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Il Trifoglio viene coltivato a partire dalle sementi: occorre preparare il terreno rimestando una porzione abbastanza superficiale in modo da rendere il substrato sufficientemente morbido per l'attecchimento delle radici. I semi devono essere semplicemente sparsi in maniera ordinata e in abbondanza, in modo da ricreare un prato molto compatto. Le annaffiature devono essere delicate nella prima fase della coltivazione, poiché un getto d'acqua molto forte può staccare le radici dal terreno e impedire completamente l'attecchimento del Trifoglio così come la sua propagazione. Il Trifoglio attecchito si replica ovunque trova spazio e non è raro che invada anche le fessure attraverso pietre e rocce. Per questo motivo, quando si procede alla falciatura per regolarizzare l'altezza del prato è consigliabile utilizzare anche delle forbici da giardino per recidere anche le parti più difficili da raggiungere.
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Il Trifoglio è una pianta estremamente resistente e proprio per questa ragione, negli ultimi anni è diventato una validissima alternativa al più noto prato erboso. Se le irrigazioni possono renderlo forte, le concimazioni lo rendono più lucente e implementano la sua capacità di propagazione. Il prodotto fertilizzante più adeguato per il mantenimento di un tappeto di Trifoglio può essere liquido o granulare e a lenta cessione; anche del comune letame può essere un valido apporto nutritivo così come il compost domestico. Miscelato nel primo e morbido strato di terra o diluito nell'acqua delle irrigazioni, il fertilizzante deve essere fornito al prato sin dall'inizio della primavera, alla quale corrisponde la piena ripresa vegetativa e quindi, la fioritura. La frequenza ideale segue quella delle annaffiature: un Trifoglio sano può essere concimato una volta ogni due settimane.
Nonostante sia una pianta estremamente resistente alle malattie, il Trifoglio teme particolarmente la Ruggine.Questa patologia si manifesta tra l'inizio della stagione primaverile e l'estate: i fattori scatenanti sono la temperatura e il ristagno d'acqua. Se nel terreno sono presenti avvallamenti che creano pozze stagnanti e la temperatura dell'ambiente si aggira intorno ai venti gradi, è possibile che questa subdola malattia si manifesti: i sintomi sono visibili e si manifestano a partire dalla comparsa di piccole macchie gialle sulla superficie dorsale delle foglie. L'andamento di questa malattia è potenzialmente fatale. Le macchie gialle corrispondono a ferite sulla parte palmare delle foglie e tendono a diventare sempre più scure fino ad annerirsi, danneggiando profondamente la struttura della pianta. Le foglie malate sparse sul terreno possono contaminare direttamente le sottili radici. Il prodotto ideale è un anticrittogamico contenente zinco o rame: preventivamente è consigliabile utilizzarlo ogni sei mesi per scongiurare la comparsa della malattia.
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