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Il sorbo presenta una foglia composta da 4 fino a 9 paia di piccole foglioline, con una terminale a forma ovale. Ciascuna di queste ha margine dentellato che conferisce all'insieme del fogliame una suggestiva apparenza “piumata”. L'albero fiorisce nel mese di maggio. Solitamente a luglio, invece, il sorbo vanta una notevole presenza di bacche che resistono fino al termine dell'autunno e sono particolarmente apprezzate dagli uccelli.Le bacche, i suoi frutti, sono piccole e hanno forma di un pomo globoso giallo che tende in seguito ad un rosso acceso. I fiori, infine, sono bianchi e raccolti in piccoli gruppi.
La coltivazione avviene per semina, nel corso dell'autunno. I semi devono essere piantati all'interno di vasi colmi dell'apposita composta. Questi devono poi essere mantenuti all'aria aperta e successivamente, con l'arrivo dell'autunno, i giovanissimi esemplari devono essere trapiantati nel vivaio, laddove devono restare per il tempo di almeno due anni.
Il sorbo preferisce posizioni di pieno sole. E' tuttavia assai tollerante anche a diverse temperature, dal momento che si può trovare anche a 1500 metri d'altitudine, su rilievi alpini. Ugualmente cresce con facilità all'interno dei giardini urbani tollerando di buon grado anche l'afa estiva.
Ha resistenza inoltre per l'inquinamento cittadino e per i venti salsi.La tolleranza del sorbo si estende anche al terreno della sua crescita. L'albero non ha infatti eccessive esigenze, grazie alla sua rusticità. La sua preferenza è comunque accordata a terreni sciolti e di medio impasto, non molto umidi. Consigliabile è piantare i sorbi in terreni freschi e con buona pendenza.
Se in natura il sorbo si presenta in piccoli gruppi o isolato, in giardini e parchi urbani ha un diffuso utilizzo per scopi ornamentali, anche in aree verdi cittadine. La sua forte resistenza nei confronti dell'inquinamento atmosferico gli consente di essere sovente impiegato per alberature ma anche per spazi verdi limitrofi alle zone industriali. Nelle località montane, invece, è assai utilizzato allo scopo di donare vivacità e allegria per le vie o le piazze ed è spesso associato, a tal fine, al maggiociondolo o ad altre specie montane come il pinus sylvestris e i larici.
Il sorbo teme, come altri alberi della famiglia rosacee, soprattutto i funghi parassiti del genere Nectria. Questi recano danni anche letali all’albero, con cancro ai rami e ai fusti e seccume in tutta la pianta.
Un particolare curioso che riguarda il sorbo è la sua relazione stretta, in tempi antichi, con la magia, specialmente nei paesi nordici. Ad esempio il nome dell'albero in lingua norvegese “ron” è anche la radice del termine “rune”, dal momento che l'antichissimo alfabeto runico veniva scolpito sul legno di quest'albero. In Scozia, invece, i sorbi erano abitualmente piantati intorno ai vari campi perché la credenza era che quest'albero tenesse lontano il male. Così ancora oggi per trovare in suolo scozzese antiche tenute agricole andate in rovina o scomparse si cercano i sorbi sopravvissuti e non lontano da quelli è assai probabile reperire resti di vecchi insediamenti.
Le specie più diffuse del sorbo sono: il sorbus aria, che raggiunge 15 metri di altezza e ha foglie dai margini dentati, lunghe 12 centimetri circa, e fiori color crema. Apprezzatissimo per il suo valore ornamentale, forma spesso anche barriere frangivento. Il sorbus aucuparia, o sorbo degli uccellatori, alto 18 metri circa e provvisto di foglie pinnate con sfumature oro e arancio. Le bacche del genere “edulis” di questa secie sono commestibili e spesso usate per la preparazione di conserve. Il sorbus cuspidata, alto fino a 20 metri, con foglie ellittiche di colore grigio verde e fiori bianchi del diametro di 10 centimetri che compaiono sul finire della primavera e grandi bacche. Il sorbus domestica, alto fino a 25 metri, con foglie pinnate fiori bianchi raccolti in pannocchie e bacche commestibili verdi non particolarmente apprezzate per il sapore. Infine il sorbus torminalis, alto fino a 25 centimetri, con foglie lobate di colore verde scuro e fiori bianchi a mazzetti in primavera e bacche vicine al marrone nella stagione autunnale. E' apprezzato esteticamente nei prati o ai margini dei boschi.
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