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Il coleottero delle cortecce è uno scarabeo di colore nero con qualche macchia rossa sulla parte del dorso e delle ali. Gli insetti adulti raggiungono i 6 mm, mentre le larve, più lunghe, sono di colore bianco con testa a forma di cilindro e di colore rosso marrone. Il coleottero delle cortecce infesta le conifere, come l’abete e il pino. Talvolta può danneggiare anche il latifoglio attaccandosi al fusto. Per questa particolarità di nutrirsi della corteccia dell’albero, questo scarabeo viene chiamato proprio coleottero delle cortecce. Il fusto viene invaso anche dalle uova depositate dopo l’accoppiamento dello scarabeo maschio con la femmina. Le uova fuoriuscite da ogni singolo accoppiamento sono innumerevoli e vendono depositate all’interno di una galleria scavata dal coleottero al di sotto della corteccia che si trova in parallelo alla venatura. E’ proprio in questa zona che le uova si schiudono facendo fuoriuscire le larve che, sempre all’interno della stessa corteccia, diventeranno adulte. La resina della corteccia, per favorire la protezione delle uova, viene iniettata da spore di funghi che circondano la galleria delle uova.
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Il maggiolino è un coleottero molto grosso e pesante, con un addome uncinato e un colore rossiccio. Questo coleottero attacca e divora le radici delle piante destinate all’agricoltura danneggiando intere coltivazioni. La sua vita media è di 4 anni. Le larve diventano adulte a fine primavera, in genere nel mese di maggio da cui deriva proprio il nome maggiolino.
La presenza e quindi i danni del maggiolino si possono individuare facilmente in quanto questo insetto attacca le foglie delle piante quando si trova allo stato adulto. Allo stato larvale invece i danni del maggiolino sono diversi e più precisamente le larve di maggiolino attaccano le radici cibandosi di esse. Il danno delle larve a differenza del danno dei maggiolini adulti, si nota solo dopo che le piante sono state attaccate e quindi è difficile da contenere. Per combattere il maggiolino si possono seguire due strade ovvero la lotta chimica e la lotta biologica. Generalmente il maggiolino si combatte solo quando le infestazioni sono di una certa gravità ed in natura è un insetto che viene normalmente predato da animali come uccelli (allo stato adulto) oppure altri insetti (allo stato di larva). Per quanto riguarda il maggiolino adulto, solitamente questo si combatte con trattamenti attraverso i quali vengono spruzzati insetticidi in soluzione acquosa attraverso l'utilizzo di un atomizzatore o di una pompa utilizzata per trattare le foglie e l'apparato aereo della pianta. Per combattere invece il maggiolino allo stato larvale solitamente si fanno dei trattamenti con dei geodisinfestanti dopo aver verificato la presenza delle larve di maggiolino nel terreno. I geodisinfestanti vanno comunque somministrati prima di seminare il terreno o comunque prima di effettuare un impianto. La lotta biologica infine si realizza utilizzando altri insetti che si nutrono delle larve di maggiolino ed in particolare vengono utilizzati dei nematodi del genere Heterohabditis letali per le larve. Esiste anche la possibilità di combattere le larve di maggiolino utilizzando un fungo ed in particolare la Beauveria brongnartii, che attacca ed uccide questo insetto allo stadio larvale.Il punteruolo rosso è un coleottero originario dell’Asia che infesta le palme. Si tratta di uno degli scarabei più infestanti in assoluto per le piante, vista anche la sua elevata resistenza a molti trattamenti fitosanitari e al fatto di danneggiare la pianta in maniera silente. In genere la morte della palma avviene dopo tanti mesi dalla prima infestazione e ciò perché il punteruolo può rimanere nascosto nella pianta senza rendersi visibile o provocare danni evidenti. L’invasione del punteruolo rosso nelle palme italiane si è avuta a seguito dell’importazione di palme infette dai paesi arabi, nel corso degli anni ottanta. La resistenza del punteruolo rosso ai trattamenti fitosanitari dipende dal fatto che le sue ali gli consentono di volare e di spostarsi nell’aria con grande velocità. Gli esemplari adulti hanno la forma di uno scarabeo molto grande con dorso di colore rosso e piccole macchie nere nell’area toracica. Un punteruolo rosso adulto può raggiungere lunghezze comprese tra 20 e 45 millimetri, mentre le larve sono simili a quelle di altre coleotteri con corpo di colore bianco e testa di colore scuro. Il punteruolo può depositare più di un centinaio di uova che vengono lasciate nella parte più giovane e tenera della pianta. Le larve completano la loro maturazione attaccando i bozzoli nella parte del tronco. L’attacco della palma avviene nella chioma fogliare. Inizialmente le palme appaiono cadenti, mentre nella fase terminale dell’infestazione le foglie si spezzano e cadono come se fossero state recise. Dopo la definitiva caduta dell’apparato fogliare, il punteruolo rosso abbandona la palma per infestarne altre.
I carabidi sono un genere di coleotteri che comprende diverse specie, con dimensioni e colori diversi. Si tratta di insetti che da adulti possono raggiungere lunghezze da 2,5 a quasi 30 millimetri. Il loro addome e la parte dorsale possono presentarsi con differenti colori che variano in base alla famiglia di appartenenza. Esistono carabidi di colore nero, proprio come i classici coleotteri, o di colore viola e verde e con riflessi metallizzati. Questi scarabei, anche se molto voraci, non sono considerati pericolosi. Mentre le larve sono molto voraci e possono nutrirsi sia di altri insetti e piccoli animali, come bruchi e lumache, che di sostanze vegetali.
La calandra della vite è uno scarabeo molto infestante per le coltivazioni destinate alla produzione di uva e vino. Le sue larve si nutrono della radice della pianta, mentre gli esemplari adulti divorano la parte della foglia. Dopo la fecondazione, la calandra della vite può depositare fino a 1000 uova che vengono radunate nella parte bassa della pianta, proprio dove cadono i rami e all’interno delle radici. Le larve, una volta venute alla luce, iniziano a nutrirsi dell’apparato radicale della pianta provocandone la morte. Gli esemplari adulti sono di colore nero con dorso ricoperto da una lieve peluria. Questi scarabei divorano le foglie della vite provocando danni maggiori rispetto alle larve.
La calandra da giardino è uno scarabeo di colore marrone, lungo circa 7 mm. Questo insetto infesta le piante del giardino danneggiando fiori, frutti, foglie e gemme. I danni alle piante avvengono nelle ore notturne perché la calandra da giardino di giorno non è attiva. Le sue uova vengono depositate in autunno e le larve diventano adulte nel mese di ottobre. Anche nello stadio di larva la calandra è dannosa per le nostre piante da giardino. Allo stadio larvale, la calandra si nutre, infatti, delle radici provocando la secchezza e la conseguente morte della specie vegetale attaccata.
L’oziorrinco è uno scarabeo che infesta sia piante ortofrutticole che ornamentali, L’esemplare adulto si presenta con un dorso di colore nero blu con macchie gialle. Questo coleottero risale il tronco della pianta attaccando le foglie. Quando una foglia è divorata dall’oziorrinco lo si capisce perché ha una forma di mezzaluna. Le larve del suddetto scarabeo sono altrettanto pericolose perché si nutrono dell’apparato radicale di piante da frutto e ornamentali. Le larve hanno un corpo bianco e una testa di colore rossastro. E’ facile individuarle perché assumono la forma di una C. Sia l’oziorrinco adulto che le larve vivono nel terreno. Il primo danneggia le piante nelle ore notturne, nutrendosi delle foglie giovani e impedendo alla pianta di crescere e di compiere la fotosintesi. Le seconde, direttamente dalle loro tane nel terreno, si nutrono delle radici.
La dorifora è un coleottero che infesta le patate e le melanzane. Probabilmente originario del Messico, da adulto ha una lunghezza di 10 millimetri, con dorso di forma ovale e di colore giallo con macchie nere. Anche le larve sono di colore giallo aranciato, con zampette e capo di colore nero e una lunghezza simile a quella dell’adulto. La dorifora si nutre esclusivamente delle piante della patata e della melanzana appartenenti alla famiglia delle Sonalanceae. Anche se il pomodoro appartiene sempre alla stessa famiglia, le infestazioni di dorifora su questo ortaggio sono abbastanza rare. I danni della dorifora provengono sia dagli esemplari adulti che dalle larve. Entrambi si nutrono delle foglie privandone completamente la pianta che tenta di difendersi producendo nuovi germogli laterali e smettendo di produrre i tuberi.
Scarabeo primaverile per eccellenza, la coccinella appartiene all’ordine dei coleotteri e rappresenta un insetto utilissimo per eliminare molti parassiti e infestanti delle piante ornamentali, delle leguminose, delle solinacee e delle graminacee. L’esemplare adulto della coccinella si presenta con un dorso che varia dal rosso vivo e scuro al rosso arancione, costellato da puntini neri. Le larve sono nere. La coccinella si nutre di parassiti delle piante, come l’afide della rosa, svolgendo un ruolo fondamentale per la protezione di molte specie vegetali. Le larve sono altrettanto utili. In inverno le coccinelle vivono nelle spaccature degli alberi, mentre in primavera fuoriescono per completare l’accoppiamento e la deposizione delle uova. In estate è frequente trovare la coccinella sopra le foglie delle piante, intenta a volte a camminarvi o a svolazzarvi sopra e a nutrirsi di tutti quei pericolosi parassiti che provocano la morte e il danneggiamento delle piante più utili all’Uomo.
L’eliminazione degli scarabei delle piante, come di altri parassiti, è stata effettuata tramite l’uso di diserbanti chimici a volte molto tossici. Con il trascorrere del tempo e i numerosi studi sulla tossicità di alcuni prodotti chimici, si è sempre più diffusa l’esigenza di combattere i parassiti delle piante tramite prodotti biologici. In commercio esistono anche antiparassitari e diserbanti di sintesi con un basso livello di tossicità. In genere, i rivenditori di questi prodotti sapranno consigliare sull’uso del diserbante più adatto. Per quanto riguarda l’eliminazione degli scarabei delle piante si può ricorrere anche alla cosiddetta “lotta biologica”, in cui si procede all’eliminazione manuale delle larve. Gli scarabei adulti possono essere combattuti tramite l’uso di diserbanti biologici a base di piretro. Questa sostanza è un insetticida naturale che si ricava da una particolare varietà di margherite. In commercio esiste anche il piretro abbinato a sostanze sintetiche, per cui è bene accertarsi della naturalità del prodotto prima di acquistarlo. L’azione del piretro è principalmente neurotossica, cioè paralizza il corpo dell’insetto per circa 48 ore. L’effetto si attenua con la luce del sole per cui è consigliabile usare questa sostanza nelle ore notturne. Lo svantaggio del piretro è che è dannoso anche per gli insetti utili, come le api. Altre soluzioni biologiche sono le fasce della resina lanosa usata dai tappezzieri. Questo tessuto intrappola tutti gli insetti che si depositano sul tronco della pianta. Per il punteruolo del grano o calandra si usano anche gli insetticidi fumiganti che vengono usati solo nei magazzini dove sono depositate le specie vegetali da trasportare. Si tratta però di sostanze molto tossiche il cui uso richiede idonei controlli e certificazioni. Il punteruolo rosso si combatte tramite le trappole di Tripheron, un ferormone di sintesi contenuto in un sacchetto che attira gli esemplari adulti facendoli annegare in una sostanza liquida. Con le stesse caratteristiche neurotossiche del piretro troviamo gli insetticidi neonicotinoidi. I nomi commerciali di questi insetticidi sono Acetamipirid, Thiamexotan, Thiacloprid, Imidacloprid. Questi insetticidi vengono assorbiti dalla pianta poiché hanno un effetto sistemico. I principi attivi sono persino presenti nei nuovi germogli. I neonicotinoidi uccidono anche le api e sono tossici per i pesci, per cui è consigliabile non usarli in prossimità di corsi d’acqua.
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