Bruco americano

Bruco americano: origine e diffusione

Il bruco americano noto anche con il nome di Hyphantria cunea è origine delle regioni canadesi e degli stati uniti. Nel 1940 la sua diffusione arriva in Olanda e nel 1984 in Italia. Questo lepidottero aggredisce innumerevoli specie vegetali tra cui: acero, noce, gelso, pioppo, salice, platano, sambuco, tiglio, olmo, albero di giuda etc. le specie che invece non ne vengono colpite sono l’ippocastano e le robinie. È bene sapere che la diffusione di questo lepidottero è avvenuto attraverso i mezzi di trasporto, e ha causato danni e la morte di innumerevoli latifoglie. Il bruco americano è un infestante molto dannoso e talvolta difficile da debellare. Ciò è dovuto al fatto che, esso presenta innumerevoli stati, tutti presenti sull'albero infestato (uova, larva, crisalide ed adulto).
Esemplare adulto di bruco americano.

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Bruco americano: caratteristiche generali

Bruco americano. È bene sapere che durante i suoi attacchi, il bruco americano non si presenta in una sola forma ma in quattro stadi principali. Le uova sono di colore verde e sono deposte dagli esemplari adulti in gruppetti e nella parte sottostante del fogliame. La larva presenta una colorazione tipicamente gialla e marrone, con la testa nera, il dorso grigio e tutto il corpo ricoperto da una lunga peluria grigia e nera. Quando la larva arriva alla maturazione, le sue dimensioni sono di circa 30/35 centimetri. Al bruco fa seguito la crisalide dal colore marrone lucente, con la parte finale dotata di spine. L’esemplare adulto invece è una sorta di farfalla bianca con dei puntini neri, ha delle antenne molto fini e la sua apertura alare può arrivare a massimo 30 millimetri.

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Bruco americano: lotta chimica e meccanica

Infestazione bruco americano. La lotta contro l’infestante bruco americano può essere di tipo meccanico o chimico. La lotta meccanica consiste nel tagliare e bruciare i nidi dei parassiti non appena le larve iniziano ad avviare la propria attività. Questa pratica deve seguire delle cadenze ben precise in modo tale da eliminare tutte le larve di tutte le generazioni presenti sugli alberi infestati. La prima azione si mette in atto verso il mese di maggio, mentre la seconda si pratica verso la fine di agosto. La lotta chimica è determinata dall’uso di feromoni sessuali in modo tale da conoscere l’andamento dei voli e la condizione d’infestazione. I prodotti indispensabili per debellare questi coleotteri sono: piretro idi di sintesi, diflubenzuron, tebufenzide, piretrine naturale e feflubenzuron.


Bruco americano: lotta biologica

Bruco americano. Oltre alla lotta meccanica e a quella chimica, per debellare il bruco americano si può attuare una lotta biologica. Essa si mette in atto, in modo particolare per curare alberi presenti in ambienti pubblici, e consiste nell’uso di un particolare batterio chiamato Bacillus thuringiensis. Si tratta di uno sporigeno non tossico per l’essere umano e neanche per gli insetti utili. Deve essere utilizzato quando le larve sono giovani e iniziano a cibarsi della vegetazione (almeno 20 giorni dopo la schiusa). Ciò è dovuto al fatto che il bacillus dopo che viene ingerito dai parassiti, porta alla distruzione del loro apparato digerente portandoli alla morte. La pianta deve esserne cosparsa quando il sole sta calando perché il bacillus è molto sensibile ai raggi solari. Per quanto riguarda le dosi da utilizzare occorre tener conto dello sviluppo delle larve (dai 100 ai 300 g/hl circa) e inoltre, bagnare per bene la vegetazione con circa 10/15 litri d’acqua, prima di cospargere la spora.



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