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Il melograno può essere messo a dimora durante la stagione primaverile o autunnale; si moltiplica generalmente per talea o per seme. Il terreno consigliato per lo sviluppo di questa pianta è piuttosto pesante, non troppo povero di argilla, ma al contempo ben drenato, proprio per scongiurare i ristagni idrici. Un primo impianto deve essere effettuato in un contenitore, così da controllare adeguatamente la crescita iniziale dell'esemplare, per poi eseguire il trapianto in giardino una volta trascorsi due anni. Si raccomanda di eliminare con costanza le erbe infestanti, le quali, in particolare se la pianta è ancora giovane, potrebbero rappresentare un serio ostacolo al suo accrescimento. Bisogna, per di più, rimuovere annualmente i polloni tramite un'attenta e meticolosa potatura con seghetti o cesoie.
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Nei primi anni di vita della pianta, la concimazione deve avvenire almeno quattro volte all'anno, con prodotti che bilancino con perfetto equilibrio il potassio, il fosforo e l'azoto; i tre macroelementi fondamentali, infatti, sono necessari per garantire all'esemplare un ottimo sviluppo. Con il passare del tempo, l'operazione di fertilizzazione può essere limitata a due volte all'anno. È indispensabile che non manchino mai i tre elementi precedentemente menzionati, in quanto una loro carenza potrebbe determinare una crescita lenta, una debolezza generale e la clorosi delle foglie. Il concime, in più, deve contenere anche microelementi ugualmente importanti, come il magnesio, il ferro ed il manganese. Alle piantine coltivate in vaso si suggerisce di somministrare anche un fertilizzante liquido mensile.
Il melograno ha necessità di un'esposizione luminosa, soleggiata ma riparata dai venti intensi; sopporta piuttosto bene le basse temperature, ma è fondamentale che esse non scendano al di sotto dei -10°C. Tra i parassiti più frequenti bisogna ricordare gli afidi, conosciuti anche come pidocchi delle piante, i quali provocano danni alle foglie ed ai rami e trasmettono diversi tipi di malattie: come cura si suggeriscono soluzioni naturali come il macerato d'ortica. Quest'ultimo è un ottimo rimedio anche contro il ragnetto rosso, responsabile della formazione di zone necrotiche e di un generale deperimento dell'esemplare. Tra le malattie fungine, invece, va citata la cercosporiosi, che determina la formazione di macchie su foglie e frutti fino a causarne la rovina; per contrastarla l'ideale è la poltiglia bordolese.
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