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Il terreno preferito del melone è un terreno a medio impasto, sufficientemente drenato, ricco di sostanza organica e con una felice esposizione per mantenere la pianta al clima caldo di cui necessita.
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La sensibilità della pianta si estende anche per l'esigenza di richiedere un terreno molto fertile. E' assai consigliabile, dunque, arricchire il suolo con azoto, fosforo, magnesio, potassio e calcio di cui il melone si nutre generosamente. Si consiglia l'utilizzo di circa 5 quintali di letame o composto ogni 100 metri quadri di terreno.
La pianta del melone si associa favorevolmente a lattuga e fagiolo, in particolare il fagiolo nano. Una associazione che può fornire ottimi risultati si ha inoltre tra melone e mais dolce. Se si alternano infatti filari di melone a 3 filari di mais dolce si ottiene un'interessante funzione di frangivento.
Si opera nei mesi tra febbraio e aprile in una serra o in un letto caldo per le ragioni più fredde del centro nord. Al sud si può procedere negli stessi mesi in pieno campo. Da aprile fino a giugno si coltiva senza protezioni. Il melone non ama affatto le temperature rigide, pertanto è altamente consigliabile procedere con la semina in fasi dell'anno in cui non si presentino eventuali e dannose gelate tardive e la temperatura del terreno si mantenga intorno ai 15 gradi. Si procede con la semina ponendo i semi in pieno capo o in vasetti di torba. Fare attenzione a porli con la punta in basso a una profondità di circa 3 centimetri, o isolati o in postarelle di 4 semi. Si consideri che in caso di semina in pieno campo serviranno fino a 50 grammi di seme ogni 100 metri quadrati di superficie. Nel momento in cui le piantine arrivano a 3 foglie si può effettuare il trapianto. Fino al mese di giugno è consigliabile riparare le piantine con delle campane di vetro o altri ripari. In seguito al trapianto si dovrà pacciamare e scongiurare i pericolosi attacchi delle lumache utilizzando un cerchio di cenere che si dovrò poi riordinare in caso di forti piogge. Si distribuiscono le pante a 180 centimetri circa di distanza tra le file e a 100 centimetri massimo sulla stessa fila, facendo ben attenzione a non interrarne mai il colletto.
Si agisce tagliando regolarmente le cime delle piante giovani al di sopra le prime due foglie normali. All'incirca sul finire di giugno crescono alcune foglie opposte sui fusti sviluppati all'ascella delle foglie precedenti. Si deve quindi tagliare sopra il terzo gruppo di foglie che andranno conservate, così che su ogni fusto si mantengano 6 foglie + 2 foglie. Dal punto del taglio cresceranno ulteriori fusti e su questi il mese successivo si procederà con il taglio della terza foglia e su questi cresceranno i fiori da cui nasceranno i meloni.
Il melone necessita di una buona cura per l'annaffiatura. La pianta infatti ha un'alta esigenza d'acqua, ed è meglio operare nell'irrigazione per aspersione più che per scorrimento. Un'interruzione degli interventi nel periodo appena precedente la maturazione dei frutti porterà ad uno sviluppo d un sapore molto più dolce.
I nemici più comuni per il melone sono gli afidi, coccinella, ragnetto rosso che causa la comparsa di macchie chiare sulle foglie, mentre la sua ragnatela danneggia una crescita regolare dei germogli. Un male comune per la pianta è la tracheofusariosi che provoca, nel periodo prefogliare, danni alle foglie con ingiallimento e appassimento repentino. In seguito anche di disseccamento. Per affrontare il problema, intervenire impiegando varietà resistenti.
La raccolta parte nel mese di giugno e può durare fino ad agosto, o, nei casi, più tardivi, specie nelle regioni più calde del Sud Italia, si raccoglie fino alla stagione autunnale. Ogni 100 metri quadrati di terreno si raccolgono all'incirca 250 kg di meloni. I segnali che avvertono della prossima maturazione saranno il socchiudersi delle foglie del rametto portatore del frutto, il disseccamento dei cirri e la scomparsa di quella peluria che riveste il melone acerbo.
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