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Goji

Il termine “Goji” viene abbondantemente usato negli ultimi anni. In effetti, esiste una valida ragione: il nome appena indicato si riferisce ai frutti di una pianta di origine asiatica. Questa pianta, più precisamente Lycium barbarum e la varietà Lycium Chinense, viene anche chiamata albero di Goji, dal nome dell’antica cultura e civiltà tibetana. Il termine ha anche origine dall’antico dialetto himalayano, dove veniva pronunciato e scritto “gǒuqǐ”. Il goji è, infatti, un albero che cresce nelle valli dell’Himalaya: lo si ritrova in Tibet, nella Cina del Nord e in Mongolia. Ad esso vengono attribuite e riconosciute proprietà antiossidanti. Ad essere “miracolose” sono, però, le sue bacche, opportunamente dette anche “frutti di Goji”. I suddetti frutti sono piccoli, di colore rosso e con un sapore vagamente simile al mirtillo. La composizione delle bacche di Goji comprende vitamine, polisaccaridi, sali minerali, acidi grassi, amminoacidi, carotenoidi e fitosteroli. Queste sostanze hanno il potere di combattere i radicali liberi e l’invecchiamento cellulare. L’albero di Goji, dunque, si può considerare un meraviglioso regalo della natura, così come lo sono i suoi frutti. Dagli stessi si ricavano tantissimi integratori alimentari e composti erboristici, tra cui anche il succo di Goji, normalmente definito anche con il solo termine “Goji”.
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3 piante di Lycium Barbarum Bacche di Goji in vaso ø15 cm h.120 cm

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Storia del Goji

goji2-1 L’albero di Goji, e precisamente la varietà Licium Barbarum, vanta una storia antichissima e millenaria. Le sue virtù erano conosciute anche dalla medicina cinese. Persino i guerrieri ninja si nutrivano delle sue bacche per ricavare benessere, energia e forza fisica. Basta pensare che gli estratti delle bacche di Goji venivano anche usati come medicina per curare i malati nelle cliniche del Tibet. I benefici effetti delle bacche sono stati messi a punto solo in epoca recente: risale, infatti, al 1973 l’attribuzione del nome “goji” ai frutti del Lycium barbarum, ad opera di alcuni ricercatori botanici dell’istituto tibetano Tanaduk Research Institute. In quello stesso periodo iniziarono anche le prime esportazioni di bacche. La prima in assoluto avvenne nel 1977, quando alcuni campioni di questi frutti furono inviati al mercato di Seattle, a Washington. In America, dunque, l’uso e il consumo delle bacche di goji è iniziato a fine anni ’70, mentre in Europa e in Italia, solo in anni più recenti. Non sappiamo se dietro tutto questo si nasconda un’imponente operazione di marketing, visto il prezzo elevato di alcuni estratti; sappiamo solo che, secondo alcuni studi, questi frutti fanno bene alla salute e al benessere. Da qui, a dire che curino anche mali molto seri, però, ce ne passa…Si può solamente affermare che il consumo abituale di questi frutti, nelle giuste quantità, può svolgere un’utile funzione preventiva per allontanare la comparsa di alcune malattie tipiche dell’invecchiamento fisico e cellulare, come la mancanza di energia, l’impotenza sessuale, il diabete e il cancro. Per le loro proprietà nutrizionali, le bacche di goji danno anche un senso di sazietà. Questo effetto è utile nel caso si voglia perdere peso, perché la sazietà, solitamente, induce a mangiare di meno.

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pianta di bacche di goji o Lycium barbarum v16 pianta vera da esterno

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Coltivare il Goji in Italia

Chi vuole consumare le bacche di goji, solitamente, deve acquistarle. In effetti non è facile trovarle nel mercato sotto casa, mentre è semplicissimo acquistarle on line o in erboristeria, con gli evidenti costi che questi canali di acquisto di solito comportano. Per tale motivo molti si chiedono se sia possibile coltivare il Goji ( l’albero) in Italia, magari anche nel proprio giardino. In teoria è possibile, ma sembra che non si ottengano gli stessi frutti dell’albero coltivato in Asia. Le condizioni climatiche italiane, l’inquinamento e l’aria non più salubre come in passato, creano condizioni negative per lo sviluppo dei frutti di Goji. Se si vuole, l’albero si può sempre coltivare in proprio, ma solo per motivi ornamentali ed estetici e non per raccogliere bacche dai “presunti” effetti miracolosi. Il goji, infatti, si può coltivare in vaso o a pieno campo. La pianta tende a svilupparsi verso l’alto in vaso e con chiome più larghe e in orizzontale, a pieno campo. Le foglie, appuntite e verde chiaro, si colorano di piccoli frutti rossi solo dopo lungo tempo. Il goji coltivato in casa produce, invece, gradevoli fiori lilla, mentre la maturazione dei frutti è più lenta e richiede di solito qualche anno dalla messa a dimora dell’albero. Per vedere fruttificare il goji conviene acquistarlo già maturo e pronto per la comparsa dei frutti.


goji: Effetti

Gli effetti delle bacche di goji sono ormai noti a tutti e si riferiscono a quelli antiossidanti e di ringiovanimento cellulare. Questi effetti sono ormai decantati da più parti e confermati dai consumatori, ma anche da studi e ricerche. Non bisogna però attribuire a dei frutti proprietà miracolose, ma solo utili a conquistare un benessere fisico che oggi, con la vita frenetica e lo stress è sempre più difficile da mantenere. Non si conoscono nemmeno le controindicazioni delle bacche di goji : non esistono, infatti, ancora studi in merito, a parte quelli sull’abbinamento degli estratti di goji con alcuni medicinali. In genere, i preparati erboristici tendono a potenziare gli effetti dei farmaci. Lo stesso vale per le bacche di Goji: è stato dimostrato che le stesse, ma anche il succo, se associati all’assunzione di anticoagulanti, tendono a potenziare l’effetto di questi ultimi. Per tale motivo, prima di assumere gli estratti di goji in concomitanza con dei farmaci, è importante chiedere il preventivo parere del medico.



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