Il succo d'agave blu è il prodotto che si ottiene dalla lavorazione della linfa della pianta. In Messico, i contadini, dopo averla piantata in vaste aree, la fertilizzano per circa 2-3 di anni. Visto che i tempi di maturazione della pianta variano dagli 8 ai 10, verso i 3 anni tagliano le foglie per accelerarne la crescita. In tal modo, la maturazione avviene prima rispetto al ciclo biologico naturale dell'agave blu. Quando la pianta giunge a maturazione viene prelevata la linfa. Quest'ultima, dopo essere stata filtrata, viene sottoposta a riscaldamento tramite il quale i carboidrati si trasformano in zuccheri con un processo detto idrolisi. Si esegue, quindi, una seconda filtrazione per ottenere il succo che si presenterà con una consistenza simile al miele ma con maggiore fluidità.
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L'agave è una pianta che predilige i terreni sabbiosi ben drenati che contrastano i ristagni d'acqua. In funzione di ciò si può dedurre che i sali minerali contenuti nella sua linfa sono abbondanti. Calcio, potassio, magnesio e ferro sono presenti in quantità maggiori. Le vitamine A, B, C, D e K costituiscono una buona fonte di energia. Lo sciroppo che ne deriva ha un alto potere remineralizzante e ricostituente. Esso non riattiva l'insulina nonostante la sua dolcezza. Il fruttosio, infatti, è presente nella percentuale del 75%. Il suo uso è consigliato alle persone diabetiche sempre in dosi controllate. Quella consigliata è di non superare i 70 gr. al giorno di fruttosio. L'uso del succo come dolcificante nelle bevande come tè, caffè, tisane consente di abbassare i grassi nel sangue. Esso non ha retrogusto e non altera il gusto degli alimenti.
Lo sfruttamento dell'agave blu risale ad epoche remote. I sacerdoti aztechi consumavano succo d'agave fermentato. L'effetto dell'alcol gli consentiva di raggiungere uno stato d'ebbrezza durante le cerimonie religiose. In realtà, entravano in una dimensione mistica per sopportare la visione dei sacrifici compiuti su persone e animali. Dopo la conquista spagnola il prodotto venne ripreso e sottoposto a distillazione ottenendo il Mezcal. Per affinarlo adottarono lo stesso procedimento eseguito per il vino. Il Tequila, invece, come lo conosciamo oggi deve seguire un preciso disciplinare di produzione. Deve essere fabbricato in Messico e contenere almeno il 51% di distillato di agave blu. Ne esistono vari tipi in funzione degli anni e del metodo di invecchiamento. In commercio si trovano prodotti che contengono il "gusano", un verme tipico della pianta.
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