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L’oidio della vite è causato da un fungo appartenente alla famiglia delle Erysiphaceae. L’agente infettivo può appartenere a diverse famiglie, gli ascomiceti e gli oidium. In entrambi i casi, i danni ed i sintomi arrecati alla vite sono sempre gli stessi. La vite può, infatti, essere attaccata indifferentemente dall’Uncinula necator, fungo ascomiceta, e dall’Oidium Tucker, fungo del genere Oidium. L’agente patogeno è originario del Nord America ed è stato introdotto casualmente, in Europa, nell’Ottocento. Da allora, le piante colpite sono state a milioni, con gravi danni colturali ed economici dovuti all’elevata diffusione di questa malattia e alla sua capacità di ripresentarsi puntualmente durante ogni stagione vegetativa. L’oidio non penetra all’interno del tessuto vegetale della vite, ma lo attacca dall’esterno, ricoprendolo con il suo micelio, organo riproduttivo da cui svernano le nuove generazioni di funghi. Il micelio attacca la vite in tutte le sue strutture: tralci, foglie, fiori, gemme e acini. La malattia predilige solo le piante giovani, mentre non si manifesta in alcun modo in quelle adulte o più vecchie.
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La vite colpita da oidio sviluppa nelle parti malate una patina bianco grigiastra che emana un forte odore di muffa. All’inizio dell’infezione, le foglie della pianta assumono un colore traslucido con macchioline giallastre, simili all’olio, e una forma a bandiera. Successivamente si ricoprono della patina bianca, si accartocciano, disseccano e cadono. Lo stesso meccanismo si può verificare anche nelle altre parti della pianta, nei fiori, nei tralci e negli acini. In questi casi, oltre alla muffa bianca, si formano altre colorazioni tipiche, come il bruno dei rami o il nerastro degli acini. I fiori e le gemme, invece, non riescono a completare la loro maturazione. Gli acini e i tralci possono anche presentare spaccature, mentre sono evidenti anche i segni di necrosi del tessuto vegetale. I danni dell’oidio della vite possono essere sia diretti che indiretti. I primi sono riferibili ai sintomi che abbiamo appena indicato e che portano a una compromissione della capacità fontosintetica della pianta e a uno scarso sviluppo dei frutti, mentre i secondi riguardano la trasmissione di virus, funghi e batteri che vengono inoculati nella pianta con il micelio del fungo.
Le cause dell’odio sono riferibili a particolari condizioni climatiche e di temperatura. Il fungo dell’oidio sverna solitamente a temperature comprese tra venti e ventinove gradi, mentre non è in grado di riprodursi a temperature superiori ai trenta gradi. L’umidità sembra non sia responsabile dello sviluppo dell’oidio, perché questo fungo non ha bisogno di acqua per diffondersi. Tuttavia, l’abbinamento tra calore e umidità può favorire lo sviluppo di altre malattie fungine trasmesse indirettamente con il micelio dell’oidium. I periodi di attacco dell’oidio si concentrano tra la fioritura e la maturazione dei frutti.
L’oidio può essere prevenuto potando regolarmente la vite ed eliminando le parti in eccesso che causano aumento della temperatura e carenza di luce all’interno della pianta. Poiché i miceli del fungo dell’oidio tendono a sopravvivere nel materiale di potatura, è sempre meglio bruciare le parti eliminate. A volte, nel periodo della prefioritura, può essere utile effettuare un trattamento preventivo con prodotti antifungini. I prodotti vanno somministrati durante le ore più fresche, in modo da lasciarli agire più a lungo e non danneggiarli con l’azione dei raggi solari. Periodicamente e durante le fasi più suscettibili all’attacco dell’oidio ( fioritura, invasatura e allegagione del frutti), bisogna controllare attentamente tutte le varie parti della pianta, in modo da applicare per tempo i prodotti preventivi.
La lotta all’iodio della vite si effettua con prodotti chimici antifungini(preparati a base di rame e zolfo) e con funghi antagonisti dell’oidio. I preparati a base di rame e zolfo possono svolgere un’azione preventiva sia nei confronti dell’oidio che della peronospora, mentre con la malattia conclamata ( solo oidio) vanno usati solo prodotti a base di zolfo bagnabile o in polvere. Lo zolfo va somministrato obbligatoriamente prima della fioritura, in modo da svolgere un’efficace azione preventiva. Altri prodotti utili per l’oidio sono il Dinocap, un fungicida a base di nitrofenol e gli IBS(inibitori della biosintesi degli steroli). Questi ultimi sono composti da irimidine, piridine, piperazine e triazoli. Gli IBS si possono somministrare da soli o miscelati con lo zolfo. I prodotti chimici contro l’oidio vanno somministrati non più di tre volte l’anno, per evitare che la malattia diventi resistente. La lotta biologica contro l’oidio si effettua tramite l’uso dell’Ampelomyces quisqualis, un fungo antagonista che neutralizza il micelio patogeno del suo “simile”. Il fungo antagonista si può usare da solo o miscelato con oli minerali. In tal caso si avrà non una lotta biologica, ma “integrata” ad altri prodotti chimici.
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