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A seconda della distanza richiesta dalla specie orticola per svilupparsi, in particolare nel caso di piante a lenta crescita e produzione, per preparare il terreno dell’orto familiare alla semina a file parallele occorre impugnare una zappa o una zappetta per tracciare manualmente (o a macchina nell’impianto di estesa dimensione) una serie di solchi superficiali (circa cm 1-3 di profondità) allineati in successione ordinata e regolare nei quali lasciare cadere le sementi, sottoporle a una certa pressione con cautela, ricoprirle di terra, richiudere i piccoli scavi riportando le zolle entro il tracciato utilizzando lo stesso attrezzo o un rastrello per battere leggermente in modo da compattare il suolo. Dopo avere seminato in un solco dopo l’altro, in modo non eccessivamente fitto per non rendere difficoltoso lo sviluppo delle giovani piantine, l’area deve essere mantenuta costantemente umida sottoponendola ad innaffiature piuttosto delicate per evitare di smuovere eccessivamente il terreno con i semi interrati. Questa tecnica di semina in un solco dopo l’altro risulta la più praticata in orticoltura in quanto vantaggiosa non soltanto per distribuire le sementi, ma anche per svolgere le lavorazioni successive nell’orto, controllare le infestanti, procedere al diradamento e irrigare.
Principalmente per mantenere meglio al calore la pianta coltivata, per i semi di dimensione maggiore (Cucurbitaceae come zucche e zucchini, legumi quali fagioli, fave, ecc.) è indicata la semina a buche (o postarelle) eseguibile mettendo a dimora 2-4 sementi insieme per volta a una profondità doppia o tripla la loro dimensione all’interno di ogni piccolo alloggio scavato con un cavicchio o un foraterra in file equidistanti a livello superficiale. Appena ricoperto il seminato, il terreno deve essere rastrellato lievemente in un solo senso, compresso un poco con un badile o con un rullo e, nel caso, coperto con un telo di tessuto (fino alla comparsa dei germogli, poi è da togliere) e bagnato con una prima annaffiatura a doccia (da ripetere spesso in seguito senza eccedere). Ad avvenuta germinazione, si lascia campare la piantina cresciuta più vigorosa nella sede predestinata separando invece le altre nate in eccesso per trapiantarle a debita distanza.Un quantitativo di sementi di piccole dimensioni viene sparpagliato sul terreno manovrando una seminatrice a rullo oppure a mano, compiendo un ampio movimento con il braccio e rotatorio del polso per distribuirne una manciata qua e là durante l’operazione di semina a spaglio. Pur scegliendo una giornata adatta, serena e non ventosa, questa tecnica richiede una buona dose di abilità e di accuratezza per riuscire a mantenere una distribuzione regolare e uniforme senza rischiare di concentrare troppe sementi (soprattutto nel caso di orticole da radice) ammucchiate in qualche punto che, di conseguenza, richiederebbero di intervenire per effettuare un intervento di diradamento diretto a dividere le piantine cresciute troppo fitte, soffocate per l’eccessiva vicinanza e rischiando l’insorgere di muffe, per toglierne qualcuna dalla parcella seminata e garantire così ad ognuna lo spazio necessario per riuscire a svilupparsi adeguatamente, più in salute e a maggiore resa. Per semplificare la pratica di tale esecuzione di per sé difficile e imprecisa, migliorarne l’uniformità distributiva a scapito di eccessivi ammucchiamenti di semi sulla terra, è opportuno lanciare questi mescolati ad una pari quantità di sabbia di fiume asciutta (oppure fine segatura o terriccio più scuro di quello dell’appezzamento). Dopo avere seminato, si ricopre la superficie di uno strato equamente distribuito di pochi millimetri di terriccio (ricco, finemente lavorato miscelato con una parte uguale di torba e al quadruplo di sabbia di fiume), equivalente al doppio-triplo del diametro del seme, quindi rastrellato con delicatezza muovendo il rastrello sulla posa, nel senso della larghezza e della lunghezza, per coprire le sementi ed evitare che, rimanendo posate in superficie, vengano attaccate da formiche o da insetti, operando un’indispensabile conclusiva pressatura con il dorso del badile o ricorrendo al rullo in caso di appezzamento esteso per comprimere il terreno e proteggere i semi in modo che, durante le seguenti frequenti annaffiature effettuate in modo delicato ed omogeneo, ancor meglio a pioggia, non vengano spostati a mucchio fuori sede prima della germinazione. Nelle successive tre settimane, il terreno deve essere mantenuto umido innaffiandolo con irrigazione a pioggia, senza provocare effetti di ruscellamenti (dislocano i semi) o lasciare incrostare le zolle, in modo tale da favorire la germinazione, ricorrendo in seguito a riseminare le stesse sementi in eventuali zone rimaste rade dopo la crescita uniforme attorno. Questo metodo è indicato per ortaggi a rapido ciclo (fagiolini), da taglio (cicoria, lattuga, prezzemolo, rucola, spinaci, ecc.) e da radice (carota, ravanello, ecc.), ma rende più difficoltosi gli interventi di pulizia per estirpare le erbe infestanti.
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