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Come detto al paragrafo precedente, il melograno è una pianta cespugliosa che produce frutti contenenti dei semi. Questa specie può raggiungere dimensioni ragguardevoli, assumendo anche un portamento arboreo. In effetti, quasi tutti i melograni sono conosciuti e identificati come alberi. Nel periodo della fioritura, la pianta produce fiori rossi e spessi, da cui poi si svilupperanno i frutti. Per avere un’ottima resa estetica e produttiva, il melograno viene periodicamente potato. La potatura di questo cespuglio a forma di albero, o di questo albero cespuglioso, può avere diverse finalità, tra cui migliorare il portamento della pianta, la sua resa estetica e la qualità dei frutti. Il melograno, infatti, tende a produrre molti rami e polloni basali che, oltre ad alterare la forma dell’albero, tolgono luce e aria ai rami produttivi compromettendone la fruttificazione. La potatura del melograno mira proprio ad eliminare i rami fastidiosi, i polloni basali e quelli secchi, danneggiati e improduttivi. Praticando una potatura corretta ed eliminando i rami inutili, si otterrà un albero dalla chioma simmetrica e una fruttificazione abbondante e qualitativamente apprezzabile.
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Nella potatura del melograno si procede a tagliare i rami secchi, improduttivi, danneggiati, quelli grossi e i polloni basali. I tagli devono riguardare almeno due o tre grossi rami centrali. Questi rami, infatti, sono improduttivi e tendono a incrociare quelli laterali, ovvero quelli da cui si sviluppano i frutti. I tagli vanno effettuati in maniera netta e precisa, senza lasciare sbavature e ferite difficili da rimarginare. Il melograno va potato con attenzione e cura, cercando di eliminare un adeguato numero di rami inutili e danneggiati. In genere, per questa pianta non sono consigliabili le potature eccessive, ma nemmeno quelle troppo delicate. La regola da seguire è quella di tagliare i rami nella parte centrale della chioma, rami che, come abbiamo appena detto, non sono produttivi e tolgono luce e aria ai rametti laterali da cui si svilupperanno i gustosi frutti tipici di questa pianta. La potatura deve riguardare anche i polloni basali, ovvero ramificazioni inutili che si sviluppano alla base del melograno e che tolgono nutrimento al resto della pianta. I tagli devono essere periodici e regolari. In genere, il periodo giusto per potare il melograno è in autunno, a ottobre e novembre, cioè dopo la raccolta dei frutti e prima del riposo vegetativo. La potatura del melograno si può anche effettuare tra febbraio e marzo, ovvero al termine del riposo vegetativo. I melograni giovani si possono potare anche all’inizio della stagione primaverile, per rafforzarne la crescita. In natura esiste anche una varietà nana di melograno, ovvero quella bonsai. Questa pianta va potata solo prima della ripresa vegetativa, eliminando i rami più grandi e improduttivi che deturpano la chioma e lasciando quelli più corti e ispidi. Dopo la fioritura, invece, si effettua la pinzatura dei germogli. Questa tecnica migliora la fruttificazione del melograno bonsai.
Per potare il melograno si usano tre tipologie di attrezzi: forbici, cesoie a manico lungo e segaccio. Tutti gli attrezzi devono avere lame ben affilate e devono essere puliti e disinfettati, sia prima che dopo l’uso. Le forbici si usano per tagliare i rami più sottili; le cesoie a manico lungo sono simili alle forbici, ma permettono di raggiungere i rami più difficili della pianta o localizzati in alto nella parte centrale della chioma. Il segaccio, invece, si usa per tagliare i grossi rami principali che sono generalmente molto spessi e robusti. Dopo la potatura, gli attrezzi vanno lavati e disinfettati con acqua ossigenata o con candeggina.
Una corretta potatura del melograno, come già visto, presuppone tagli netti, precisi e uso di attrezzi adeguatamente disinfettati. Attenzione a non tagliare i rami con attrezzi non lavati: questa pratica può causare gravi infezioni alla pianta. Controllate anche che le lame degli stessi siano ben affilate, perché in caso contrario si rischia di lasciare sulla pianta delle sfilacciature e delle ferite difficili da rimarginare. I tagli vanno anche effettuati con un’inclinazione di 45 gradi, in modo da impedire lo scorrimento dell’acqua nelle ferite e il conseguente marciume dei rami. La potatura del melograno deve, inoltre, essere calibrata in base alle tendenze di fruttificazione della pianta. Per melograni con fruttificazione intensa è meglio procedere ad eliminare un buon numero di rami, perché l’eccesso di frutti può causare anche la rottura dei rami stessi; nei melograni con fruttificazione più lenta, invece, si può tentare una potatura più leggera. La regola generale è comunque di potate “il giusto”, ovvero di togliere un adeguato numero di rami improduttivi. Come già detto, il melograno fruttifica sui rami laterali e, quindi, lasciare sull’albero due o tre rami principali e su di essi, altri quattro o cinque rametti, può rappresentare una buona regola di potatura.
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