Gli imenotteri sono diffusi in tutto il mondo e vengono classificati in base a sottoclassi o famiglie. In linea generale si tratta di insetti che presentano, nello stadio adulto, una morfologia ben definita, composta da addome, torace, capo, antenne e ali. Esistono anche imenotteri privi di ali, in tal caso di parla di specie attere. L’addome può essere formato da un peduncolo che lo unisce al torace, o sessile, cioè senza peduncolo. Le ali, quando presenti, sono quattro ed hanno una struttura membranosa. Le antenne sono più o meno lunghe e variano in base alla specie e al sesso dell’insetto. La loro forma permette di individuare e di classificare le diverse sottoclassi di imenotteri. Questi insetti sono dotati di un apparato boccale masticatore o succhiante che si dirama attraverso delle robuste mandibole. La riproduzione degli imenotteri può essere sessuata ( anfigonica) o asessuata ( partenogenesi). Le femmine nascono per riproduzione anfigonica, mentre i maschi per partenogenesi. Le larve degli imenotteri sono di due tipi: indifferenziate, con la forma di un bruco, e differenziate, cioè con una forma che li avvicina già all’insetto adulto. Queste larve vengono dette autonome. Sono dotate di apparato mandibolare e si nutrono scavando dei fori nei tessuti vegetali.
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Le specie di imenotteri sono tantissime. Per semplicità citeremo le più note o quelle che hanno una maggiore rilevanza nel campo delle fitopatologie, ovvero le sinfiti, gli argidi, i diprionidi, i terebranti e gli aculeati. Le sinfisi forano le foglie e gli steli per deporvi le uova; gli argidi hanno delle larve che rodono le foglie delle rose, i diprionidi attaccano le conifere rodendone le foglie; le femmine dei terebranti possiedono un aculeo, detto tenebra, che usano per forare foglie, steli, rami e fiori, dove depongono le uova. Gli aculeati sono imenotteri dotati di aculei, a queste specie appartengono gli apoidei( le api) ed i vespoidei. Questi insetti si nutrono di polline, vivono in comunità rette da una regina, da femmine operaie e da un maschio che viene usato per la fecondazione della regina. L’aculeo degli imenotteri aculeati contiene un veleno che viene rilasciato quando l’insetto punge la sua preda per difendersi. Gli imenotteri aculeati sono spesso predatori di altri parassiti vegetali e vengono impiegati nella lotta biologica.
Gli imenotteri attaccano le piante nel mese di giugno. In questo mese, infatti, vengono deposte le uova con le larve fitofaghe. Le uova, collocate nei germogli delle piante giovani, a luglio daranno vita a larve lunghe due, tre centimetri, di colore verde verde o grigio, senza peluria esterna e facilmente riconoscibili. Questi insetti inizieranno a divorare tutti i tessuti vegetali delle piante in cui si trovano. Le specie vegetali più colpite dalle larve estive degli imenotteri fitofagi sono il pero, il susino, l’olmo, l’ acero, il frassino, il ciliegio, le rose arbustive, il viburno e il ligustro. In alcune piante, la presenza delle larve fitofaghe provoca la formazione di galle ( deformazioni del tessuto vegetale). I maggiori danni degli imenotteri parassiti sono sulle piante giovani, che accusano ingiallimento, erosione fogliare e blocco della crescita, mentre le piante adulte riescono a riprendersi facilmente dalle infestazioni di questi insetti.
La lotta agli imenotteri delle piante non è difficile da attuare, purché venga intrapresa il più presto possibile. Quando è trascorso troppo tempo dall’infezione, è, infatti, molto difficile riuscire a salvare la pianta colpita. Le larve si individuano controllando spesso le piante. Le prime osservazioni e ispezioni devono iniziare prima della schiusa delle uova, quindi entro il mese di giugno. Appena si rileva la presenza di larve, vanno usati insetticidi biologici o chimici. Se gli attacchi sono troppo estesi è necessario usare quelli chimici. I prodotti vanno distribuiti sulle zone attaccate proprio dalle larve. Il momento ideale per somministrarli è la mattina presto, perché a quell’ora le larve non riescono a muoversi facilmente e sono più vulnerabili all’azione degli insetticidi. I trattamenti vanno ripetuti diverse volte fino a quando non viene accertata la completa scomparsa degli insetti. Dopo la sospensione degli insetticidi, vanno rimosse le parti di pianta danneggiate, in modo da favorire una nuova ripresa vegetativa.
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