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Come al solito, prima di procedere alla descrizione delle tecniche di potatura della photinia, vogliamo, anzitutto, dare una breve descrizione di questa pianta. La photinia, nome botanico Photinia xfraseri Red Robin, è un arbusto sempreverde originario dell’Asia e appartenente alla famiglia della Rosaceae. La pianta può raggiungere anche un’altezza di cinque metri, anche se esistono varietà nane, ovvero di dimensioni più ridotte. La photinia si presenta con foglie lanceolate e con fiori bianchi che compaiono soprattutto in primavera. La caratteristica di questa pianta dipende dalle sue foglie, caratterizzate da uno splendido alternarsi di colorazione rossa e verde. In inverno, le foglie della pianta tendono a ingiallirsi, ma queste possono essere tranquillamente rimosse con la potatura, per stimolare lo sviluppo di nuovi germogli. La crescita delle photinia è vigorosa e compatta. In breve tempo la pianta può dare vita a muri vegetali alti tre metri. Queste “pareti” naturali possono avere effetto ombreggiante e di protezione della privacy, ma possono anche svilupparsi in maniera disordinata ed esteticamente poco gradevole. La potatura serve a controllare proprio questa crescita eccessiva e scomposta e a ridare alla pianta la forma desiderata.
La photinia, come già detto al paragrafo precedente, si pota per condizionarne la forma e per contenerne il vigore vegetativo, ma anche per stimolare la fioritura e l’emissione di nuovi getti. La potatura deve riguardare sia le piante più giovani che quelle più mature. Nelle piante messe da poco a dimora non è sempre necessario potare. Anzi, le specie nane possono essere tranquillamente lasciate al naturale. La potatura della photinia giovane deve iniziare quando ha superato almeno i trenta centimetri di altezza e quando si nota una forte crescita di rami laterali o alla base. In questo caso, basta eliminare gli eccessi proprio nella zona della base o dei lati. Se la photinia è giovane, si eliminano i rami in eccesso della base, in modo da determinare la forma della pianta adulta. A volte, si possono eliminare anche i rami laterali che creano asimmetria nella siepe. In genere, sarà il potatore a decidere la forma da dare alla pianta. Se si preferisce una crescita stretta nella parte alta, si toglieranno più rami laterali, in caso contrario si elimineranno maggiormente quelli della base. Nelle piante adulte la potatura non deve essere frequente, ma solo limitata ad aggiustare la forma della pianta quando se ne presenta la necessità.
I momenti ideali per potare la photinia sono due: in primavera e a inizio estate. Il periodo migliore per potare la photinia è in estate. A volte, però, può essere necessario effettuare qualche piccolo intervento a fine inverno. La potatura di marzo riguarda generalmente le piante più giovani, quelle in cui bisogna intervenire per determinarne la forma e il portamento. In tal caso, si possono tagliare i rami alla base anche a sette centimetri. La pianta, infatti, cresce molto velocemente, riuscendo in poco tempo a superare nuovamente i trenta centimetri. La photinia adulta si pota dopo la fioritura, cioè a inizio estate. Questo intervento stimola l’emissione di nuovi getti autunnali. In caso di crescita eccessiva si può intervenire anche a fine inverno, asportando però solo pochi rami. La potatura eccessiva, infatti, rischia di eliminare anche i fiori e di causare, la primavera successiva, l’emissione di tante foglie senza fiori. L’ora ideale per potare è al mattino presto, iniziando dai lati per poi sfoltire anche la base. In caso di rami con altezza diseguale, si procede a eliminare quelli più corti della parte alta, mentre quelli alla base si tagliano fino a quando non raggiungono una certa simmetria con quelli laterali e della cima. Questa tecnica, naturalmente, riguarda la potatura di formazione della photinia e serve a impostare una forma più ordinata ed esteticamente più gradevole della pianta.
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