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La pianta dei cocomeri è un rampicante e dà i frutti una sola volta all'anno, nel periodo compreso tra giugno e settembre. Variazioni della stagione, come estati anticipate o prolungate, possono ovviamente variare i tempi di fioritura, produzione e maturazione dei frutti. Le foglie della pianta di cocomero hanno una forma più o meno triangolare e sono coperte da una peluria spessa e ruvida. I fiori sono non molto grandi e bianco-gialli. Il frutto può avere forma ovale o più tondeggiante, e può pesare da due o tre chilogrammi, per arrivare ad esemplari che possono anche superare i venti chilogrammi. Comunque questo è difficile che avvenga alle nostre latitudini,a meno che non si stia parlando di coltivazione in serra. La polpa del frutto di solito è rossa, ma ci sono delle qualità, piuttosto rare e di non comune utilizzo da noi, che presentano colori diversi, come il bianco o il giallo.
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La pianta del cocomero è rampicante: i rami possono essere fatti crescere usando delle canne o dei bastoni come sostegno, oppure possono essere fatti semplicemente allargare sul terreno, e in questo caso richiederanno un po' di spazio disponibile, almeno due o tre metri quadri a pianta. La fioritura non prende il via fino a quando le temperature non sono abbastanza elevate, per cui solitamente a maggio-giugno si cominciano a vedere i primi fiori. La concimatura del terreno deve essere abbondante. La pianta del cocomero vuole molto sole. Non teme il caldo, ma vuole molta acqua. Questa però non deve ristagnare, altrimenti i rami rischiano di marcire. Al momento della maturazione dei frutti, bisognerà ridurre le innaffiature, altrimenti i cocomeri rischiano di diventare acquosi e poso saporiti.
Il nome scientifico del cocomero è citrullus ianatus. Viene detto anche anguria, nel Nord Italia e melone d'acqua invece nel Sud. In inglese è analogamente chiamato watermelon. In effetti assomiglia molto a un melone, con la differenza che la polpa è, appunto, molto più acquosa. Finché non appaiono i frutti, è molto facile confondere la pianta di cocomero con quella del cetriolo, e in effetti appartengono alla stessa famiglia, quella delle cucurbitacee: non a caso se si mangia un cocomero non maturo, il retrogusto che si sentirà sarà appunto l'aroma tipico del cetriolo. C'è la possibilità di far sì che i cocomeri non siano tondeggianti, come si presentano in natura: facendo crescere i frutti in recipienti di forma diversa, questi si adatteranno al contenitore. Se poi cercate un'idea originale per una macedonia, tagliate in due un cocomero, svuotatelo della polpa, che unirete ad altra frutta, e usate le due metà per riempirle con la macedonia e per usarle come originale recipiente da portare in tavola.
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