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Con il termine manto erboso si intende solitamente un prato ottenuto dalla semina, quindi un prato naturale. La creazione del manto erboso comprende varie fasi: preparazione del terreno, semina, primo taglio, irrigazione e concimazione. Tutte queste fasi vanno eseguite periodicamente e con una cadenza che cambia in base alle sementi scelte e alle condizioni climatiche della zona che ospiterà il prato. La creazione del manto erboso presuppone, dunque, la scelta delle sementi. Questa scelta è legata non solo al clima della zona su cui dovrà nascere il prato, ma anche all’uso che se ne farà. I una zona fresca e ombreggiata sono preferibili sementi a base di microterme, cioè resistenti al fresco e all’umidità, mentre in una calda e secca sono preferibili sementi a base di macroterme, resistenti al caldo e alla siccità. La scelta delle sementi cambia anche in base all’uso a cui sarà sottoposto il manto erboso. Un prato con funzione estetica potrà essere formato da erbe delicate, sottili, basse e di un colore verde intenso. Queste erbe, tipiche del prato inglese, sono molto belle da vedere, ma poco calpestabili e vanno bene solo per manti erbosi con puro valore estetico e decorativo. Un manto erboso calpestabile, e adatto al passaggio e ai giochi dei bambini, richiede, invece, erbe più rustiche e grandi. Questo prato sarà magari esteticamente poco attraente, ma durevole e utile per soggiornarvi a scopo ludico o per fare sport.
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Dopo la scelta dei semi, l’altra fase rilevante di creazione del manto erboso è rappresentata dalla preparazione del terreno. Il substrato che dovrà accogliere i semi va zappato, vangato e rivoltato per ammorbidirlo e aerarlo, ma anche per eliminare residui, detriti, resti di altre piante e di erbe infestanti. Dopo la lavorazione, il terreno va concimato con un fertilizzante organico, meglio se letame maturo, che stimola la crescita radicale del prato e la germinazione dei semi. Per evitare la comparsa di erbe infestanti o dannose per il prato, si possono aggiungere dei diserbanti ad ampio spettro. Si tratta di prodotti selettivi solo per alcune tipologie di erbe infestanti, ma non dannosi per quelle del prato. La preparazione del terreno va fatta con un certo anticipo rispetto alla semina, in modo che il substrato abbia il tempo di assorbire le sostante nutritive del concime. La semina, invece, va praticata o in autunno o a primavera. Durante queste due stagioni, infatti, il grado di umidità e la temperatura permettono una migliore e veloce germinazione dei semi. La semina in autunno, se le condizioni climatiche lo consentono, è quella che produce i migliori risultati, perché lo sviluppo delle erbe avverrà proprio a primavera, quando le condizioni climatiche consentono di avere un manto erboso più uniforme e brillante. Superata la fase della semina, si procede con l’annaffiatura, abbondante e regolare. La comparsa delle erbe confermerà lo sviluppo del manto erboso, che va tagliato quando l’erba ha raggiunto o superato i dieci centimetri. La cura del manto erboso già sviluppato prevede le irrigazioni e le concimazioni, da calibrare in base al tipo di erbe e alla condizione climatica. I manti erbosi a base di alcune erbe microterme, ad esempio, non hanno alcun bisogno di concimazione, mentre altre tipologie di prati possono richiedere annaffiature abbondanti o per almeno due volte a settimana e concimazioni da ripetere tre volte l’anno.
Il manto erboso naturale non ha solo un vantaggio estetico, ma anche pratico. La sua presenza, infatti, migliora l’ossigenazione dell’ambiente e la quantità di ossigeno quotidianamente necessaria alla respirazione umana. Ma non solo, le erbe del manto erboso favoriscono anche l’equilibrio idrico del suolo, perché assorbono l’acqua piovana in profondità, convogliandola nelle falde acquifere sotterranee. Gli svantaggi del manto erboso naturale possono essere legati alla fatica di seminare o all’eventuale risemina dovuta alla presenta di spazi vuoti e non omogenei, o alla presenza di erbe infestanti. Spesso gli svantaggi del manto erboso sono legati a errori colturali o a un errato spargimento dei semi o a un terreno poco adatto alla germinazione degli stessi. In genere, il substrato adatto alla semina è leggero, soffice e ben drenato, mentre i terreni argillosi, duri e compatti, sono poco adatti alla radicazione dei semi e alla durata del manto erboso. Questi terreni, infatti, tendono a inaridirsi e a formare delle spaccature. Prima della semina, questi suoli vanno lavorati e parzialmente modificati con sostanze ammendanti e con miscele di sabbia e torba che ne aumentano la morbidezza e il drenaggio.
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