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La papaya ha bisogno di un terreno ben drenato, per evitare i ristagni idrici, e composto da terriccio amalgamato con della torba; si consiglia di eseguire la semina all'inizio dell'estate, dato che la pianta, in particolare se molto giovane, è sensibile ai rigori dell'inverno. I semi, prima di essere piantati, vanno immersi in un recipiente con acqua a temperatura ambiente per una giornata. La semina può avvenire direttamente in piena terra oppure in appositi contenitori, in modo da controllare e proteggere lo sviluppo delle piantine nelle fasi iniziali; dopo circa un anno sarà possibile effettuare il trapianto in giardino. La potatura non va svolta frequentemente, ma bisogna limitarsi a recidere con strumenti disinfettati alla fiamma i rami vecchi o malati, per rendere l'esemplare più vigoroso.
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Per la concimazione della papaya, l'ideale sono le sostanze organiche, come lo stallatico o il letame maturo; è opportuno che l'operazione sia effettuata una o due volte all'anno dopo i primi dodici mesi di vita della pianta. Si possono adoperare anche fertilizzanti liquidi formati dai tre principali macroelementi, ovvero l'azoto, il potassio ed il fosforo. Tutti e tre svolgono un importante ruolo nello sviluppo della pianta: l'azoto contribuisce alla crescita dei tessuti e delle parti vegetative, il potassio migliora la qualità dei frutti ed accentua la resistenza al freddo, il fosforo rafforza le radici ed aiuta il metabolismo. Gli elementi vanno bilanciati anche sulla base della composizione chimica del terreno, ed integrati con microelementi allo stesso modo essenziali come il magnesio, il manganese ed il ferro.
La papaya necessita di un'esposizione soleggiata, al riparo da precipitazioni eccessive o venti intensi; la temperatura perfetta si aggira intorno ai 20-25 °C e non deve mai scendere sotto lo zero per troppo tempo, pena la morte della pianta stessa. Pericolose, inoltre, sono le malattie fungine, come l'antracnosi e l'oidio, che provocano il disseccamento ed il deperimento dell'esemplare colpito e la formazione di aree necrotiche: la prima si manifesta con macchie scure e irregolari, il secondo con una muffa bianca, motivo per cui è detto anche albugine o mal bianco. Entrambe le malattie richiedono, come cura, appositi prodotti anticrittogamici, ma un'efficace prevenzione può essere effettuata anche grazie a prodotti naturali come il decotto di equiseto o, semplicemente, evitando un'eccessiva umidità.
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