Apparentemente non aggraziata, questa pianta dal grosso e grasso fusto, si sviluppa prevalentemente in verticale, assumendo una forma ad albero; per questo motivo viene chiamato anche "palma del Madagascar". Il suo fusto ha un ingrossamento alla base che tende a stringersi sulla sommità dove si ramifica; in genere produce pochi rami, da tre a cinque su cui poi si sviluppano le foglie acuiformi.
Grazie alla conformazione del fusto, la pianta riesce ad accumulare sufficienti riserve di acqua che le permettono di resistere a lungo in luoghi aridi.
Un'altra peculiarità del Pachypodium è la presenza di piccole escrescenze sul fusto, che le permettono di avere tutti i benefici del sole (fotosintesi) anche se le foglie non ci sono. In inverno, infatti, la pianta tende a perderle.
Tutte le varietà di Pachypodium presentano delle spine, anche se alcune le hanno più sviluppate. La pianta raggiunge anche un'altezza di 6 metri.
E' una pianta piuttosto resistente al caldo, ma le temperature minime non dovrebbe mai essere inferiori ai 10 gradi.
La posizione migliore dove mettere un Pachypodium è in un ambiente luminoso e ben ventilato; tollera il sole diretto, ma è preferibile metterlo in una zona più protetta nelle ore più calde, soprattutto in estate.
Il Pachypodium ama i terreni con grana porosa e che consenta un buon rilascio di acqua. Il composto di terra deve essere concimato e
deve essere aggiunto anche un quarto di materiale drenante come sabbia o pozzolana. Si può optare per l'utilizzo di composti già preparati e appositi per i cactus, a cui andrebbe comunque aggiunta una parte di torba.
A seconda della specie di Pachypodium, questa pianta può essere rinvasata a partire da febbraio e con l'avvicinarsi della primavera. Non è un tipo di pianta che cresce con eccessiva velocità, pertanto il rinvaso si può effettuare tranquillamente ogni tre anni circa, adoperando un vaso di poco più grande.
Nel periodo che va da marzo a settembre il Pachypodium richiede un'annaffiatura costante, mentre in inverno si riduce drasticamente. Se la pianta è posizionata in casa, ma senza riscaldamento, si può addirittura sospendere durante l'inverno. L'acqua va data quando il terreno risulta asciutto per, almeno, un paio di giorni. La dose di acqua per una pianta di media statura, è di circa 300 ml.
Durante la stagione estiva, il Pachypodium va concimato almeno due volte al mese con concimi a basso contenuto di azoto. Questo elemento induce la pianta a crescere troppo rapidamente, indebolendo la sua difesa per parassiti e muffe.
Il Pachypodium si riproduce principalmente per seme. Questa pratica è complicata e richiede un'ottima predisposizione alla botanica; per i principianti è difficile che il seme si sviluppi in piantina. Il Pachypodium si può riprodurre per talea.
La pianta, in inverno, perde naturalmente le foglie e la potatura è necessaria solo in caso di foglie gialle, appassite o danneggiate.
I fiori del Pachypodium sono generalmente di colore bianco, con cinque petali, e spuntano sulla cima; alcune varietà raggiungono colorazioni gialline e rosa. Questi fiori sono veramente spettacolari, ma nella coltivazione in vaso non sarà quasi mai possibile assistere a questo evento. I fiori hanno una forma ad imbuto; il Pachypodium fiorisce nella stagione estiva.
Il Pachypodium è una pianta succulenta e come tale subisce l'attacco delle cocciniglie; questa problematica si risolve facilmente. Usare un batuffolo di cotone imbevuto nell'alcol e strofinate le foglie delicatamente, fino ad eliminare il parassita.
Altro elemento che potrebbe danneggiare la pianta è un eccesso nell'annaffiatura che porta spesso alla presenza di funghi.
Nella stagione primaverile, il Pachypodium va protetto con insetticidi a largo spettro; attenzione a non adoperarlo se le piante stanno nella fioritura.
Il Pachypodium si trova nei vivai più forniti ed in genere è venduto quando la pianta è di circa 30 centimetri di altezza. Il costo medio di una pianta è di circa trenta euro.
Pachypodium Saundersii è forse la specie più diffusa; questa varietà rimane piccolina e difficilmente supera il metro e mezzo. I suoi fiori rimangono bianchi ed è la specie più rapida nella crescita.
Pachypodium Baronii si caratterizza per una fioritura rosso intenso e con la presenza di piccoli frutti, da cui si trattano i semi.
Pachypodium Horombense ha davvero una forma curiosa; il suo fusto è particolarmente tozzo, panciuto e corto. Potrebbe sembrare un bonsai per la sua forma. I suoi fiori sono gialli e di grandi dimensioni.
Il Pachypodium appartiene alla stessa famiglia dell'Adenium e dell'Oleandro.
Le sue spine secernono delle sostanze velenose, per cui bisogna prestare attenzione ad eventuali punture che potrebbero provocare delle fastidiose irritazioni cutanee.
COMMENTI SULL' ARTICOLO