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La pianta di goji si chiama in realtà lycium barbarum. Le bacche vengono prodotte anche da un’altra varietà di pianta, il lycium chinense, pianta a portamento arbustivo che presenta piccole spine e che si presta anche alla creazione di siepi. Il lycium barbarum presenta foglie strette e ovali e un portamento ad albero stretto con rami che crescono verso l’alto. A volte, la forma della pianta sembra disordinata e confusa, quasi simile a un rampicante, ma vi assicuriamo che il lycium barbarum è un albero, piccolo certo, ma pur sempre un albero. La pianta appartiene alla famiglia delle solanacee, la stessa delle patate, dei pomodori e delle melanzane. A differenza di queste, però, la pianta di goji produce delle piccole bacche rosse di forma ovale o arancione. Queste bacche contengono vitamine, sali minerali, aminoacidi e altre sostanze utili al potenziamento del metabolismo, della vista, della memoria e della resistenza fisica. Le bacche di goji contengono una quantità di antiossidanti superiore a quella di altri frutti, si stima addirittura 30 mila volte superiore. Anche il contenuto di vitamina C supera di 500 volte quello delle arance. Gli antiossidanti combattono i radicali liberi responsabili dell’invecchiamento della pelle e della comparsa dei tumori. Per le loro proprietà, le bacche di goji vengono chiamate anche “elisir di lunga vita”. Nell’antica medicina cinese venivano anche chiamate “diamanti rossi” e si credeva che mangiandole si sarebbe ottenuta l’eterna giovinezza. Le antiche virtù delle bacche sono state tramandate fino ai giorni nostri, favorendone il consumo e stimolando la coltivazione della pianta di goji anche nelle nostre zone.
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La pianta di goji, o lycium barbarum cresce spontaneamente in Asia. In Occidente, la stessa si trova in vaso nei vivai. Queste piante sono coltivate con lo scopo di realizzare la produzione in proprio delle bacche di goji ( il cui costo è a volte molto elevato). In alternativa alla pianta si possono anche interrare i semi, anche se questi ultimi sono un po’ più difficili da reperire. In assenza dei semi, la pianta di goji si può trovare proprio nei vivai. Per favorire la maturazione dei frutti, si consiglia di acquistare piante già mature, perché le piante giovani fruttificano solo dopo qualche anno dalla messa a dimora. Anche la semina rischia di dilatare troppo i tempi della fruttificazione. Dall ‘interramento dei semi, alla crescita della pianta, fino alla maturazione dei frutti, possono passare anche quattro o cinque anni. Meglio, dunque, scegliere piante di goji già adulte. Una volta acquistate, queste piante devono essere rinvasate. La massa radicale si estirpa delicatamente dal vaso e si bagna in acqua tiepida. Subito dopo, si effettua il rinvaso in un contenitore più grande che possa ricoprire tutta la massa radicale della pianta. Il terreno ideale alla coltivazione della pianta di goji deve essere fertile, sabbioso e ben drenato, ma non umido. Sul fondo del vaso è meglio inserire un po’ di argilla espansa che eviti gli accumuli di umidità. La pianta si può coltivare sia in casa che all’aperto. Per stimolare la fruttificazione è però consigliabile esporla all’esterno e in prossimità della luce del sole. Il lycium barbarum non teme il freddo e può resistere anche a temperature inferiori allo zero.
La pianta di goji si cura come le altre piante: si innaffia quando il terreno è troppo asciutto e subito dopo il trapianto in vaso. Le annaffiature devono essere più frequenti a fine estate, periodo in cui avviene la maturazione dei frutti. Le bacche di goji si raccolgono solo quando sono completamente mature. La pianta di goji può essere potata verso la fine di maggio, per garantire la produzione di frutti più grandi. I tagli non devono essere effettuati durante la fioritura, che normalmente avviene tra aprile e maggio. Durante lo sviluppo dei fiori è meglio collocare la pianta all’aperto, in modo da stimolare la fecondazione da parte degli insetti e una maggiore quantità di frutti. Il lycium barbarum si può riprodurre per talea. Per evitare l’attacco degli afidi, si consiglia di mettere, accanto al goji, un vasetto di basilico, pianta che svolge un effetto repellente su questi parassiti.
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