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La peronospora è molto temuta in agricoltura per via dei gravi danni economici dovuti alla perdita della produzione delle piante orticole colpite. Tra le specie comunemente attaccate dal fungo ricordiamo la vite, il pomodoro, la patata, i cavoli, la cipolla, l’aglio, il porro, il tabacco, il cetriolo, il melone, la bietola, le rose e più raramente la melanzana. Nelle zone umide e temperate delle nostre regioni, la peronospora è più frequente nella vite, nei pomodori, nelle patate e nelle rose.
Il fungo responsabile dell’infezione alle solanaceae si chiama Phytophthora infestans, mentre quello che infetta la vite viene scientificamente denominato Plasmopara viticola, dal nome della famiglia a cui il miceto appartiene. L’agente responsabile di infezioni ad altre specie vegetali può appartenere ad altri generi di funghi, tra cui, oltre alla Plasmopara e alla Phytospora, si ricordano la Pseudoperonospora che attacca le cucurbitacee ( melone) e la Bremia che attacca verdure come cicoria, lattuga e carciofo. Compo DUAXO Fungicida per rose AF 750 ml contro funghi, malattie di piante ornamentali per serra, casa e giardino Prezzo: in offerta su Amazon a: 12,49€ |
La peronospora è un fungo parassitario, cioè si diffonde sulle piante erbacee per motivi di sopravvivenza e di riproduzione. Il suo ciclo vitale si compie sottraendo importanti sostanze nutritive alla pianta colpita. Questo fungo, in base alla specie a cui appartiene, si può riprodurre per via sessuata o asessuata. Con la riproduzione sessuata si originano le oospore, mentre con quella asessuata, le zoospore che rilasciate sul terreno umido e su piante precedentemente infestate attaccano le nuove coltivazioni.
Le oospore, cioè le spore che germinano per via sessuale, sono molto rare, mentre la maggior parte delle infezioni da peronospora si origina dalle zoospore. Il ciclo vitale della peronospora è rappresentato dal micelio, una sorta di filamento microscopico da cui si originano le spore o zoospore. Potremmo definirlo come lo stadio riproduttivo del fungo. Il micelio si forma sulla pianta e sverna, cioè rilascia le spore, nel periodo invernale, mentre infetta la pianta nel periodo primaverile.La peronospora attacca l’apparato fogliare della pianta con sintomi evidenti nel margine inferiore. Quando l’infezione sarà avanzata si estenderà anche ai frutti. I sintomi della peronospora sono la presenza di macchie di diverso colore sulle foglie; macchie che possono virare dal giallo, al bruno o al violaceo in base alla pianta colpita. Caratteristiche sono le macchie violacee nella peronospora della rosa, mentre per l’omonima infezione della vite si formano macchie traslucide, simili all’olio di oliva.
In seguito si assiste alla marcescenza della parte colpita con formazione di muffa biancastra. Questo sintomo può provocare l’accartocciamento delle foglie e la loro caduta definitiva. Man mano che l’infezione avanza si assiste anche al cambiamento di colore nei frutti, alla loro marcescenza e alla conseguente necrosi. La sintomatologia descritta è simile in tutte le piante colpite, con variazioni nella reazione della pianta e nella fisiologia delle parti infette che sono determinate anche dalle condizioni climatiche in cui le piante sono coltivate.La peronospora è favorita dai climi umidi e temperati. Non riesce, infatti, a sopravvivere nelle zone secche, anche se molto calde, così come non sono ideali i climi freddi. La temperatura ideale allo sviluppo del fungo è compresa tra 18 e 24 gradi. La temperatura e il tasso di umidità sono determinanti per la formazione del micelio e la sua conseguente germinazione con formazione diretta di altro micelio o produzione di zoospore. In genere, lo sviluppo della peronospora è favorito da un elevato tasso di umidità compreso tra l’80 e il 90%.
Temperatura e umidità sono anche in grado di accelerare il periodo di incubazione del fungo, periodo che varia da quattro a otto giorni. L’incubazione può essere più o meno breve anche in base alla specie colpita. Altro fattore che potrebbe causare la malattia, innesti e potature errate che rendono la pianta particolarmente vulnerabile agli attacchi di parassiti e altri agenti patogeni.La peronospora si può prevenire cercando di limitare, per quanto è possibile, la presenza delle condizioni che favoriscono lo sviluppo e la propagazione del fungo. Intanto bisogna ridurre le irrigazioni eccessive ed evitare gli accumuli di umidità nel terreno da cui hanno origine le spore infettanti. Per le piante ornamentali è consigliabile collocarle su terreni asciutti, in luoghi soleggiati, riparati dal vento, ma ben areati. Non bisogna trascurare nemmeno la pulizia stagionale del terreno per eliminare residui vegetali in cui sono già inoculate le spore. Inoltre bisogna procedere a regolare potatura invernale ed estiva e ad innesti con cultivar che si presentano resistenti agli attacchi del fungo. Dagli innesti si possono, infatti, ottenere varietà di piante non suscettibili allo sviluppo della peronospora anche in particolari condizioni di temperatura e di umidità. A tal proposito ricordiamo che esistono specie orticole che non vengono attaccate dalla peronospora, come le zucche e l’anguria.
La lotta alla peronospora avviene usando degli anticrittogamici che possono avere sia una funzione preventiva che curativa. Nel primo caso si parla di anticrittogamici da contatto, vale a dire sostanze che vanno a ricoprire le parti della pianta prima che sia avvenuta l’infezione impedendo così il contatto della stessa con le spore trasportate dal vento o da residui vegetali infetti.
Gli anticrittogamici da contatto vanno somministrati quando ancora non si sono presentate le condizioni climatiche che favoriscono lo sviluppo della malattia.Molti prodotti preventivi per la lotta alla peronospora sono composti da ossidi, cloruri e idrocloruri di rame usati anche per combattere eventuali infezioni batteriche della pianta che coesistono con la peronospora.Tra gli anticrittogamici da contatto si ricordano anche il Clortalonil, il Diclofluanide e l’Anilazina, principi attivi di sintesi impiegati per la peronospora del pomodoro. A seguito di direttive europee il Diclofluanide e l’Anilazina sono stati oggetto di revoca e revisione come funghicidi, mentre sono stati annoverati tra i biocidi, cioè agenti disinfettanti e antibatterici. A scopo preventivo si può usare anche il fosetil di alluminio.Oltre agli anticrittogamici da contatto, la peronospora si può combattere anche con i cosiddetti fungicidi sistemici che agiscono se vengono assorbiti dal micelio del fungo. Tra questi ricordiamo cimoxanil, benolaxyl, furalaxil, metalaxyl, ofurace, keralaxil e oxadixil. Alcuni dei prodotti citati derivano dai benzimidazolici e dai fenilammidici e possono essere miscelati con ossicloruri di rame, ma il dosaggio e la frequenza delle applicazioni dipenderanno dal ciclo vegetativo della pianta, dalle condizioni ambientali e dalla specie vegetale infettata. Sulla rosa bisogna applicare i fungicidi sistemici nella parte inferiore della foglia, intervenendo con trattamenti ogni 5, 15 giorni. I fenilammidici si applicano entro due, tre giorni dalla comparsa della malattia, ma il periodo di applicazione dipende anche delle sostanze con cui sono miscelati. Se contengono carbammati vanno usati prima della fioritura, se contengono prodotti a base di rame si possono usare in qualsiasi momento. Protocolli fitosanitari non ammettono più di tre applicazioni annue di derivati fenilammidici per la peronospora della vite. I fungicidi miscelati con rame possono anche avere un effetto combinato, cioè preventivo e curativo allo stesso tempo.
I fungicidi per combattere la peronospora possono avere diverse formulazioni fitosanitarie. Le più usate sono quelle in polvere bagnabile, liquide e in granuli idrodispersibili. I fungicidi in polvere bagnabile si miscelano con 10 litri di acqua per ogni quantità minima indicata nella confezione. L’applicazione deve avvenire ogni 10, 12 giorni per la vite, a partire dalla prima pioggia a rischio di infezione e ogni 9 giorni per pomodoro e melone.
Anche i fungicidi liquidi si sciolgono in acqua in base alle proporzioni indicate nell’involucro del prodotto acquistato. I dosaggi variano anche in base al tipo di pianta da curare. I fungicidi liquidi vengono assorbiti dalla radice estendendosi poi alle foglie e svolgendo un’azione selettiva sul fungo da debellare. I fungicidi in granuli idrodispersibili contengono in genere ossicloruro di rame o rame e alluminio. Si chiamano idrodispersibili perché vanno applicati dopo averli sciolti in acqua. I trattamenti con i fungicidi vanno sospesi prima della raccolta delle colture. I tempi di sospensione variano in base al tipo di pianta trattata. I trattamenti con granuli dispersibili vanno sospesi tre giorni prima della raccolta del pomodoro, della melanzana, dell’aglio, della fragola, della cipolla e dello scalogno. Per le altre colture i trattamenti vanno sospesi almeno 20 giorni prima della raccolta. Le cure con polvere bagnabile vanno sospese 7 giorni prima della raccolta di patate, melone e pomodoro e sempre 20 giorni prima per le altre colture. I trattamenti con fungicidi liquidi vanno sospesi tre giorni prima della raccolta di meloni e cocomeri e 20 giorni prima per le altre colture.
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