La rotazione allarga e massimizza la varietà di colture (a foglia, legumi, raccolta di radice) che, assumendo elementi diversi dal suolo tramite le radici in crescita che si allungano per esplorare meglio profondità diverse, impediscono che nell’orto diminuiscano progressivamente, in modo sproporzionato fino ad esaurirsi, i livelli della stessa gamma di sostanze nutritive utilizzate, servendo così a mantenere o migliorare la fertilità nel terreno con la presenza di elementi specifici di nutrienti. La coltura dissimile, durante la stagione successiva, restituisce al suolo un certo nutriente in precedenza assorbito dall’altra pianta o disegna un diverso rapporto di sostanze nutritive contribuendo ad aumentare resa e profitti netti e interrompendo anche il ciclo di eventuali erbe infestanti, che vengono eliminate. Intanto migliorano le caratteristiche fisiche della struttura del terreno, che diventa meno compattata e degradata da pozzanghere o incrostazioni e, in modo variabile a seconda del clima, dall'erosione operata dal vento e dalla pioggia, migliora la stabilità globale e diventa più efficiente la gestione delle risorse idriche infiltrate. Lo sfruttamento diversificato del sottosuolo è quindi uno degli obiettivi di una rotazione ideale di colture che prevede che quelle preparatrici (o da rinnovo) come i legumi della famiglia delle Leguminosae siano seguiti da ortaggi a foglia che hanno bisogno degli alti livelli di azoto atmosferico fissati in grande quantità (variabile a seconda di quello disponibile, della specie e dell’intervento di altri fattori) come azoto organico nel suolo per effetto dell’assorbimento biologico proprio delle leguminose Fabaceae; dopo le colture a foglia (che aggiungono materia organica con radici, steli, foglie) si possono coltivare quelle da radicamento provviste di radici che, comportandosi diversamente, scendono più in profondità, così i nutrienti e l’acqua vengano utilizzati con maggiore efficacia attraverso le diverse stratificazioni terrose. Dopo tutte le coltivazioni è possibile comunque proseguire una volta all’anno, in un’unica zona a turno della rotazione, con il trattamento agricolo del maggese per lasciare in sosta di riposo la coltivazione orticola per dodici mesi consecutivi in modo da lasciare rigenerare in modo efficace gli elementi nutritivi nel sottosuolo mentre non viene effettuata alcuna lavorazione. Durante la lavorazione conservativa della rotazione, si può anche praticare anche quella di piantagione da sovescio seminando una pianta miglioratrice appartenente alla famiglia delle Leguminosae (piselli, fave, fagioli, fagiolini) appunto per la loro capacità di arricchire il terreno di azoto.
Il coltivatore dilettante alle prime armi deve quindi avere presente le diverse famiglie botaniche (es. meloni, zucche, zucche, zucchine appartengono alle Cucurbitaceae) di piante di ortaggi prima che venga il momento in cui dover prendere in considerazione la tecnica corretta di rotazione delle colture, decidere la specie e la sequenza a seconda della natura del suolo dell’orto, del clima e delle precipitazioni. La rotazione colturale può essere a cadenza biennale, triennale (praticata in Europa dalla fine del Medioevo per i cereali, introdotta nelle nazioni nord-occidentali nel X secolo e in Italia dai monaci Cistercensi nelle aziende agrarie dipendenti dal monastero nel XII), quadriennale (lanciata nel XVI secolo da agricoltori inglesi, popolare nel XVIII secolo, chiave di sviluppo nella rivoluzione agraria inglese) o pluriennale. Di conseguenza, per esempio, se sono sempre stati mantenuti pomodori nella stessa zona dell’orto nel corso degli ultimi anni, non bisogna pianificare di sostituirli con melanzane, patate o peperoni essendo anche questi appartenenti alla stessa famiglia tassonomica delle Solanaceae e quindi spesso sensibili alle medesime malattie e insetti, ma con un impianto botanico completamente diverso. Un legume come il fagiolo, ad esempio, non è interessato dalla peronospora del pomodoro, pertanto ruotando i pomodori con i fagioli, i parassiti specifici che incidono solamente sul quel tipo di vegetale sono destinati a morire per la perdita di cibo, così sparisce pure il problema della malattia. Lo stesso dicasi andando a optare su un qualsiasi altro vegetale non appartenente alla famiglia delle Solanaceae, come potrebbero essere i cavoli (Brassicaceae) o i cetrioli (Cucurbitaceae), senza trascurare che i legumi sono i tradizionali da rinnovo: fissatori di azoto atmosferico tramite i noduli radicali, arricchiscono e migliorano apportando sostanza organica al terreno, rendendolo pronto ad ospitare piante più esigenti che riaprono il ciclo.
Tra i numerosi diversi sistemi di rotazione applicabili a orti di ridotta dimensione, le impostazioni dei più diffusi sono basati sulle esigenze nutritive differenti degli ortaggi suddivisi in tre gruppi – a consumo forte di sostanze nutritive (cavoli eccetto cavolo rapa, cetrioli, insalate, melanzane, meloni, patate, peperoni, pomodori, sedani, sedani rapa, spinaci, zucche, zucchini), medio (aglio, aromatiche, barbabietole, bietole, cavoli rapa, carote, cicoria, cipolle, finocchi, porri, radicchio, ravanelli, rucola, scorzonera), debole (fagioli, fagiolini, fave, piselli, prezzemolo) . Oppure, come preferito in orticoltura biologica, sullo sviluppo vegetativo degli ortaggi raggruppati in quattro serie a seconda se da frutto (angurie, cetrioli, fagioli, fagiolini, fave, melanzane, meloni, piselli, peperoni, pomodori, zucche, zucchini), foglia (cavoli, cicorie, finocchi, insalate, radicchi, rucola, sedani, spinaci), radice (aglio, barbabietole, carote, cipolle, patate, porri, ravanelli, rape, scorzonera, sedani rapa), fiori (aromatiche quali maggiorana, borragine, cavolfiori, ecc.).
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