Piante acidofile

Le piante acidofile

Le piante acidofile in natura vivono nel sottobosco, in terricci costituiti da fogliame o da altro prodotto in decomposizione. Perché si sviluppino al meglio devono essere coltivare in un terriccio apposito, oppure si rischia che manifestino alcuni disturbi tipici, dovuti alla difficoltà di estrarre il ferro necessario al loro sviluppo da un terreno con ph eccessivamente elevato. La problematica principale che colpisce le piante acidofile è correlata proprio a questo fatto che impedisce loro di svilupparsi in terreni molto ricchi di calcare. In Italia purtroppo buona parte delle acque distribuite dagli acquedotti è molto ricca di calcare; risulta quindi buona norma annaffiare le piante acidofile con acqua priva di calcare, che si ottiene facendola riposare per almeno 10 ore in un contenitore. Conviene anche, periodicamente, sostituire il terriccio di coltivazione, con substrato fortemente acido. Nelle zone in cui il terreno è molto basico si preferisce coltivare le piante acidofile in vaso.
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Coltivare le piante acidofile

Ortensia blu Sono diverse le specie di piante acidofile che vivono nei giardini di tutto il mondo; si tratta per lo più di arbusti, ma si possono trovare anche piccoli alberi e piante erbacee. Alcune acidofile sono particolarmente apprezzate per i loro fiori, dai colori splendidi, come ad esempio azalee, rododendri e ortensie. Sono acidofile anche le eriche, i corbezzoli, le gardenie, le Kalmie, le camelie e i pieris. Se si desidera coltivare questo tipo di piante è bene preparare un letto costituito da apposito terriccio, che si trova con facilità in qualsiasi vivaio o garden center. Periodicamente è anche bene fornire dello specifico concime per piante acidofile, particolarmente ricco di ferro biodisponibile per le piante e di altri sali minerali di fondamentale importanza. Buona parte delle acidofile fioriscono a inizio primavera, ma se ne possono trovare anche a fioritura estiva, come le ortensie, o anche autunnale o invernale.

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Annaffiare le piante acidofile

Fiori di kalmia La maggior parte delle piante acidofile predilige un terreno fresco e umido, che deve essere regolarmente annaffiato. Buona parte delle specie acidofile più coltivate in giardino in Italia ama essere posizionata in pieno sole, cosa che però impedisce loro di avere un corretto sviluppo durante i mesi estivi, che risultano eccessivamente caldi e siccitosi. Per questo motivo si predilige posizionare le piante acidofile in luoghi molto luminosi, ma parzialmente ombreggiati, per evitare che il sole le colpisca nelle ore più calde del giorno. Le annaffiature devono essere fornite con regolarità, evitando però di inzuppare molto il terreno: piuttosto conviene verificare che il terriccio riesca ad asciugare leggermente tra due annaffiature, evitando così la formazione di ristagni. Le concimazioni devono essere regolari, da fornire una volta al mese per tutto l'arco dell'anno, evitando gli eccessi.


Piante acidofile: Le avversità delle piante acidofile

Ortensia rosa La principale problematica delle piante acidofile è proprio il fatto che il terreno, in molte zone d'Italia, non è per nulla a ph acido, ma al contrario. La coltivazione in un terriccio dal ph elevato porta ad una problematica chiamata clorosi ferrica: la pianta non riesce ad assorbire la corretta quantità di ferro dal terreno, cosa che ne provoca una fotosintesi stentata e una scarsa produzione di clorofilla. Il fogliame tende progressivamente ad ingiallire e la pinta deperisce sempre più; questo tipo di problema può non portare la pianta alla morte, ma sicuramente la crescita risulta stentata. Nel caso di alcune piante acidofile, come le ortensie, la carenza di ferro e di altri sali minerali porta ad una variazione del colore dei fiori: da blu intenso o viola diventano rosa o addirittura bianchi. Le piante acidofile possono anche soffrire di marciumi radicali, causati spesso dalla presenza di un terreno eccessivamente compatto e scarsamente drenante.


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