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Il porro coltivazione può essere fatta inizialmente in semenzaio. Dopo che i semi saranno germogliati e sviluppati per circa 2 cm, le piantine saranno trapiantate in contenitori più ampi ad una distanza di 2 cm l'una dall'altra. Dopo i primi mesi di crescita le piantine saranno sottoposte a marzo al processo di rinvigorimento, con il trasferimento delle piantine in aperto terreno. Sarà necessario realizzare delle file di buche di circa 15 cm di profondità ogni 30 cm. Ogni fila sarà distanziata dalle altre per 40 cm. Alle piantine va tolta la cima del fusto e vanno infilate nelle buche facendo fuoriuscire solo pochi cm della parte verde esterna del porro. Con questa operazione si permette alla pianta di sviluppare l'apparato radicale necessario alla rigenerazione dell'apparato fogliare esterno.
Il porro si adatta a qualsiasi tipo di terreno, sia ricco di sostanze nutritive e idriche, sia arido e povero di umidità. Tuttavia se si vuole uno sviluppo rigoglioso delle piante, è bene procedere ad una buona concimazione del suolo prima di porre a dimora i semi. La fertilizzazione da adottare è unicamente biologica, costituita da letame ben maturo, setacciato e mescolato a torba. Il concime deve essere sparso sul terreno prima di una leggera aratura, che effettuerà un rimescolamento del terriccio e del compost organico apportato. Dopo questa operazione il suolo risulterà ben aerato con una buona carica di sostanza nutritiva per l'impianto delle piantine. L'apporto di azoto permetterà all'apparato radicale di svilupparsi in profondità per raggiungere la zona del terreno con più alto livello di umidità.
Il porro è una pianta robusta, che cresce sia in pieno sole che a mezz'ombra. I parassiti del porro sono gli stessi che colpiscono la cipolla. Tra i più diffusi si ritrova la ruggine che crea delle macchie scure sulle parti verdi della pianta. Altro parassita è la peronospora che causa la morte della pianta attraverso la lenta necrosi prima delle parti verdi e poi del bulbo presente sotto terra. Altro attacco da fungo è l'alternariosi, che colpisce sia il seme che la pianta e causa, anche in questo caso la necrosi prima di alcune parti e poi dell'intera pianta. Infine la malattia conosciuta con il nome di marciume bianco, causa il progressivo ingiallimento della pianta e la caduta delle foglie più vecchie. Infine il pericolo più frequente è l'attacco di nematodi, larve di mosca presenti nel terreno che attaccano il bulbo e compromettono interi raccolti. Il rimedio biologico adottato per combattere gli attacchi fungini è l'utilizzo di rame sciolto nell'acqua di irrigazione.
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