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Il ragnetto rosso della vite, nome scientifico Panonychus ulmi, è un acaro di origine europea appartenente a una serie di parassiti polifagi. Le sue dimensioni sono estremamente ridotte: la femmina misura 0,4 mm, mentre il maschio ancora meno. La prima ha il corpo di colore rossastro ricoperto da setole biancastre, mentre il secondo ha una colorazione bruna che man mano diventa verdastra. La forma giovanile dell’acaro sverna dalle uova che le femmine depongono alla base dei tralci o delle gemme. Dalle uova nascono gli stadi giovanili dell’insetto, i quali iniziano a nutrirsi delle varie parti della vite. Le prime manifestazioni del parassita si hanno tra la primavera e l’estate, periodo in cui svernano le nuove generazioni del ragnetto. Gli attacchi possono essere anche più abbondanti e prolungati, perché il ragnetto rosso della vite può compiere fino a otto generazioni all’anno.
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L’attacco del ragnetto rosso causa sintomi ben visibili nella vite, come la deformazione, l’ingiallimento, il disseccamento e la caduta fogliare. I danni maggiori riguardano i giovani germogli. Questi, a loro volta, possono deformarsi condizionando anche la resa dei frutti, che presenteranno una bassa resa zuccherina e maturazione non regolare. Altro sintomo è la scarsa lignificazione del tralci, che compromette la fruttificazione dell’anno in corso e di quello successivo.
Il ragnetto rosso della vite attacca con temperature comprese tra 23 e 25 gradi e con un elevato grado di umidità. Temperature superiori causano la morte delle uova e degli acari adulti. La lotta all’acaro si effettua controllando per tempo le foglie ed i tralci in modo da determinare l’entità dell’attacco e stabilire le modalità di intervento. In genere, la somministrazione di acaricidi chimici si effettua se, su 100 foglie della vite, l’infestazione ha raggiunto almeno il 40% delle stesse.
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