposizione soleggiata o in semi ombra. Non è molto esigente sulla natura del suolo, tollerando anche i terreni acidi, ma accetta difficilmente le terre leggere. E' molto rustica, resistendo a temperature da -5° C a -10° C. La veccia subisce raramente attacchi di malattie o di parassiti. Può essere invasa da formiche, ma ciò non è dannoso, perché esse la proteggono da altri organismi nocivi, come ad esempio i bruchi. Altri parassiti comprendono la lumachina grigia, Deroceras reticolatum, l'anguillula dei cereali, che attacca le radici, il punteruolo dell'erba medica e i curculionidi. Si tratta, comunque, di attacchi che avvengono molto sporadicamente. Le manifestazioni più gravi sono quelle causate da funghi che provocano il deperimento, come il Verticillium Albo-atrum o la Sclerotinia Trifoliorum.



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