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La coltivazione del pesco nano richiede molta cura. Prima che la pianta inizi a produrre frutta ci vogliono almeno due anni, da accompagnare con una potatura frequente di tutti i rami in eccesso che piano piano sorgono dal tronco principale. A volte, infatti, dal ramo centrale nascono dei piccoli rami che presentano sia foglie che boccioli, ma mantenendo abbastanza basso il numero di rami e non rendendo troppo fitta la pianta si può massimizzare e migliorare la produzione fruttifera. Il terriccio nel quale coltivare il pesco nano dev'essere ricco di minerali come azoto e ferro e non dev'essere disposto troppo pressato nel vaso, ma inserito in esso con una soffice pressione delle mani e lasciando passare dell'aria. Nella messa a dimora in terra bisogna scavare una buca non troppo profonda, adagiando il pesco nano con tutta la zolla di terra prelevata dal vaso senza premere troppo. Se si innesta il pesco nano a terra si può irrigare con aspersione.
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La concimazione del pesco nano è un momento molto importante per la sua crescita. Il prodotto migliore è il concime organico o stallatico, che va integrato però con dei concimi di tipo sintetico ricchi di minerali. La stagione migliore per concimare è la primavera: è consigliabile farlo con moderazione quando il pesco è ancora in vaso, evitando di appesantire il terreno, mentre è un'azione importantissima nel momento di messa a dimora. Nel primo caso lo stallatico può essere adagiato sul vaso aspettando che penetri nel terreno, mentre nel secondo caso può essere inserito direttamente nella buca quando la pianta viene trasferita dal vaso al suolo. Si può, alternativamente, anche concimare il terreno prima della messa a dimora del pesco, preoccupandosi però di bagnare il composto nel momento in cui si inserisce l'arbusto.
Il pesco nano per produrre frutti gustosi e succosi ha bisogno di un clima mite e temperato, ma soprattutto dell'esposizione a molta luce. Questa, infatti, permette alle pesche di maturare meglio e più velocemente. La malattia più comune che può attaccare questa pianta è la bolla del pesco, una malattia che prevalentemente interessa il legno del fusto del pesco. Passando dal midollo ligneo questa malattia si espande anche alle foglie, compromettendo la capacità di crescita del pesco e seccandolo dall'interno. La malattia si manifesta dotto forma di bolle che somigliano alle pustole della peste umana, con dei rigonfiamenti dalla superficie irregolare e spessa. Per prevenire la bolla bisogna irrorare del verderame al pesco nano, specie in fase di sviluppo, e bisogna farlo due volte l'anno: a fine autunno e prima dell'inizio della primavera. La pianta non deve prendere acqua piovana per 24 ore dopo il trattamento.
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