La concimazione della terra è una fase fondamentale nella coltivazione della pianta, in quanto apporta le sostanze nutritive di cui ha bisogno per crescere. Dopo l'operazione di aratura, il suolo deve essere fertilizzato con letame fresco o secco (stallatico). I composti organici in esso contenuti saranno poi degradati dai microrganismi che vivono nel terreno, trasformandoli in sostanze assimilabili dalla pianta. Qualora la decomposizione risultasse incompleta, il suolo sarebbe più ricco di humus. In questo caso si potranno aggiungere dei altri prodotti, compresi tra quelli naturali, come la cenere di legna, il terriccio da compostaggio (compost), risultato della decomposizione di vari materiali organici e vegetali, il sangue secco, proveniente dalla macellazione. La concimazione, comunque, si esegue alla fine della stagione invernale per preparare il terreno per la successiva semina.
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È possibile che non ci si riesca a procurare il letame, che resta il miglior concime per la coltivazione. In tal caso si può ricorrere all'utilizzo di stallatico pellettato, ottenuto dalla lavorazione di deiezioni animali che subiscono un processo di umidificazione e decomposizione batterica e ridotte in forma assimilabile dalle piante. Poi viene essiccato, lavorato e confezionato. Questo tipo di concime fornisce tutti gli elementi nutritivi e contribuisce a fargli raggiungere un perfetto pH. È un prodotto a lento rilascio che si sparge sul terreno prima di procedere alla vangatura e viene venduto in sacchi tra 5 e 25 kg. Un altro dei fertilizzanti per agricoltura biologica è quello ottenuto dai giacimenti di guano, formati dagli escrementi e carcasse di uccelli marini ed accumulati nei secoli. Altri prodotti sono la torba, il cascame di lana, epitelio animale idrolizzato, fertilizzanti liquidi di natura organica ed altri ancora.
La tecnica del sovescio è facile da attuare ma anche molto efficace per arricchire il suolo con elementi nutritivi derivanti da coltivazioni precedenti effettuate sullo stesso terreno, in particolare i legumi. Con questo tipo di piante è possibile avere la fissazione dell'azoto gassoso presente nell'aria mediante un'associazione simbiotica con batteri del genere Rhizobium. Questi particolari microrganismi trasformano l'azoto molecolare in azoto organico assimilabile dalle radici della pianta. Le leguminose quindi, come fagioli, piselli, lupini, trifoglio, arricchiscono notevolmente il suolo di azoto. La metodica del sovescio è economica e rende fertile il terreno per la coltivazione di altre piante. Occorre però tagliare le leguminose durante la fioritura, quando hanno la maggiore quantità di azoto, lasciarle seccare sulla superficie e poi interrarle a 12-15 cm di profondità.
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