Lolium perenne

Quanto annaffiare il lolium perenne

Il lolium perenne, o anche loietto, ha una buona tolleranza alla siccità. Poiché viene molto utilizzato per i prati erbosi, nel verde pubblico e privato, se si vuole che il green abbia sempre un aspetto fresco e uniforme è necessario irrigare almeno tre volte a settimana durante tutta l'estate. Non a caso i manti dei campi da gioco e dei campi da golf e degli ippodromi sono assistiti da impianti di irrigazione a tempo che consentono di annaffiare con regolarità il tappeto erboso. Se al contrario il lolium perenne è sottoposto a lunghi periodi di siccità sarà l'ultima delle piante a mostrare segni di sofferenza poiché le sue radici sono in grado di assorbire l'acqua anche a 80 cm di profondità. Recupererà rapidamente quando avrà nuova disponibilità di acqua, a patto che non resti a secco per troppo tempo. Periodi troppo lunghi di siccità infatti possono causare la morte di un numero anche significativo di piantine di lolium perenne nel manto erboso, determinando chiazze irregolari con parti secche, che richiederanno un reimpianto per ripristinare l'uniformità del prato.
Lolium perenne

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Come curare il lolium perenne

Loietto perenne Esistono diverse sottospecie di lolium perenne che a seconda del cultivar si differenziano per inflorescenza, portamento e risposta alla falciatura. Si tratta comunque di una graminacea che per vari anni è stata coltivata in molti Paesi per pascoli, foraggio e il miglioramento del terreno. Per la facilità con cui i semi germinano è considerata una specie infestante. Cresce meglio su terreni fertili e ben drenati ma si adatta molto bene a tutte le tipologie tollerando anche i terreni acidi e quelli alcalini (un intervallo di ph da 5,2 a 8,0). Anche le condizioni di drenaggio possono non essere rigorose e le zone temporaneamente allagate non costituiscono un ostacolo alla sua crescita. I semi possono essere dispersi dal vento e dall'acqua e le piante possono anche moltiplicarsi attraverso l'accestimento laterale, producendo nuovi germogli alla base. I semi di lolium perenne sono in grado di attecchire anche dopo aver attraversato l'apparato digerente di animali al pascolo e, se recuperati e posti in semenzaio, iniziano a germinare dopo una settimana. La semina può avvenire da fine estate all'autunno inoltrato, ma anche in primavera.

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Come concimare il prato

Manutenzione prato Nonostante la facilità con cui viene coltivato, il lolium perenne richiede più azoto della maggior parte delle altre piante. L'insufficienza di questo minerale rende il lolium perenne aggredibile da numerose malattie che causano diradamento lasciando spazio al sopravvento di muschi e altre erbe. Poiché uno dei vantaggi del tappeto erboso di lolium è la resistenza e la densità, la somministrazione delle giuste quantità di azoto diventa prioritaria se si vuole avere un bel prato resistente al calpestio ma anche per la produzione di semi di alta qualità. Si è potuto determinare che in primavera lo sviluppo vegetativo viene stimolato da un apporto di urea ma il contenuto di composti azotati e carboidrati inizia a diminuire sensibilmente dopo il primo taglio. Che tipo di fertilizzazione scegliere ? È utile integrare i fertilizzanti granulari, che rendono le sostanze nutritive disponibili per le radici, alle concimazioni fogliari, cioè liquide. Questa tecnica garantirà alle piante un assorbimento distribuito tra tutti i tessuti, a prescindere dal cultivar utilizzato o dal fabbisogno del lolium, che varia a seconda della fase di crescita e del numero di falciature effettuate.


Lolium perenne: Esposizione, malattie e rimedi

Loglio prato Il lolium perenne si adatta alle temperature moderate e non è resistente ai grandi freddi che producono lesioni da congelamento e essiccazione nelle parti esposte al manto nevoso. Non tollera bene neanche la piena ombra, dove la sua crescita può essere contrastata dai muschi e rallenta lo sviluppo. Predilige quindi esposizioni in piena luce e manifesta un tasso di crescita più elevato nelle stagioni calde. Tutte le cultivar di loglio perenne sono aggredibili dalla "ruggine", una malattia causata da un micelio che si manifesta inizialmente con la comparsa di macchie gialle sul lato superiore della foglia mentre alla base si formano grumi pulverulenti che virano in poco tempo alle colorazioni più scure, fino a diventare neri. Se non curata determina il deperimento della pianta e quindi dell'intero prato ma è facilmente controllabile con l'applicazione di fungicidi. Per combatterli efficacemente, quando l'infestazione diventa troppo massiva, occorre ricorrere ad antiparassitari specifici.



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