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La Buddleja davidii si moltiplica tramite talea legnosa o semilegnosa; l'impianto deve essere effettuato in un contenitore riempito con terriccio universale, torba e poca sabbia, per poi eseguire il trapianto in un vaso più ampio o in pieno terreno dopo qualche mese. Questa pianta, perfetta per decorare giardini, parchi e terrazze, si adatta facilmente anche ai suoli calcarei, purché siano caratterizzati da un buon drenaggio. La potatura è finalizzata all'eliminazione dei rami malati o disseccati e, di conseguenza, al miglioramento della fioritura; è fondamentale utilizzare strumenti puliti, disinfettati ed affilati, così da scongiurare il rischio di infezioni. Si consiglia, inoltre, di pacciamare il terreno con paglia o altri materiali organici, per proteggere l'esemplare dal freddo e dalle gelate.
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La concimazione della Buddleja davidii deve essere effettuata almeno due volte all'anno, in primavera e in autunno, con prodotti organici da interrare alla base della pianta, oppure con fertilizzanti granulari a rilascio lento. L'esemplare coltivato deve essere rifornito di tutte le sostanze di cui ha bisogno per uno sviluppo corretto: i macroelementi più importanti sono il potassio, il fosforo e l'azoto. Tutti e tre svolgono funzioni essenziali, poiché il primo aumenta la resistenza dell'arbusto al freddo e ai parassiti, il secondo rafforza le radici e supporta il metabolismo, il terzo interviene nella crescita dei tessuti. L'azoto, tuttavia, soprattutto in autunno non deve mai essere sovrabbondante, in quanto un accrescimento abnorme delle parti vegetative indebolirebbe la pianta per l'inverno.
L'esposizione deve avvenire in un luogo soleggiato, luminoso e riparato dalle intemperie; la pianta tollera poco le temperature eccessivamente basse. I parassiti più diffusi e fastidiosi sono gli afidi, i quali rovinano il fogliame e i germogli per succhiare la linfa e determinano, in questo modo, la trasmissione di numerosi virus; si riconoscono per il loro colore, brunastro o verde, e si combattono con rimedi naturali quali il macerato d'ortica e l'infuso d'aglio. Possono, in più, verificarsi malattie fungine come i marciumi e le muffe, che conducono progressivamente al deperimento dell'arbusto. Si raccomanda di recidere subito le parti colpite e di applicare prodotti cicatrizzanti sui tagli, per poi procedere con anticrittogamici a base di zinco, rame o zolfo da somministrare in due o tre trattamenti.
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