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L'elicriso necessita davvero di poche cure. Basti pensare alla sua ampia diffusione spontanea nelle regioni del mediterraneo meridionale caratterizzate da terreni aridi, arenosi, finanche rocciosi e molto assolati. Ugualmente, in casa o in giardino, va posta in terreni leggeri e sabbiosi, evitando substrati argillosi e compatti. Poiché ama un clima caldo e temperato va protetta durante i periodi più freddi grazie a pacciamature con foglie secche, corteccia di pino o tessuto-non tessuto, per mantenere più alta la temperatura della terra ed evitare la formazione della crosta superficiale tipica delle temperature rigide. Non va potata, limitandosi ad eliminare eventuali parti secche o sciupate. La moltiplicazione avviene comunemente attraverso semina diretta o talee ed è in entrambi i casi molto semplice. I semi vanno interrati all'inizio della primavera adoperando un substrato sabbioso, ben drenante; quando le nuove piantine avranno raggiunto l'altezza di 10 cm circa potranno essere trasferite nel vaso definitivo e rinvasate ogni 2/3 anni. Le talee, invece, devono radicare a fine estate, sempre su un terreno sabbioso e drenante, e trapiantate in vaso o terra all'inizio della primavera successiva.
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L'elicriso vive e si sviluppa, come abbiamo visto, in terreni molto poveri, pertanto non richiede frequenti concimazioni. E' sufficiente aggiungere fosforo e potassio al terreno al momento della semina e concimare con stallatico maturo quando si procede al rinvaso, ovvero ogni 2-3 anni. Se si vuole sostenere una maggiore produzione di fiori si può anche optare per l'aggiunta di semplice concime per piante fiorite da utilizzare una sola volta l'anno, all'inizio della stagione vegetativa. Questa pianta così semplice da coltivare e curare ha numerosissime qualità ed applicazioni nella vita quotidiana e può essere davvero interessante ed utile ricordarne alcune: all'essiccazione dei suoi fiori si ottengono pot-pourri colorati e molto profumati e un olio essenziale con riconosciute proprietà antinfiammatorie, antifungine, espettoranti e stimolanti della circolazione. Per questo viene ampiamente usato in erboristeria per curare dermatiti, bronchiti, cicatrici e smagliature. Le foglie poi possono essere adoperate in cucina ed hanno un sapore simile a quello del curry ed i fiori per ottenere infusi e tisane.
L'elicriso non teme la siccità e gli ambienti aridi prediligendo l'esposizione diretta ai raggi solari, tanto che nelle zone sufficientemente calde fiorisce tutto l'anno e viene considerata una pianta perenne. L'esposizione ottimale è quindi alla luce diretta, tanto per le piante in vaso che per quelle in piena terra. Teme invece l'eccesso d'acqua, al punto che se posta in terreni troppo compatti o umidi va incontro al marciume radicale che ne causa la morte. L'umidità la rende anche sensibile all'aggressione di funghi come il verticillium, che ne provoca l'essiccamento, e l'oidio o "mal bianco", che si manifesta ricoprendo germogli, fiori e foglie con un velo biancastro e pulverulento. L'uso di un comune fungicida a base di ossi-cloruro di rame è sufficiente contro il verticillium e lo zolfo in polvere è molto efficace contro l'oidio. Si può dire, quindi, che l'umidità è il peggior nemico dell'elicriso che invece è assai resistente ai parassiti e si ammala di rado. Nel periodo della fioritura possono comparire afidi e cocciniglie che indeboliscono la pianta esponendola a virus e funghi. E' sufficiente, in questi casi, usare subito insetticidi specifici reperibili in commercio.
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