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Queste piante perenni hanno radici che si sviluppano in profondità nel terreno, tendono ad essere invasive, per cui si consiglia la manutenzione durante la crescita. Resistono tutto l'anno, fioriscono con piccoli boccioli bianchi nei periodi che vanno dalla seconda metà di giugno a fine agosto, questo dipende molto dalle temperature e dalle zone in cui dimorano. I piccoli fiori si trasformano in bacche di colore giallo-aranciato, e raggiungono maturazione nei seguenti mesi di settembre e ottobre, in cui sarà possibile effettuarne la raccolta. L'alkekengi non richiede particolari attenzioni di potatura, tranne che per l'eliminazione dei fusti e del fogliame secco subito dopo la fine dei periodi invernali, momento in cui avviene l'infoltimento delle foglie e si rigenerano i fusti che hanno superato i freddi.
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La "solanacea", come tutte le altre piante appartenenti alla stessa famiglia, predilige un tipico terreno medio, con ph tendenzialmente neutro, anche se tollera bene suoli acidi e alcalini, l'essenziale è che il terreno sia ben drenato e molto ricco di sostanze nutrienti. Tra i primi accorgimenti per l'impianto o per la semina della pianta,è importante sistemare il fondo con letame maturo, ovviamente questa procedura è valida sia nel caso di coltivazione in vaso, sia in profondità della buca per trapianto. L'alkekengi ha inoltre bisogno di interventi di concimazione liquida a base d'azoto per aumentare e rafforzare la crescita del fusto e delle foglie; e di potassio per arricchire e migliorare la produzione di fiori e di conseguenza procurare frutti più ricchi e gustosi. Questa operazione va effettuata nei periodi estivi (ogni 15 giorni).
L'alkekengi è un tipo di pianta che incorre spesso in marciumi delle radici a causa degli habitat umidi in cui cresce, o anche nel caso in cui si esageri con le innaffiature. In questi casi ci si accorge del troppo apporto d'acqua, tramite l'ingiallimento fogliare, pertanto si potrà intervenire per tempo diminuendo le irrigazioni e arricchendo la terra con prodotti antimarciumi sistemici, a base di fosetil alluminio o propamocarb. In alternativa, per colture biologiche si può ricorrere a prodotti organici che arricchiscono il terreno attraverso microflora, questo tende a sviluppare e fortificare velocemente l'apparato radicale. La pianta è soggetta ad attacchi di Aleurodide, conosciuta anche col nome di "mosca bianca", il parassita si nutre dalle foglie provocando macchie bianche e ingiallimenti, è possibile combatterlo con i piteroidi, insetticidi da contatto o ingestione.
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