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Nel corso dello sviluppo della pianta, nel momento in cui non subisca modificazioni artificiali ma venga lasciata crescere secondo i ritmi naturali, allora può arrivare fino a quindici metri di altezza, caratterizzata da una chioma da una forma tipicamente conica.
Le foglie del pero risultano, nella maggior parte dei casi, dalla conformazione tipicamente ovale e con una colorazione verde intensa, quasi brillante nella parte superiore.I fiori della pianta di Pero si caratterizzano per presentare una tipica colorazione bianca e per avere cinque petali; infine, spostando la nostra attenzione sul frutto, possiamo notare come la forma possa essere differente in base alla varietà di Pero che si prende in considerazione.Infatti, possiamo trovare di frutti tondeggianti e altri allungati: tutto dipende dalla varietà e anche il colore ne risente, visto che in natura ci sono delle pere verdi, rosse e anche gialleQuesto albero da frutto fiorisce nel corso del periodo compreso tra la prima e la seconda decade del mese di aprile: gran parte dei fiori del corimbo si aprono del tutto; tra la varie particolarità di questo evento, troviamo il fatto che il polline va a fecondare l’ovario attraverso un’impollinazione cosiddetta incrociata, visto che viene svolta da insetti definiti pronubi: in tutti questi casi, è di assoluta importanza che la fioritura dell’impollinatore e della varietà che è stata scelta avvengano più o meno nello stesso periodo, in maniera tale da garantire una maggiore possibilità che la fecondazione giunga a buon fine. Dopo tale fase, i petali cadono da soli.
I frutti, nel corso della fase di maturazione (che viene preceduta dall’allegagione e dall’ingrossamento del frutto) possono arrivare alla massima dimensione possibile e, allo stesso tempo, hanno anche acquisito ormai la colorazione tipica che dipende dalla specie di Pero a cui appartengono; inoltre, durante la fase di maturazione, i frutti sono riusciti anche da ottenere un corretto equilibrio tra le sostanze zuccherine quelle acide al loro interno.La fase della maturazione comincia con la prima parte del mese di giugno e può durare anche fino a metà del mese di ottobre. Per quanto riguarda la caduta delle foglie, tale evento avviene soprattutto nel corso della stagione invernale, in particolar modo concentrandosi durante novembre e dicembre: una volta che finisce tale fase, ecco che la pianta di Pero comincia un riposo vegetativo, fino al momento in cui arriva la stagione primaverile successiva.Il Pero è uno di quegli alberi da frutto che si sviluppano ottimamente all’interno di ambienti caratterizzati da un clima temperato-fresco: l’ideale, in Italia, è sicuramente la Pianura Padana, per quanto riguarda le condizione climatiche, visto che soffre ambienti eccessivamente esposti al vento, ma anche le temperature troppo elevate, sia in inverno che durante la stagione estiva, così come mal sopporta i lunghi periodi di siccità. Questo albero da frutto ha la necessità di ricevere anche diverse ore al giorno di sole e, per tale ragione, è meglio esporlo a sud, sud est e sud ovest.La fase della maturazione comincia con la prima parte del mese di giugno e può durare anche fino a metà del mese di ottobre. Per quanto riguarda la caduta delle foglie, tale evento avviene soprattutto nel corso della stagione invernale, in particolar modo concentrandosi durante novembre e dicembre: una volta che finisce tale fase, ecco che la pianta di Pero comincia un riposo vegetativo, fino al momento in cui arriva la stagione primaverile successiva.
Il Pero è uno di quegli alberi da frutto che si sviluppano ottimamente all’interno di ambienti caratterizzati da un clima temperato-fresco: l’ideale, in Italia, è sicuramente la Pianura Padana, per quanto riguarda le condizione climatiche, visto che soffre ambienti eccessivamente esposti al vento, ma anche le temperature troppo elevate, sia in inverno che durante la stagione estiva, così come mal sopporta i lunghi periodi di siccità. Questo albero da frutto ha la necessità di ricevere anche diverse ore al giorno di sole e, per tale ragione, è meglio esporlo a sud, sud est e sud ovest.Il pero è uno di quegli alberi da frutto che ha la necessità di fare affidamento sui portainnesti per il suo sviluppo. Tra i vari portainnesti quello che viene maggiormente utilizzato per il pero è sicuramente rappresentato dal Cotogno.
Il cotogno è il portainnesto che viene di gran lunga preferito rispetto a tutti gli altri, per il semplice fatto che permette di rallentare il processo di sviluppo della pianta, mentre garantisce che i frutti della pianta giungano ad una veloce maturazione e siano anche di notevole fattura.La pianta di Pero ha il suo punto debole nei terreni calcarei, ma non sopporta anche quei terreni particolarmente siccitosi: in questi casi, l’effetto più evidente sarà rappresentato dall’ingiallimento delle foglie. Tra gli altri portainnesti che sono utilizzati con buona frequenza troviamo anche quelli denominati “Franco” e “Selvatico”.Nel primo caso, le piantine di Franco derivano dal seme di un pero che è stato coltivato, mentre nel secondo caso si tratta di una piantina che si sviluppo in modo del tutto spontaneo.Tutti e due questi portainnesti si caratterizzano per fare in modo che la pianta diventi estremamente imponente e riesce anche a vivere più a lungo: tra le principali caratteristiche di questi elementi, troviamo sicuramente un apparato radicale in grado di svilupparsi in profondità e piuttosto rigido, senza dimenticare la resistenza nei confronti della siccità.Alla stregua di tantissime altre piante, anche per l’albero del Pero il consiglio è quello di effettuare la concimazione: si tratta di un’operazione che deve avvenire almeno con cadenza annuale. Inoltre, è fondamentale utilizzare un letame che sia giunto completamente a maturazione, ma c’è anche la possibilità di sfruttare dei concimi di derivazione organica, mischiandoli con delle sostanze come fosforo, potassio e altri microelementi.
In particolar modo, il suggerimento è quello di puntare molto sull’azoto e sul fosforo, in particolar modo durante la stagione primaverile, in maniera tale da garantire alla pianta uno sviluppo più uniforme e una fruttificazione maggiore fino al mese di settembre.Non dobbiamo dimenticare anche come l’utilizzo del potassio sia assolutamente fondamentale anche per via del fatto che condiziona notevolmente la colorazione dei frutti del Pero.Tra le varie forme di coltivazione di questo albero da frutto, troviamo indubbiamente quella ad alberello: in tutti questi casi, per poter far crescere un pero ad alberello, si dovrà necessariamente sfruttare un pollone.
La prima cosa da fare sarà quella di eseguire un taglio dopo aver piantato il pollone, ad un’altezza compresa tra 120 e 170 centimetri da terra: proprio in questo punto, durante il primo anno, si svilupperanno diversi rami.Nel momento in cui inizierà il secondo anno, il consiglio è quello di conservare , come minimo, tre rami, riducendoli ad una lunghezza pari a 20 centimetri: durante la successiva stagione vegetativa, tali rami ne daranno luogo ad altri, in un ciclo continuo. Infine, nel corso del terzo anno di crescita, sarà necessario effettuare un altro taglio dei rami che sono cresciuti, accorciando anch’essi a 20 centimetri: in questo modo, si potrà arrivare all’obiettivo di ottenere una struttura rigida ed affidabile per la chioma.Tra gli altri tipi di coltivazione dell’albero di Pero, troviamo sicuramente quello a fuso: per fare in modo di realizzare un fuso, dovrà essere piantato un pollone, ma a differenza di quanto avviene con l’allevamento ad alberello, il taglio dovrà essere eseguito ad un’altezza pari a 50 centimetri. in questo modo, si potranno ricavare, durante il primo anno di vita, circa 5 rami dalla parte laterale, che dovranno essere leggermente ridotti nel corso del secondo anno di crescita (il consiglio è quello di eseguire questa operazione durante il mese di marzo), garantendo una forma piramidale alla pianta.
Un’altra tipologia di allevamento del Pero corrisponde al cordone verticale: per realizzarla, si dovrà piantare un pollone e il taglio dovrà eseguito ad un’altezza pari a 50 centimetri, sempre prestando la massima attenzione che il taglio avvenga appena al di sopra di una gemma, in maniera tale che si venga a formare una freccia verticale.I rami che si svilupperanno durante il primo anno, andranno a concentrarsi soprattutto nella parte laterale e poi la parte apicale dovrà essere accorciata ad un’altezza apposita. Si tratta di un’operazione che si dovrà effettuare ogni anno, cercando sempre di ridurre leggermente i nuovi rami che si verranno a creare vicino al tronco, in maniera tale da garantire la formazione di una pianta dalla forma colonnare.Nel momento in cui dobbiamo fare i conti con i pericoli per questo albero da frutto, certamente c’è sempre da combattere la minaccia derivante dai parassiti animali, che nella maggior parte dei caso corrispondono alle cocciniglie e agli afidi.
Inoltre, il Pero può essere anche attaccato, ma in casi non molto frequenti, da Psilla gialla: stiamo parlando di un insetto succhiatore che va a colpire i tessuti meno vecchi della pianta, con una piccola puntura, provocando la fuoriuscita di una sostanza che poi è in grado di permettere una più veloce diffusione dei funghi, come ad esempio la fumaggine.Le altre malattie, sempre a livello di funghi, che possono rappresentare una seria minaccia per questa pianta sono rappresentati principalmente dalla ticchiolatura (che è piuttosto nota a tutti i coltivatori di questo albero da frutto), senza dimenticare anche il mal bianco.Ad ogni modo, risulta di vitale importanza evidenziare come il Pero sia un albero da frutto che possa anche essere colpito dal colpo di fuoco: si tratta non di una scottatura di raggi del sole, ma d una malattia batterica particolarmente pericolosa, che va a colpire la chioma e il tronco, provocando un’essiccatura estremamente veloce.
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