Concimare orto
La concimazione è una tecnica di fertilizzazione agraria praticata in condizioni ordinarie o straordinarie per somministrare concimi contenenti sali minerali a integrazione artificiale della quota di un unico o di più elementi nutritivi preesistenti naturalmente nel terreno dell’orto nell’ottica di ottimizzare il potenziale produttivo di ogni specie orticola. Ma andando a modificare la composizione chimica del suolo alla finalità di soddisfare il fabbisogno nutritivo delle coltivazioni agrarie eccetto che durante il riposo vegetativo, la concimazione può talora risultare a effetto secondario di ammendamento migliorativo anche delle proprietà fisiche del terreno e di preservazione della qualità ambientale praticata dall’agricoltura sostenibile. Oltre a elementi plastici che contribuiscono alla costituzione dei tessuti come il carbonio, l'ossigeno e l'idrogeno, le piante necessitano infatti di un approvvigionamento di nutrizione a largo spettro di sali minerali disciolti in acqua che assorbono attraverso l'apparato radicale e stomatico. Seguendo un criterio tecnico-agronomico per decidere riguardo alla concimazione migliore da somministrare, bisogna partire dal presupposto che non esiste una soluzione universale ideale per qualunque orto: le piante coltivate hanno esigenze nutritive alquanto diverse per tipologia, richiesta quantitativa e durata del ciclo di coltivazione. Durante le diverse fasi vegetative di crescita, la pianta da coltura orticola richiede di essere supportata con concimazioni costanti in quantità adeguata tale da soddisfare il tenore delle mutate esigenze. Il rispetto del quantitativo indicato è essenziale non tanto per evitare di concimare in modo insufficiente – problematica generalmente rimediabile durante il periodo di coltivazione – quanto per non rischiare invece l’opposta somministrazione eccessiva di sostanze nutritive, provocando irrisolvibili insorgenze di fenomeni di fogliosità in eccedenza, malattie varie e disseccamento.
A fine autunno o inverno, prima dell’aratura e dell’impianto di qualunque coltivazione erbacea fuori suolo, è necessario innanzitutto eseguire una concimazione di fondo a carattere esclusivo e straordinario su tutto il terreno destinato all’orto. Finalizzata a migliorare in maniera duratura la condizione chimica di fertilità generale in dotazione nell’appezzamento, consiste in un apporto mirato di consistenti quantitativi di quei macronutrienti rilevati in carenza effettiva da un’analisi chimico-fisica del suolo. Dopo l’aggiunta in potenziamento, a seconda dei casi, di fosforo (acceleratore della velocità di maturazione, migliorativo della qualità esteriore e della radicazione), potassio (in fioritura e nel periodo di produzione di frutti e bacche per agevolarne il contenuto zuccherino, come nelle piante potassofile di barbabietola e di pomodoro) o di entrambi (es. coltura del finocchio dalla vita in campo piuttosto breve, melone, ecc.) in concime, rimangono in forma stabile a livelli medio-alti laddove sono stati interrati in media di circa 40 cm – strato maggiormente esplorato dagli apparati radicali delle piante – nonostante l’asportazione del raccolto e le eventuali perdite in seguito a fenomeni di dilavamento ed erosione. Prima di procedere a una concimazione di fondo occorre ripulire l’appezzamento dai vari residui colturali rimasti, vangare con un badile o una motozappa, interrare il fertilizzante distribuendolo al di sotto dei primi 30-40 cm dalla superficie del terreno – laddove sarà efficace sulla maggior parte delle radici che si andranno a sviluppare – e quindi livellare con un rastrello. In caso di abbondante impiego di letamazione (5 quintali in 100 mq) o di fertilizzanti organici pellettati (15-25 kg in 100 mq di stallatico o pollina), eventuali concimazioni saranno da praticare soltanto a coltivazione in atto. L’utilizzo di concimi chimici richiede invece un trattamento prima della semina o del trapianto con tipologie a più basso titolo in azoto (es. con l’8-24-24, 5-10 kg di concime in 100 mq).
In linea di massima, la concimazione ordinaria effettuata all'inizio del ciclo vitale delle colture, o in parte frazionata nel periodo, è finalizzata al mantenimento stabile nel tempo degli elementi nutritivi in dotazione nel terreno dell’orto in modo da conferire una condizione di fertilità chimica atta a prevenire, per quanto possibile, le progressive perdite conseguenti al prelievo del raccolto e all’accadimento di fenomeni naturali (erosione, dilavamento, volatilizzazione, ecc.). Preparando il terreno per l'anno successivo, dopo una ripulita e una lavorazione, si effettua una concimazione autunnale con concime organico (es. ad alto titolo in azoto disponibile sottoterra fino allo sviluppo vegetativo primaverile), o granulare a lenta cessione per preparare i letti di semina (a cielo aperto e in piccole serre a tunnel in agritessuto per insalata e per piante aromatiche) e di impianto delle orticole invernali in zone soleggiate e riparate dell’orto. All’inizio della primavera, verso aprile, circa un mese prima della semina o del trapianto, una volta rimosse piante e foglie disseccate o malate, erbe infestanti, ecc. ripulendo l’orto con rastrello e zappa, si procede a dissodare ed arricchire il terreno con il concime.
Una concimazione di arricchimento è necessaria per risollevare la condizione di fertilità di un terreno che è già in coltivazione, ma versa in uno stato di impoverimento conseguente ad un mancato trattamento di fondo con concimi in tempo dovuto o ad applicazioni pluriennali errate di questo genere. Subito prima o in contemporanea alla semina primaverile o autunnale, un’unica calibrata concimazione azotata con concimi organici in soluzione nell’irrigazione costituisce un’efficace riserva a breve-medio termine necessaria alla crescita e alla qualità, mentre quella fosfatica in periodo di fioritura, facilmente disponibile nel letame, è un incremento specifico riguardo a diverse variabili (dilavamento, condizioni vegetative, ecc.).
Con una concimazione di copertura eseguita durante la coltivazione si interviene per distribuire azoto specialmente per regolare il ciclo di crescita delle colture erbacee (escluse le Leguminose) oppure per ottimizzare la nutrizione minerale, con precisione di formula e di dosaggio, su orticole sottoposte a impianti di irrigazione a distribuzione localizzata (irrigazione a goccia o microirrigazione, ecc.) del metodo avanzato di fertirrigazione.
Intervento integrativo e non nutrizionale, la concimazione fogliare di microelementi (boro, ferro, manganese, mobildeno, rame, zinco) dinamici attivi sui processi fisiologici, di rapida assimilazione attraverso epidermide e stomi, è diretta a coprire più che altro frequenti carenze di assorbimento.
Modalità e procedura di esecuzione della concimazione dipendono dai tempi di rilascio e dalla mobilità nel terreno dei sali minerali. I concimi a pronto effetto cedono questi nutrienti al suolo in breve tempo (da ore a pochi giorni), in forma direttamente assorbibile dalle piante, mentre quelli a lento rilascio impiegano da qualche settimana ad alcuni mesi per completare la naturale trasformazione microbica, chimica e fisica. Nell’orto, gli elementi nutritivi a notevole mobilità si veicolano facilmente all’acqua di irrigazione sul terreno, ma vanno dispersi con il dilavamento, mentre quelli scarsamente mobili assorbiti stabilmente nel terreno sono efficienti soltanto da interrati nei pressi delle radici di orticola. Nonostante il calcolo approssimativo di equilibrio dei nutrienti risultante dalla differenza tra la quantità di minerali fornita e quella dedotta rimossa dalle colture o perduta (drenaggio, ecc.), è più corretto attenersi alle dosi indicate sulle confezioni dei prodotti in commercio.
La concimazione minerale viene eseguita con concimi minerali (minerali raffinati o trasformati) o chimici (sintetici, inorganici di origine biologica trattati a livello industriale) e organo-minerali (misti organici) ad alto contenuto di sostanze nutritive, facilmente manipolabili, diffusi in coltivazioni agricole di tipo intensivo e per colture specifiche (es. pomodoro, per evitare marciumi radicali da eccesso di sostanza organica). A formulazione chimico-nutritiva semplice (unico macroelemento di fertilità tra azoto, fosforo, potassio) oppure complessa o composta (concimi binari a due macroelementi principali o ternari a tre), sono prodotti sotto forma di granulare (es. 8-24-24 nelle coltivazioni di anguria), microgranulare, cristalli, polvere e liquida o solida ad alta solubilità per l’impiego in fertirrigazione.
Per effettuare la concimazione organica si utilizzano elevati quantitativi di concimi organici di origine biologica (animale, vegetale, mista, unici consentiti in agricoltura biologica) contenenti carbonio organico legato ad uno degli elementi apportatori di fertilità, di modesto impatto (su salute di consumatori e ambiente) per il titolo più basso di elementi nutritivi rilasciati soltanto gradualmente nel corso della dinamica della decomposizione microbica e della mineralizzazione che avvengono a temperature piuttosto alte (primaverili, estive). Affinché tali processi si svolgano in modo corretto e in tempi piuttosto brevi nonostante l’immobilità, la sostanza organica deve essere incorporata sottoterra prima di ogni lavorazione principale (aratura, ecc.). Di conseguenza, questi concimi biologici distribuiti soprattutto in autunno hanno effetto dopo mesi, durante i quali soltanto la frazione minerale preesistente nel terreno sarà a disposizione delle piante.
Nonostante la difficoltà dell’impostazione di una formula razionale di concimazione e dell’ingente quantitativo necessario da distribuire per coltivare nell’orto (in 100 mq, 5 quintali per la zucca, 4-5 quintali per le zucchine, 3 quintali per gli asparagi), il concime più tradizionale e diffuso rimane il letame (o stallatico) risultante dalla fermentazione e maturazione della lettiera degli allevamenti, seguito dal compost autoprodotto con residui e rifiuti verdi (erba tagliata, rami, foglie, verdure, frutta, caduti a terra, estirpati, stoccati e trattati, decomposti da batteri e microrganismi) e, in alcuni casi, anche torba, pollina e sovescio. Mentre il letame maturo e il compostaggio apportano un contributo nutritivo migliorando la fertilità chimica, fisica (sofficità), biologica (microflora terricola) del suolo tramite una distribuzione seguita dall’interramento entro tempi brevi, almeno un mese prima dell’avvio della coltivazione ad anni alterni o annualmente in suoli argillosi, lo stallatico pellettato commercializzato a sacchi svolge una funzione quasi esclusivamente nutritizia.
A seconda del tipo e del dosaggio dell'unico o dei più elementi nutritivi somministrati, delle condizioni della coltura e dell’ambiente, la concimazione può ottenere risultati in quantità (es. barbabietola in terreni impoveriti trattati con potassio) e/o in qualità (es. rigoglio vegetativo stimolato da concimazione azotata, colorazione del pomodoro da quella potassica).
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