Berberis Atropurpureus Pianta di Berberis in vaso - 10 Piante in Vaso 7x7 Prezzo: in offerta su Amazon a: 12,99€ |
L’oleandro cresce molto rapidamente, non teme la siccità e si adatta anche a terreni salini; è una pianta molto velenosa. Esistono molto varietà create dall’uomo, a fiore semplice, doppio e semidoppio, hanno colori variegati e diverse sfumature, eccone alcune: Mont Blanc, Alsace, Altini, Hardy Red, Italia, Maravene, Emile, Hardy Pink, Magaly, Margaritha, Sealy Pink, Angiolo Pucci, Mrs. Roeding, Rosita, Soleil Levant, Tito Poggi, Luteum Plenum, Marie Gambetta, Hawai. Una curiosità: il significato dell’oleandro, nell’antichità, era di buon auspicio e fortuna, col passare del tempo però, forse perché scoperta la sua tossicità, è diventata un simbolo funereo.
A Venezia e nella regione Toscana sono sorti molti detti riguardo all’oleandro e alle disgrazie che portava, tanté che i morti venivano ricoperti di fiori di questa pianta, tradizione che venne adottata poi anche dalla popolazione siciliana. ALTEA CYCAS CONCIME MICROGRANULARE IN CONFEZIONE DA 750 GRAMMI Prezzo: in offerta su Amazon a: 14,5€ |
La caratteristica più nota che si associa dell’oleandro è la sua elevata tossicità che è data dalla ouabaina, ogni parte di questa pianta è velenosa, foglie, tronco, semi e, nel caso si bruciassero queste parti, bisognerà stare attenti a non respirarne il fumo.
I sintomi e danni che potrebbe provocare se ingerita possono essere racchiusi in: aumento del battito cardiaco e della respirazione, disturbi allo stomaco con vomito e bruciore, stato di assopimento. L’oleandro mantiene la sua tossicità anche dopo essere stato essiccato. Questa pianta è velenosa per tutti gli animali, quelli maggiormente colpiti sono i bovini, equini ed altri piccoli carnivori. Per esempio, per quando riguarda il cavallo, se ne ingerisse una cospicua quantità, esso morirebbe per collasso cardio-respiratorio.Stare sempre attenti, quando si effettuano le operazioni di cura all’oleandro, di munirsi sempre di guanti di gomma perché, come detto prima, ogni parte di questa pianta è molto tossica e potrebbe provocare danni molto gravi; ricordatevi inoltre di lavare bene questi guanti dopo averli utilizzati, anche eventuali residui lasciati su di essi da questa pianta si possono rivelare nocivi per la nostra salute.Anche dell’oleandro abbiamo moltissime specie, di seguito vi parleremo delle principali.
Nerium Oleander: come spiegato precedentemente, questa è la specie che ha origine nei paesi del Mediterraneo ed orientali, è quella maggiormente diffusa. I rami con flessibili, di media grossezza con foglie lunghe che si formano a gruppi di due-tre. I fiori crescono alla fine dei rami, possono avere colore bianco, giallo, arancio, lilla, rosso ed hanno un gradevole profumo. Nelle terre di origine questa pianta può arrivare ai sei metri di altezza. Nerium Indicum: questa specie, detta anche Nerium Odorum, trova la sua maggior diffusione nel medio oriente, Cina e Giappone. E’ molto simile alla specie precedente ma più piccola, i fiori sono anch’essi profumati, sono presenti quasi tutto l’anno e possono avere colore rosa o bianco.L’oleandro gradisce luce del sole ed ambienti ben aerati durante tutto il periodo dell’anno. Questa pianta si adatta bene sia a temperature piuttosto elevate che a quelle molto rigide ma, per un ottimo sviluppo, sarebbe opportuno coltivarla ad una temperatura di circa 18°C.
Se deciderete di coltivare il vostro oleandro all’aperto, andrà messo in una posizione dovrà avrà sole diretto, se la terrete in casa sarà necessario porla in una zona molto esposta alla luce. Un consiglio molto importante: se avete bambini piccoli o animali, data l’alta tossicità di questa pianta e le conseguenze che si possono manifestare con la sua ingestione, vi sconsigliamo di coltivarla all’interno della vostra casa. L’oleandro necessita di un terriccio fertile, meglio se povero e sciolto. Il periodo migliore per rinvasare è quello primaverile, per effettuare questa operazione andrà preso un vaso più grande del precedente e, sul fondo, andranno messi dei pezzi di vasi rotti o altro materiale, affinché favoriscano il drenaggio dell’acqua d’innaffiatura; come la maggior parte delle piante, anche l’oleandro teme i ristagni idrici. In febbraio e marzo sono i mesi migliori per procedere all’impianto.La moltiplicazione dell’oleandro avviene per seme o per talea.
Quella per seme è svantaggiosa per due motivi: il primo è perché il seme prima di svilupparsi impiega moltissimo tempo, il secondo, come detto per molte altre piante, è che non si avrà mai la certezza di avere piante uguali a quella madre. Di seguito spieghiamo brevemente come avviene la moltiplicazione per talea dell’oleandro:Si devono prelevare le talee nella stagione primaverile, esse dovranno avere una lunghezza di circa 10-15 centimetri, dopodiché si metteranno semplicemente in un bicchiere d’acqua affinché si formino le radici. Raggiunta la lunghezza di circa due-tre centimetri delle radici, le talee potranno essere piantate in un vaso con del terriccio adatto. Passate circa una o due stagioni le radici saranno forti e si potrà procedere al trapianto definitivo. In caso della coltivazione in vaso, in privamera-estate, mettere la pianta all’esterno. In caso di pianta giovane, cambiare ogni anno il terriccio presente nel vaso. Il vaso adatto alla coltivazione dell’oleandro deve essere più alto che largo perché le radici che si sviluppano vanno molto in profondità.Durante il periodo primaverile ed estivo l’oleandro deve essere concimato ogni quindici giorni; il concime che dovrà essere somministravo sarà di tipo liquido e andrà diluito nell’acqua di irrigazione. In autunno ed inverno non si deve concimare.
Come ribadito in precedenza, anche l’oleandro necessita di un terreno costantemente umido sia nella stagione estiva che in quella invernale, si dovrà quindi procedere ad un apporto generoso di acqua affinchè esso abbia sempre un giusto grado di umidità.Verso la fine dell’inverno, quando anche gli ultimi fiori si presentano sfioriti, si procede alla potatura dell’oleandro. Bisognerà dimezzare gli steli che hanno sfiorito, i rami andranno tagliati a circa dieci centimetri dalla base. A costo di essere ripetitivi, vi ricordiamo di indossare sempre dei guanti di gomma quando procedete alla potatura e ad altre operazioni di manutenzione della pianta, il suo grado di tossicità è altissimo.
Ci sono molti sintomi che ci fanno pensare ad un cattivo stato di salute della nostra pianta, molte volte siamo noi a causare questi malesseri con la nostra negligenza oppure, come per la maggior parte delle piante, le cause possono essere ricondotte all’attacco di parassiti.
Vi spiegheremo, di seguito, alcuni di questi sintomi, le cause e i possibili rimedi. Se, per caso, notate che le foglie della vostra pianta appassiscono o non riescono a svilupparsi, questo sarà sintomo di innaffiature troppo scarse, procedete quindi con l’intensificazione delle stesse. La cocciniglia bruna o cotonosa attacca anche l’oleandro, formando delle escrescenze marroni nella parte inferiore delle foglie oppure delle formazioni bianche che ricordano il cotone. Come ampiamente spiegato in altri articoli, cercate di eliminarle con un batuffolo di cotone bagnato di alcool. In caso di pianta adulta usare un antiparassitario adatto. Un altro parassita che attacca questa pianta è la fumaggine, questo fungo viene attratto dalle sostanze zuccherine prodotte dalla pianta stessa quando viene attaccata dai famosi pidocchietti: afidi anch’essi nemici di questa pianta. Alla contaminazione da questo fungo, le foglie presentano uno strato simile a polvere di colore nero e la pianta va incontro a progressivo deperimento. Diverse specie di ragno rosso fanno parte delle avversità di cui può essere vittima la nostra pianta. Le malattie che possono colpire questa pianta sono la maculatura fogliare, l’antracnosi e la rogna. Si possono prevenire con dei trattamenti specifici da ottobre a febbraio. L’oleandro è soggetto anche al seccume dei fiori e, anch’esso, necessita di trattamenti specifici nel momento in cui inizia la fioritura. Sulle radici, causati da tagli o dai trapianti, si possono formare cancri da Agrobacterium tumefacien, essi portano al progressivo appassimento della pianta.
COMMENTI SULL' ARTICOLO