Carciofi - Cynara scolymus

Il carciofo

Il carciofo, nome comune per cynara carduncus scolymus, appartenente alla famiglia delle Composite, è una pianta la cui coltivazione richiede tempi abbastanza lunghi. Alla stregua dell'asparago, necessiterà infatti anche di dieci anni per la sua crescita e raccolta. Pertanto, specie per orti di piccole dimensioni sarà consigliabile riflettere bene se sarà favorevole riservare parti dello spazio adibito alla coltivazione di questa pianta. Il carciofo si presenta come pianta rizomatosa, dalla forma cespitosa e da un fusto eretto di colore verde. Si consuma per usi alimentari sue infiorescenze, chiamate anche col nome di capolini, dalle tipiche squame spesse e abbastanza carnose che sovente presentano spine alle loro estremità. Non tutte le piante comunque si presentano spinose. Il carciofo romano ha ad esempio la caratteristica di essere privo di spine. Il carciofo si consuma crudo o cotto, famoso il suo abbinamento con il pinzimonio, a crudo, ed è anche piatto molto diffuso nella cucina romana. Note le sue proprietà depurative che ne fanno uno degli alimenti più utili per la difesa del fegato. Il carciofo cresce facilmente in zone dal clima mite, che siano inoltre prevalentemente asciutti. Vive invece parecchi disagi al cospetto di brinate, soprattutto nella fase coincidente il periodo della produzione. Teme inoltre i ristagni d'acqua che portano molto spesso a marciume radicale e ad un eccesso dello sviluppo vegetativo che osteggerà la crescita dei suoi capolini. Da tenere conto che a temperature rigide seguiranno rallentamenti o blocchi dello sviluppo. A zero gradi il rallentamento sarà notevole, dai 5 gradi sotto zero in giù lo sviluppo vegetativo si fermerà. Nel nostro paese grosse produzioni di carciofo, favorite dal clima presente, si hanno in regioni come Liguria, Lazio, Campania, Toscana, Sicilia e Sardegna.
Carciofi

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Terreno

Il carciofo si adatta a diversi tipi di terreno. La sua predilezione, tuttavia, va a terreni calcarei e argillosi, ben dotati inoltre di silice. Essi dovranno essere preferibilmente ricchi di sostanza organica, profondi e a medio impasto. I lavori rivolti al terreno saranno da effettuarsi nella stagione estiva o autunnale , a una profondità di mezzo metro circa e con un successivo affinamento. In questa fase si agisce anche con l'arricchimento di letame o altra sostanza organica umidificata.


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Concimazione

Il carciofo ha bisogno in particolare di una buona dose di azoto, di potassio, utile ad aiutare la pianta a difendersi dal gelo, e anche di fosforo, assai utile per aumentare la resistenza dei capolini. E' importante comunque non esagerare con l'aggiunta di azoto che potrebbe provocare in dosi troppo abbondanti a fitopatie. In genere si utilizzano 5 quintali circa di composto o letame maturo per ogni 100 metri quadrati dii coltivazione.


Consociazioni, avvicendamenti

E' pratica diffusa associare alla carciofaia piante di olivo o filari. All'inizio della coltivazione del carciofo può essere utile consociare alla pianta anche lattughe, porri, fagioli o ravanelli. Si può tenere la carciofaia sul medesimo terreno per un periodo massimo di 8 anni circa, consigliabile è tenerla per 4 anni circa. Alcune varietà sono infatti capaci di fornire produzioni assai diverse se coltivate per un solo anno o se mantenute nella carciofaia anche per 8 anni.


Coltivazione

Si esegue l'impianto della carciofaia o nella stagione estiva o in autunno, usando i germogli alla base delle piante, chiamati polloni ( o carducci ), e anche gli ovuli in buche profonde 30 centimetri circa con un diametro di circa 20. Nella buca si metterà inoltre terriccio insieme al letame. Successivamente, i carducci saranno da interrarsi tra il mese di marzo e aprile, oppure tra settembre e novembre. Invece gli ovuli vanno interrati tra il mese di luglio e agosto. L'impianto avrà una distanza, a seconda delle diverse varietà da un metro tra le file e 75 centimetri sulla stessa fila per le piante di piccola taglia, oppure di un metro e trenta circa tra le file e un metro circa sulla stessa fila per quelle di maggiore taglia. I carducci si preleveranno tra le piante più forti che abbiano compiuto almeno due anni, allorché le foglie abbiano raggiunto 20 centimetri nel loro sviluppo. Dopo il prelievo, detto scarducciatura, si utilizzeranno i carducci con una buona radice e 5 foglioline circa da cimarsi a metà della lunghezza. Per quanto riguarda gli ovuli, questi andranno prelevati tra luglio e agosto e poi mantenuti per un paio di giorni sotto paglia oppure erba e vanno inoltre bagnati tre volte al giorno per incentivare i germogli.


Annaffiatura

Si opera di norma effettuando irrigazioni ogni dieci giorni o poco meno. L'irrigazione si fa importante specie in quelle zone meridionale a clima caldo al fine di avere un anticipo per ciò che riguarda le produzioni della pianta in autunno.


Parassiti

Pericoli per la pianta arrivano dagli afidi che si avversano con opportune pacciamature, annaffiature o l'utilizzo di coccinelle o forbicine. La nottua del carciofo è un nemico molto pericoloso. Si tratta di una farfalla di piccole dimensione con larve che attraversano le foglie e arrivano ai capolini provocando seri danni. In questo caso si dovrànno asportare le foglie e i fusti che hanno subito l'attacco e spargere esche composte da un etto e mezzo di bacillus thurgiensis, 1 chilo di zucchero, 1 chilo di crusca, e acqua sufficiente per amalgamare il tutto.


Carciofi: Raccolta

I capolini si raccolgono da ottobre, fino a giugno per le coltivazioni tardive. Si produrranno almeno 50 kg di capolini ogni 100 metri quadri di coltivazione. Nei casi migliori fino a 120-125 kg.


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