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L'asparagus officinalis, appartenente alla famiglia delle Liliacee è una pianta decisamente rustica, abile a resistere a climi a temperature elevate così come a climi freddi. Tuttavia la loro crescita è favorita da climi temperati, contraddistinti da temperature miti in primaverili con un sole caldo a mezzogiorno. L'asparagus officinalis cresce anche spontanea lungo le rive dei fiumi o dei mari.
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La coltivazione parte dall'utilizzo dei polloni dell'asparago, detti turioni. Questi vanno raccolti nel mese di maggio o giugno. I semi utilizzati per la nuova coltivazione verranno raccolti sui rami che si sono sviluppati dai turioni di un' asparagiaia, facendo uso soltanto di quelli che si trovano all'interno delle bacche di maggiori dimensioni. Per la creazione di una una nuova asparagiaia si possono anche acquistare le zampe di almeno un anno di età in vivai. Le operazioni sono da compiersi sul finire dell'estate: si interra in profondità il concime organico o, in alternativa, il letame o il composto. Nella stagione autunnale si effettuano le operazioni di preparazione delle fosse di impianto, ad una profondità di 30 centimetri massimo e una larghezza di massimo 80 centimetri. Le zampe dovranno essere collocate ad una distanza tra i 35 e i 50 centimetri , ponendo le radici nel senso della fila, La loro conclusiva messa a dimora dovrà essere effettuata tra marzo e aprile.
Nella stagione primaverile, prima che appaiono i turioni, sarà consigliabile effettuare una sarchiatura allo scopo di diminuire drasticamente lo sviluppo di infestanti e di limitare l'evaporazione a cui è soggetta l'acqua del terreno. In autunno è il momento di asportare i germogli più ingialliti, i quali successivamente si potranno sminuzzare e unire alla concimazione organica destinata al terreno, da distribuirsi sulle file in inverno.Il terreno preferito dall'asparago è sabbioso, fresco, non troppo calcareo ben dotato di calcio e sufficientemente drenato. La pianta non gradisce una presenza diffusa di sassi e ghiaia che possono impedire un corretto sviluppo dei turioni. Non ha particolari problemi anche di fronte a freddi rigidi. Subisce tuttavia danni a causa di gelate tardive se i turioni sono già fuori dal terreno.
La sua rusticità consente all'asparago di crescere bene anche in presenza di terreni non troppo fertili. Il consiglio è di arricchire il terreno con 3 buoni quintali di letame maturo o composto ogni 100 metri quadrati di coltivazione, operazione da compiersi sul finire dell'inverno quando si lavora per la creazione della nuova asparagiaia. Per terreni particolarmente poveri di calcio, si consiglia l'utilizzo di cenere di legna, che deve essere interrata.
Buone associazioni per la coltivazione dell'asparago si hanno, specie nei primi due anni di vita della pianta, con cetrioli, lattughe e pomodori.L'asparago presenta un apparato radicale decisamente forte e robusto, pertanto è notevole la sua resistenza anche a periodi di siccità, per quanto, ovviamente, una prolungata mancanza di acqua provoca danni ai turioni in sviluppo. In seguito alla messa a dimora di turioni è consigliabile effettuare un' irrigazione e, successivamente, altre tre innaffiature nel corso dell'estate in particolare a giugno, periodo della fine del raccolto, dal momento che la mancanza d'acqua in questo momento potrebbe causare riposo vegetativo.
Il pericolo maggiore per l'asparago arriva dalle “larve della mosca dell'asparago”, altresì dette platyparea poecyloptera, che producendosi nello scavo di gallerie all'interno dei germogli, causano seri danni ai turioni, fino al decesso della pianta a causa del disseccamento. Per combattere queste mosche che depongono le uova nei germogli, si interviene opponendole l'imenottero predatore detto dacnusa rodanii.
La raccolta dei turioni non deve esse essere effettuata nei primi due anni di vita al fine di non indebolire significativamente la nuova asparagiaia. Così la prima operazione di raccolta può avvenire dopo tre anni di vita , tra il mese di maggio e quello di giugno. In seguito i turioni aumenteranno per poi stabilizzarsi fino al dodicesimo anno di vita, a seguito del quale l'impianto evidenzierà un calo percepibile della sua produzione. All'incirca dopo quindici anni l'asparagiaia conclude il suo ciclo non presentando più produzioni sufficienti.
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