Per far germogliare l’erba di un prato bisogna anzitutto procedere alla semina. Questa va effettuata nelle stagioni intermedie, cioè a primavera o in autunno, quando le temperature gradevoli, il livello costante di umidità e i raggi solari non troppo intensi possono favorire la germinazione dei semi. I semi vanno scelti in base all’utilizzo del prato. Se si vuole un suolo che sia facilmente calpestabile si devono scegliere semi di erbe basse o rasoterra. Questi semi vengono solitamente piantati nei prati dei campi di calcio. I semi giusti si possono acquistare presso i vivai, dove si vendono miscugli di sementi già predisposti per la semina. La superficie del prato determinerà anche la quantità dei semi da acquistare. In genere sono necessari circa trenta grammi di semi per ogni metro quadrato dell’area da seminare. Per evitare il rischio che il prato si presenti con spazi di erba mancante è sempre meglio comprare dei semi in più conteggiando una quantità che sia pari ad almeno 35, 40 grammi al metro quadro. I semi vanno sparsi sul terreno che va adeguatamente preparato.
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Il terreno su cui dovrà sorgere il prato naturale deve essere opportunamente preparato per questa operazione. Il suolo va anzitutto liberato da rifiuti ed erbacce, da pietre, sassolini e piante secche. Per eliminare velocemente le piante infestanti si possono usare degli specifici diserbanti, anche se è consigliabile scegliere quelli naturali e maggiormente ecocompatibili. Tra i diserbanti naturali ricordiamo l’aceto e lo zolfo che aiutano a liberarsi delle erbe cattive e fastidiose senza danneggiare l’eventuale vegetazione circostante. L’aceto non è però adatto per giardini di grandi dimensioni in quanto non riesce a dare risultati particolarmente apprezzabili in termini di eliminazione di tutte le specie infestanti. Altra soluzione naturale è il fuoco che però non presenta caratteristiche ideali di eco compatibilità. La pulizia del terreno con il fuoco è una pratica che viene usata in molti campi agricoli del Sud Italia, specie a inizio giugno, quando si prepara il campo per la semina del grano. Alcune erbe infestanti possono essere strappate manualmente, altre specie muoiono buttandovi sopra dell’acqua bollente. Ma quest’ultima soluzione non impedisce l’ulteriore crescita di altre erbacce. Una soluzione biologica all’eliminazione delle erbe infestanti è rappresentata dal piretro naturale e dallo zolfo che svolgono anche un’ottima azione repellente. Dopo aver ripulito per bene il suolo bisogna livellarlo in modo da consentire una crescita omogenea del prato e ottenere una superficie piana facilmente calpestabile. Per appianare il suolo bisogna zapparlo a una profondità di almeno 20 centimetri. L’operazione si può eseguire manualmente, cioè con zappa tradizionale nei piccoli giardini o con eventuale motozappa per superfici molto grandi. Dopo la zappatura, da eseguire per due volte consecutive, il suolo si dovrà rastrellare per trasformarlo in una superficie piana adatta non solo a essere calpestata, ma anche a tagliare il prato una volta cresciuto. Nel caso si usino diserbanti naturali si potrà procedere alla concimazione del terreno nel giro di qualche settimana, mentre in caso di diserbanti chimici bisognerà aspettare almeno un mese. I concimi devono nutrire il terreno e permettere all’erba di crescere in modo sano. La concimazione ideale si può effettuare con concimi a base di fosforo e potassio. In alternativa si possono usare anche concimi totalmente naturali, come il letame che consente di riequilibrare il drenaggio del terreno evitando che i semi marciscano. Per un risultato efficace bisogna usare letame sterilizzato.
Dopo aver sterilizzato, concimato e anche innaffiato il terreno, si potrà procedere alla semina vera e propria che consiste nello spargere i semi sul terreno procedendo sia in senso verticale che orizzontale. I semi si possono spargere sia manualmente che con appositi strumenti da lavoro chiamati spargitori. Questi, in genere, si usano per campi coltivati e con superfici imponenti, mentre per piccoli giardini si può procedere manualmente. Spargere sul terreno una gran quantità di semi, tramite l’uso delle mani, può rivelarsi particolarmente faticoso. In tal caso è consigliabile mescolare i semi con la sabbia in modo da rendere più leggero il getto degli stessi sul suolo. Il suolo va attentamente suddiviso in aree di spargimento per consentire una distribuzione uniforme dei semi. La quantità di semi da spargere dipenderà dalla loro tipologia e dalla superficie da seminare. La quantità media di semi da spargere è di circa un chilo ogni trenta metri. Per far aderire le sementi al terreno bisogna rullarlo cioè appiattirlo tramite il passaggio del rullo. Inizialmente si può appiattire il suolo con un rastrello, a cui seguirà la rullatura. Effettuata questa operazione si procederà ad irrigare leggermente il suolo, anche solo per pochissimi minuti, in modo da conferire il grado di umidità necessaria alla crescita dell’erba.
Dopo aver eseguito tutte le operazioni di semina del prato bisogna procedere all’irrigazione che servirà a conferire la giusta quantità di acqua al suolo e a far germinare le piantine. La frequenza e la durata del’irrigazione dipenderanno dalla superficie complessiva del prato, dalla zona climatica e dal tipo di sementi scelte. Il getto d’acqua, in fase di germinazione, deve essere molto leggero per evitare che le piantine marciscano. In caso di una superficie piccola l’operazione si può eseguire manualmente, mentre in caso si superfici molto grandi è meglio ricorrere a impianti di irrigazione interrata che permettono di mantenere inalterata la resa estetica del manto verde e del vostro giardino. Il clima, il tipo di piante e la superficie condizioneranno anche la quantità di acqua da usare per irrigare il manto verde. In prati piccoli non servono più di cinque litri di acqua al metro quadro. L’irrigazione del prato è anche una delle operazioni di manutenzione più importanti, specie quando l’erba sarà cresciuta. La quantità di acqua necessaria al mantenimento del manto verde sarà legata anche alla stagione e al tipo di terreno. Nei terreni argillosi, che trattengono molta acqua, non sarà necessario irrigare molto e troppo spesso, mentre nei terreni sabbiosi che non riescono a trattenerne troppa bisognerà intervenire in maniera più abbondante e frequente. La frequenza di irrigazione del prato non deve essere come si crede, giornaliera, ma solo frequente e sistematica. In genere basta un’irrigazione abbondante a settimana. La frequenza potrà cambiare in base alla stagione. Nel periodo estivo il prato ha maggiore bisogno di acqua. In tal caso è meglio procedere all’irrigazione nelle prime ore del mattino per consentire alle piante di assorbire tutta l’acqua e resistere all’azione del sole nelle ore più calde. Nella stagione invernale o nei periodi maggiormente piovosi la frequenza delle irrigazioni si può ulteriormente dilazionare.
Le altre operazioni di manutenzione del prato, oltre all’irrigazione, sono anche il taglio, la pulizia, la concimazione e la risemina. Per consentire al prato di durare più a lungo e all’erba di mantenere intatto il suo vigore bisogna effettuarne il cosiddetto taglio. Il primo taglio dell’erba si effettua a circa 20 giorni di distanza dalla semina o non appena le piantine hanno raggiunto l’altezza di sette, dieci centimetri. Non esiste una frequenza precisa e una stagione predefinita per tagliare il prato dalla seconda volta in poi. Queste tempistiche dipenderanno sempre dalle dimensioni della superficie scelta, dal tipo di prato e dall’uso che se ne farà. Un prato rustico va tagliato non più di sei volte l’anno; un prato per parchi pubblici si taglia 15 volte l’anno; un prato ornamentale si taglia anche 30 volte l’anno, mentre un prato sportivo subisce ben 40 tagli nel corso dell’anno. L’altezza dell’erba dipenderà dall’uso del prato. Nel caso il prato sia ornamentale, le piantine devono essere lasciate a un’altezza di massimo due centimetri e mezzo. L’operazione di taglio va effettuata con maggiore precisione in primavera, quando le piante crescono più velocemente, facendo attenzione a non asportare più del 30% della lunghezza dell’erba. Tagli troppo corti o violenti potrebbero, infatti, farla appassire. L’altezza del taglio dipenderà anche dalla stagione. In estate il taglio può essere più basso, mentre a primavera bisognerà attenersi a un’altezza maggiore per favorire la crescita invernale della pianta. Naturalmente le differenti altezze di taglio dipenderanno anche dal tipo di erba. Le specie più sensibili al caldo vanno tagliate alte in estate per ventilare bene la radice. Gli attrezzi per tagliare il prato variano in base alla tecnica usata. In caso ti taglio rotativo si usa la falciatrice con lama rotante, ma questo taglio sfrangia troppo l’erba stressandola. Nel taglio elicoidale l’erba viene tranciata di netto, ma più che a un accessorio specifico bisogna ricorrere a un giardiniere esperto perché questo metodo di taglio è molto difficile da eseguire. Il taglio rotante è, invece, adatto a qualsiasi tipo di prato.
Il taglio del prato si può considerare come una preliminare operazione di pulizia del manto verde. Quest’ultimo può però sporcarsi o danneggiarsi in base alla stagione. Dopo l’autunno e a inizio inverno bisogna provvedere a rimuovere le foglie secche cadute sul suolo. Eventuali crescite di infestanti, come i rovi, vanno rimosse con appositi attrezzi, come i decespugliatori con lame. In primavera, quando le piante crescono molto velocemente è importante eliminare il feltro che si deposita sul manto verde. Questo feltro è in genere costituito da diverse specie di detriti che si depositano sul prato formando una sorta di barriera che impedisce alle piante di ricevere acqua e luce. La formazione di questo strato dannoso è provocata dalla decomposizione di piante e sostanze organiche. La prima cosa da fare è rimuovere prontamente questo strato non appena si forma. Basta anche un semplice rastrello, specie per le piccole superfici. Nelle superfici più grandi si possono usare specifiche macchine chiamate arieggiatrici che rimuovono anche i feltri più spessi e profondi. Insetti dannosi alla sopravvivenza del prato vanno combattuti con l’utilizzo di appositi diserbanti.
La concimazione rappresenta, assieme all’acqua e alla luce, il nutrimento ideale del tappeto erboso. Anche questa operazione va eseguita con una precisa cadenza in modo da nutrire le radici della pianta rispettando la sua naturale fisiologia. Il tipo di concime da usare dipenderà dalla stagione. In estate sono preferibili concimi a base di azoto, mentre in autunno si usano sostanze a base di potassio e fosforo. Quando il prato presenta buchi e spazi vuoti è consigliabile effettuare la risemina, usando naturalmente gli stessi semi della prima semina. Per consentire una crescita compatta dell’erba nuova i semi vanno sempre sparsi assieme alla sabbia. Il periodo ideale per effettuare questa operazione è nelle stagioni intermedie, ovvero primavera ed autunno.
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