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Nella sua forma adulta il lepidottero ha un corpo composto da testa, torace, addome e zampe e possiede due paia di ali. La testa è occupata da un caratteristico paio di occhi composti, ovvero formati da numerose piccole lenti, che permettono alla farfalla di orientarsi in volo. Sulla testa si trovano anche le antenne, sedi degli organi di senso tattile e chimico. Completa la testa un apparato succhiante simile a una piccola proboscide detto spiritromba, con il quale le farfalle succhiano il nettare dai fiori. La spiritromba può essere di diversa lunghezza: da un semplice abbozzo (in questo caso le farfalle si nutrono di polline) a tre volte il corpo della farfalla, permettendole di nutrirsi librandosi in volo. Le ali del lepidottero sono ricche di nervature e tubicini attraverso i quali passa l'ossigeno. Sono dei più svariati colori e hanno un ruolo cruciale come sistema difensivo: permettono di mimetizzarsi e, se vivacemente colorate, possono indicare ai predatori un possibile pericolo a livello tossico o repellente.
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I lepidotteri nel corso della loro vita modificano sostanzialmente il loro corpo attraverso un processo in quattro stadi chiamato metamorfosi: dalle uova infatti nasce il bruco, o larva, che si trasforma in crisalide (pupa) e successivamente in farfalla, la forma adulta. Le uova vengono deposte sulla pagina inferiore della foglia di una pianta. La larva che ne fuoriesce è molto diversa dalla farfalla: non ha le ali e si muove grazie a zampe e pseudo-zampe. Giunto alla maturità il bruco smette di nutrirsi della pianta ospite e cerca un luogo dove trascorrere la fase successiva da crisalide: un bozzolo in cui avvolgersi o un luogo riparato a cui ancorarsi. In questa fase il lepidottero resta immobile fino al momento di trasformarsi in farfalla. Questo processo si chiama sfarfallamento e avviene solitamente tra aprile e maggio e tra luglio e agosto.
I lepidotteri allo stato larvale sono fitofagi: si cibano cioè di foglie, e più raramente di altre parti vegetali come il legno e i frutti. Sotto questo punto di vista possono essere monofagi o polifagi, prediligere quindi una sola tipologia di pianta o nutrirsi di più specie. Possono inoltre attaccare le piante in tre modi diversi: mangiandone completamente la foglia e lasciando solo la nervatura (bruchi defogliatori); lasciando una patina simile a un ricamo sulla foglia (bruchi ricamatori); scavando gallerie in foglie e rami (bruchi minatori). Per la loro voracità e velocità di azione i bruchi sono considerati dei temibili parassiti per numerose colture, ma fortunatamente i sistemi per debellarli sono efficaci e collaudati. Oltre all'uso di tradizionali insetticidi chimici è possibile mettere in atto misure preventive come la rimozione manuale delle uova o utilizzare rimedi naturali come i macerati, il piretro o il Bacillus thuringiensis, un batterio che neutralizza le larve.
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