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Il sorbo non necessita di cure particolari, essendo un albero principalmente diffuso allo stato selvatico; è però tuttavia importante dare dei cenni sul suo habitat ideale. Preferisce terreni molto drenanti, mediamente compatti e calcarei; il suo clima ideale è mite, ma riesce a tollerare sia temperature elevate che molto basse (anche se è meglio evitare le gelate). I suoi frutti, le sorbe, vanno raccolti o quando cadono spontaneamente dall'albero o quando assumono un colore giallo-rosso, mentre quando sono verdi è opportuno lasciarli maturare per ancora qualche giorno. Sia per permettere la maturazione dei frutti che per stimolare la crescita della pianta, è bene scegliere una zona molto esposta alla luce del sole e ben ventilata. La messa a dimora di un sorbo dev'essere effettuata in primavera, lontano dalle gelate invernali.
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Anche la concimazione non è necessaria per questa pianta, la quale è in grado di adattarsi egregiamente alle condizioni del terreno. Interventi di concimazione, soprattutto per terreni impoveriti di nutrienti a causa di coltivazioni precedenti, possono avere effetti significativi per quanto riguarda la crescita e la maturazione dei frutti. A questo proposito, è opportuno usare circa 15 kilogrammi di concime per le piante giovani e 25 per le piante adulte; il concime più indicato è lo stallatico maturo bovino o equino, a lenta cessione, e con azoto, fosforo e potassio in proporzioni simili tra loro. L'intervento di concimazione deve essere effettuato in primavera, in modo da favorire la maturazione estiva dei frutti e concedere un'ulteriore protezione alla pianta contro l'inverno successivo. Il concime va impiantato ai piedi dell'albero, a pochi centimetri di profondità.
La pianta ha sviluppato una forte protezione contro l'attacco di afidi e piccoli insetti, ma in ogni caso è consigliato mettere in atto un'azione preventiva tra la fine dell'inverno e l'inizio della primavera. L'attacco da parte di funghi rappresenta invece un rischio molto più grave. Tra i funghi più pericolosi vi sono alcuni ceppi appartenenti alla famiglia Erysiphaceae, che causano una malattia conosciuta come mal bianco. Tale malattia si manifesta con una spessa copertura biancastra sulle foglie che limita la fotosintesi; lo strato biancastro non è altro che il micelio del fungo, il quale causa innanzitutto una decolorazione delle foglie, seguita dalla necrosi. A questo punto le foglie si seccano e si distaccano dall'albero, il quale s'indebolisce e, nei casi più gravi, può morire. Per debellare il fungo dalla pianta è opportuno utilizzare dei composti a base di zolfo.
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