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Una volta che ha messo le radici, la pianta dell’alloro non necessita di grandi cure e cresce rigogliosa. Va piantata in autunno o in primavera, scegliendo una zona ben soleggiata del giardino. È sconsigliato fare questa operazione nei mesi freddi. Durante il primo anno l’alloro va innaffiato regolarmente, soprattutto durante il periodo estivo, per far sì che la pianta si adatti bene al suolo. Una volta che le radici si saranno sviluppate, sarà sufficiente innaffiare soltanto nei mesi estivi quando maggiore sarà la calura e la siccità. La potatura va effettuata una o due volte l’anno, all’inizio della primavera o a settembre. Benché resista alla maggior parte delle malattie, l’alloro è esposto all’attacco degli afidi. Questi piccoli parassiti di colore verde chiaro si riconoscono ad occhio nudo. Se hanno attaccato la pianta, è possibile scovarli al di sotto delle foglie, lungo le nervature. Un rimedio per eliminarli è quello di nebulizzare sul fogliame un miscuglio di olio e acqua. In questo modo, assolutamente biologico, non solo si allontaneranno le pulci, ma si nutrirà anche la pianta.
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Alla pianta dell’alloro è dedicato un famoso mito greco, che vede protagonisti Apollo e Dafne. Si narra che Cupido, infastidito dalla tracotanza di Apollo, avesse forgiato due frecce, una in grado di far innamorare chi fosse stato colpito e l’altra, invece, di provocare repulsione. Decise di utilizzare la prima su Apollo e la seconda su una bellissima ninfa chiamata Dafne. Il dio, in preda a una passione incontrollabile, iniziò a inseguire Dafne che scappò spaventata. Incalzata da Apollo, la ninfa invocò in aiuto la dea della Terra, Gea, la quale rispose al suo appello trasformandola in una pianta di alloro proprio nell’attimo in cui stava per essere catturata. Da quel momento l’alloro diventò la pianta sacra ad Apollo, il dio delle arti. L’usanza, nata in Grecia e poi diffusasi nell’antica Roma, di utilizzarne le foglie per adornare il capo dei vincitori, dei poeti e degli artisti trae origine proprio da questo mito. Il termine moderno "laureato" racchiude un riferimento all’alloro, altrimenti noto in botanica come "laurus nobilis".
La pianta dell’alloro tollera molto bene le potature, anche quelle più severe. Queste sono indispensabili se si vuole limitare il suo sviluppo o conferirgli un aspetto regolare e ordinato. Va precisato, infatti, che sebbene l’alloro si presenti sotto forma di cespuglio di medie dimensioni, può crescere fino a diventare un albero alto anche 10 metri. Se si desideri creare in giardino una siepe con questa pianta aromatica, è necessario procedere almeno a una potatura ogni anno. La siepe di alloro si rivelerà un’ottima alternativa alle più diffuse conifere per allontanare sguardi indiscreti e proteggere dai rumori provenienti dal quartiere o da strade trafficate. Quest’arbusto presenta un fogliame rigoglioso e serrato, capace di trasformarsi in un isolante acustico naturale. Il periodo migliore per potare la siepe di alloro, al fine di rallentarne la crescita, è in autunno. Al contrario, se si vuole che la pianta si sviluppi più rapidamente, bisogna effettuare questa operazione nel periodo primaverile.
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