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La coltivazione del melo può partire dalla radice nuda, dai mini fusti, dalla palmetta a U o dal pollone. La messa a dimora della radice nuda prevede la realizzazione di una buca profonda pressappoco 50 cm e larga 80-100 cm per assicurare una favorevole sistemazione alla pianta. Se necessario riempire metà della buca con letame e terriccio e inserire la radice. Poi colmare la restante parte con la terra e bagnare abbondante per garantirne un’adeguata coesione. Per la messa a dimora dei mini fusti è opportuno potare i rametti più piccoli e poi alloggiare il risultato in una buca con le caratteristiche precedentemente descritte. Per il pollone occorre cimare l’albero affinché ne rimanga solo il tronco. Mentre per la palmetta a U si richiede il taglio a circa 30 cm dalla stessa palmetta.
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I terreni ideali alla coltivazione del melo sono quelli collinari e di montagna. Per crescere adeguatamente quest’albero ha bisogno di una terra ricca di nutrienti, non troppo calcarea e giustamente drenata, anche se si adatta facilmente a qualsiasi tipologia di suolo. Le sostanze essenziali, per avere un ottimo sviluppo della pianta e un generoso raccolto, sono il potassio, il fosforo, l’azoto e altri microelementi. Se dalle analisi chimiche il terreno risulta carente di queste sostanze allora è meglio intervenire attraverso concimi specifici. L’accorgimento da tenere presente è che normalmente un apporto di azoto e fosforo deve essere garantito nel periodo primaverile, mentre i corretti livelli di potassio e degli altri microelementi vanno assicurati nella stagione estiva e a settembre.
Il melo preferisce un’esposizione ampiamente soleggiata ma esente da forti raffiche di vento.Tra le avversità più comuni per le pomacee e in modo particolare per il melo, vi sono le malattie fungine e le crittogame, che possono portare al marciume dell’albero e sono favorite da ambienti umidi e ristagni idrici. Tra queste ricordiamo la ticchiolatura e il mal bianco.Tra i parassiti vanno annoverati gli afidi e la tignola che si annidano nei germogli, i lepidotteri come la carpocapsa le cui larve penetrano nel frutto mangiandolo dall'interno, ma anche gli acari e i chiodini. In questi casi si possono utilizzare dei prodotti chimici specifici in grado di agire contro l'infezione o dei macerati vegetali (rosmarino, tabacco, ortica, peperoncino, aglio) miscelati e preparati a seconda della tipologia di parassita.
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