Pesco - Prunus Persica

Il Pesco

Il pesco non cresce spontaneamente in nessun luogo del mondo; trae la propria origine quasi sicuramente dalla Cina ma, per alcuni, dal Medio Oriente – Persia. Attualmente il pesco è uno degli alberi maggiormente coltivati e presenta tantissime specie e varietà, tra cui la pescanoce ma se ne trovano anche di tipo ornamentale. L’importazione del pesco in Europa si dice sia avvenuta ad opera di Alessandro Magno. Ad oggi i più grandi produttori di pesche sono gli Stati Uniti, l’Italia, la Spagna, la Grecia, la Cina, la Francia e l’Argentina; in Italia emergono le produzioni dell’Emilia-Romagna, della Campania, del Veneto e del Lazio. La maturazione dei frutti del pesco può avvenire da maggio a settembre a seconda del tipo di coltivazione. Il clima presente in Italia e nei paesi mediterranei è molto favorevole per lo sviluppo di alberi di pesco; questa pianta può resistere da temperature molto rigide di -15°C fino a valori subtropicali. L’albero del pesco, normalmente, può raggiungere un’altezza di otto metri, presenta radici non molto profonde, la corteccia che riveste il tronco è di colore bruno-cenere, i rami sono poco fitti e ben aperti di colore rosso-bruno. Le foglie del pesco hanno forma di lancia, sono strette e presentano contorni dentellati. I fiori generalmente fanno la loro comparsa in aprile prima della nascita delle foglie, sono di colore rosa, composti da cinque petali, mentre il calice è formato da cinque sepali saldati; i fiori del pesco sono ermafroditi e gli stami, cioè gli organi riproduttivi maschili, sono molto numerosi. Il frutto, la pesca, è una drupa carnosa di forma più o meno rotonda rivestita di una buccia con della peluria oppure liscia (tipica della pescanoce), il cui nocciolo racchiude un solo seme. In genere la polpa delle pesche è succosa, profumata e di colore giallo ma può essere anche bianca a seconda della varietà, ha un sapore dolce molto gradevole. Le foglie, i fiori e la mandorla contenuta nel nocciolo contengono una sostanza chimica velenosa, quindi non vanno mai mangiati.
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Varietà

nettarine La specie Prunus Persica si divide in moltissime varietà, tutte con proprie caratteristiche tipiche e specifiche, di seguito vi illustreremo quelle maggiormente coltivate:

Pesca gialla: è la varietà maggiormente diffusa che troviamo sempre nei nostri supermercati e dai fruttivendoli, la sua polpa è molto dolce, succosa e con un gradevole profumo, presenta una buccia ricoperta di leggera peluria. Alcuni nomi di questa varietà possono essere: Springcrest, Royal Glory e Redhaven.

Pesca bianca: il colore bianco si riferisce alla polpa, anche questa varietà ha un sapore molto dolce.

Pescanoce: questa varietà è chiamata anche Nettarina, può presentare sia polpa gialla che bianca, ha una buccia liscia prima di peluria di colore rosso-bordeaux. Per citare alcuni nomi: Stark Redgold, Adriana, Caldesi.

Percoca: è una varietà di pesca gialla coltivata soprattutto in Campania ma diffusa massicciamente anche in Puglia, Basilicata e Calabria. Ha una polpa compatta e molto gustosa. Possiamo ricordare la percoca col pizzo, puteolana e terzarola.

Percoca Merendella: questa varietà è coltivata in modo particolare in Calabria, presenta una buccia liscia di colore bianco-verde.

Pesca tabacchiera: al contrario delle altre varietà citate, questa pesca presenta una forma schiacciata, molto saporita.

Un’altra varietà che possiamo trovare è la pesca di Bivona.


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Tecniche di coltivazione

Nella maggior parte dei casi la coltivazione del pesco parte da piante di un anno già innestate; è però possibile sviluppare la pianta anche partendo dal seme che, prima di essere piantano in un terreno adatto, dovrà subire un processo di vernalizzazione, cioè verrà esposto a temperature tra i due e i cinque gradi, in ambiente umido ed aerato per un periodo più o meno lungo a seconda della specie; questo trattamento è necessario per garantire la germogliazione del seme. L’esposizione più gradita dal pesco è in pieno sole con una giusta dose di ventilazione. Il periodo migliore per l’operazione di messa a dimora è l’inizio della stagione invernale.

Partendo da piante già innestate, i sistemi usati negli allevamenti si possono dividere in: forme in volume, a parete verticale o inclinate; tutte queste forme si possono ottenere facilmente a seconda del tipo di potatura che si vorrà effettuare sulle piante. Attualmente il sistema più usato è quello in forme a parete verticale perché meno costoso.

Prima di iniziare la coltivazione del pesco, bisogna analizzare bene la fertilità del terreno, il tipo di allevamento, la varietà ecc. Come abbiamo detto in precedenza la potatura è molto importante, bisognerà aumentare la frequenza di questa operazione parallelamente alla crescita della pianta. Per ottenere pesche di grandezza ben commercializzabile bisognerà procedere al diradamento dei frutti che andrà fatto circa un mese dopo la piena fioritura. Naturalmente il terreno va nutrito correttamente affinché possa produrre frutti sani e belli. Mentre si prepara il terreno bisognerebbe eseguire un’abbondante concimazione facendo attenzione a fornire anche una giusta dose di azoto, fosforo e potassio, elementi indispensabili per un corretto e sano sviluppo delle piante.


Concimazione ed Irrigazione

Per sviluppare frutti in maggior quantità e di buone dimensioni, il pesco ha bisogno di una buona somministrazione di azoto. L’apporto di concime organico andrà fatta verso la fine della stagione invernale; durante il periodo primaverile invece, fase in cui la pianta sviluppa i suoi frutti, sarà opportuno provvedere alla somministrazione di concime ricco di azoto e potassio per favorirne la buona crescita.

L’apporto di acqua durante l’irrigazione deve essere regolare e dovrà essere maggiore prima della fase di raccolta dei frutti.


Raccolta ed Impiego

La raccolta delle pesche viene effettuata in più volte e può essere fatta sia manualmente che meccanicamente. In ambito industriale dopo la raccolta le pesche passano alla fase di lavorazione dopo sarà fatta una prima scelta, un lavaggio e il successivo confezionamento. La pesca può essere mangiata fresca, ma anche sottoforma di marmellata, confettura, sciroppata, essiccata o di liquore.


Malattie e Parassiti

Moltissime sono le malattie e i parassiti che possono attaccare il pesco, ovviamente non ve le spiegheremo tutte per questione di tempi e spazi, ma cercheremo di mettervi in guardia dalle più dannose e pericolose illustrandovi i vari sintomi della pianta e i possibili rimedi.

Il tumore radicale, come dice il nome stesso, colpisce le radici della pianta provocandone la degenerazione e la perdita delle funzionalità. Questa patologia è provocata da un batterio che intacca la pianta attraverso le ferite presenti nelle radici provocate dalle varie fasi di lavorazione.

La bolla è provocata da un fungo che attacca germogli, fiori e foglie e, in modo molto raro, i frutti. Le parti colpite, appunto, presentano delle bolle e delle deformazioni. Porta alla caduta delle foglie, ad un indebolimento della pianta con un conseguente calo di produzione dei frutti.

Il cancro dei rametti è anch’esso da un fungo che attacca le gemme e i rametti della pianta. Quando infestata, nei mesi primaverili la pianta presenta delle lesioni scure intorno alla gemma ed espandendosi ai rametti ne provoca il rinsecchimento. La pianta diventa debole. Questo fungo può attaccare anche il fusto della pianta, in questo caso, anche se raramente, potrebbe provocare la morte della stessa.

Il seccume rameale è un’altra malattia provocata da un fungo che attacca il tronco della pianta, provocando sui rami delle macchie scure che possono trasformarsi in veri e propri cancri, in questo caso la pianta potrebbe morire.

Il mal bianco è una patologia provocata da un fungo che attacca fogli e frutti in età giovane creando su di essi delle macchie prive di colore sulle quali si forma della muffa bianca. I frutti infestati possono cadere o morire.

La moniliosi è un’altra malattia causata da un fungo che attacca quasi tutte le parti della pianta, foglie, fiori, frutti, rami.

Questa pianta può essere soggetta anche a marciume radicale, in questo caso le parti prese di mira sono il colletto e le radici, le foglie ingialliscono, la pianta si indebolisce e piano piano muore.

La minatrice dei germogli è un insetto le cui larve attaccano i fiori e scavano gallerie alla base delle foglie e dei germogli provocandone l’indebolimento.

La tignola orientale è anch’essa un insetto pericoloso per il pesco, le larve attaccano i fiori e, come la minatrice dei germogli, scavano gallerie alla base delle foglie e nei germogli portandoli ad indebolimento.

La mosca mediterranea della frutta è un insetto che infesta i frutti creando su di essi delle macchie gialle e rotonde. I frutti prodotti dalla pianta saranno meno commercializzabili.

Le cicaline sono degli insetti che attaccano la parte inferiore delle foglie creando su di esse delle macchie di colore bianco. Anche i frutti vengono macchiati e perdono un po’ del valore di mercato.

Anche afidi, cocciniglie e ragnetto rosso sono nemici di questa pianta.


Proprietà

Lo sciroppo di fiori di pesco può avere effetto sedativo e lassativo ed è prescritto frequentemente ai bambini. La pesca è molto ricca di acqua, di minerali tra cui sodio, ferro, potassio, fosforo e vitamine. Ha proprietà antispasmodiche, rinfrescanti e vermifughe. E’ un frutto molto energetico. La polpa della pesca vanta proprietà rinfrescanti e disintossicanti e viene usata anche in cosmetica. Secondo recinti studi la pesca ha anche delle proprietà antiossidanti utili per combattere i radicali liberi. La pesca contiene anche betacarotene utile per favorire l’abbronzatura. La presenza di potassio può avere effetti molto benefici per il sistema nervoso e il battito cardiaco; la vitamina C presente in questo frutto è molto importante per combattere infezioni, rendere maggiormente forti le ossa e per favorire l’assorbimento del ferro nel sangue.

Oltre ad avere tutti questi importanti pregi e proprietà, la pesca è anche molto buona, quindi mangiamo le pesche e troveremo giovamento fisico e psichico.



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