Il presepe napoletano

Il presepe napoletano

Quando si parla di presepe si pensa subito a quello napoletano, le tradizioni della sua composizione si sono mantenute sempre le stesse nel corso degli anni. A Napoli, si cominciano ad avere notizie sul presepe già nel 1025 e nel 1324 la regina d’Aragona fece dono alle suore Clarisse di un presepe da posizionare nella loro chiesa. Risalente a circa centocinquant’anni dopo, ricordiamo il presepe completamente in marmo costruito da Antonio Rossellino. Successivamente, verso il 1500, si cominciarono a scolpire presepi in legno composti da diverse statuine e, a Napoli, in questo periodo fu costruito il primo presepe con una grotta costituita da pietre vere. A Napoli il presepe divenne sempre più importante grazie a S. Gaetano da Thiene che ne costruì uno bellissimo per un ospedale. Nel 1600 dei manichini snodabili fatti di legno presero il posto delle statuine finora utilizzate, furono coperti con abiti in stoffa, c’è però un problema, questi manichini si presentavano alti come una persona ed erano un po’ ingombranti, furono allora ridotti ad un’altezza di circa settanta centimetri. Fino ad ora i presepi erano stati costruiti per restare fissi, mentre nel 1627 ne fu realizzato uno che veniva smontato e rimontato durante il periodo natalizio; qualche anno dopo anche i manichini assunsero posizioni e movimenti più realistici. Quasi alla fine del 1600 i presepi napoletani ebbero una svolta, queste bellissime composizioni cominciarono a riempirsi di personaggi che rappresentavano i lavori e la vita a quei tempi come mendicanti, calzolai, osti, lavandaie ecc. Se prima i presepi erano sempre stati all’interno di chiese, nel 1700 cominciarono a carpire l’interesse dei ceti aristocratici che ne commissionarono l’allestimento nelle loro stanze più belle richiedendo scenari sempre più particolari. Lo scultore di origini napoletane di nome Giuseppe Sanmartino, abilissimo nel costruire statuine in terracotta, fu il promotore della scuola dei presepi artistici.
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I personaggi immancabili

presepe napoletano Fino ad ora vi abbiamo parlato delle origini e della storia del presepe napoletano, in questo articolo invece parleremo dei vari personaggi che non possono mancare al suo interno.

Il pescatore: questo personaggio è paragonato ad una figura divina, infatti il suo significato è pescatore di anime.

Benino: è un giovane pastore che dorme beato sulla paglia. Anche a lui gli angeli daranno il lieto annuncio della nascita di Gesù.

I due compari: questi due personaggi rappresentano il carnevale e la morte. La testa dello scheletro di zio Pascale si trova proprio in un cimitero di Napoli ed i napoletani sono convinti che essa abbia poteri soprannaturali.

Altri caratteristici e sempre presenti personaggi sono il vinaio e Cicci Bacco e, infine, i Re Magi che tutti conosciamo e tutti mettiamo nel nostro presepe il sei gennaio, giorno dell’Epifania.


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Personaggi secondari

presepe napoletano Ci sono poi altri personaggi, per così dice, secondari che molto spesso possiamo trovare nei presepi napoletani, eccoli.

Il monaco: questa figura rappresenta l’incontro tra il sacro e il profano che avviene nel presepe napoletano.

La meretrice: simbolo di peccato che si contrappone a quello di purezza e candore della Madonna. Il genere viene posizionata nei pressi dell’osteria.

Stefania: la storia di questa vergine è molto bella. Ella voleva andare alla grotta di Betlemme per adorare il bambino Gesù ma gli fu impedito in quanto non sposata, senza perdersi d’animo, prese una pietra, la avvolse in un tessuto e finse di portare in braccio un bimbo, quando giunse davanti a Maria la pietra in fasce si trasformò in un neonato: Santo Stefano.

La zingara: è credenza popolare che questi personaggi possano predire il futuro. Nel presepe napoletano è rappresentata con un cesto di utensili atti a costruire dei chiodi, quelli che poi crocifiggeranno Gesù Cristo.


Elementi di vita quotidiana

presepe napoletano moderno Oltre ai personaggi fin qui descritti, all’interno del presepe napoletano troviamo vari elementi che ricostruiscono la vita di un tempo.

Il mercato: questo elemento rappresenta i lavori che si svolgevano un tempo, c’era chi vendeva, chi lavorava il ferro, chi cuciva le scarpe ecc.

L’osteria: questo luogo è visto come la tana delle cattiverie che vengono fatte nel mondo, infatti proprio osterie e locande non accolsero Maria incinta e Giuseppe suo sposo.

Il fiume: l’acqua rappresenta sia la vita che la morte, il liquido amniotico e il fiume attraverso il quale i dannati vengono condotti all’inferno.

Il forno: è una delle botteghe che non può mancare all’interno di un presepe, il pane è simbolo di vita e insieme al vino ricorda il momento della Comunione.

Il ponte: nel presepe napoletano questo elemento simboleggia il passaggio dalla vita alla morte.

Il pozzo: non è un elemento positivo, un tempo si credeva che chi avesse preso acqua da esso nella notte di Natale sarebbe stato posseduto dal diavolo.


Il presepe napoletano ai giorni nostri

Fin qui abbiamo descritto i personaggi e gli elementi “seri” del presepe napoletano, se però ci capitasse di passeggiare per le vie di Napoli, soprattutto nella via di San Gregorio Armeno, dove si trova la famosissima bottega dei presepi, non potremmo non notare le tantissime statuine fatte a somiglianza dei personaggi più in voga del momento: politici, calciatori, attori ecc.




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